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Bibbiena, Bernardini: "Il mio assessore nel Pd? Nessun imbarazzo"

Per quanto riguarda la questione, sollevata da alcuni media, sulla richiesta da parte dell’assessore esterno Federico Lorenzoni di entrare nel Pd il sindaco di Bibbiena Bernardini commenta come segue: Nessun clamore, ma soprattutto nessun...

Per quanto riguarda la questione, sollevata da alcuni media, sulla richiesta da parte dell’assessore esterno Federico Lorenzoni di entrare nel Pd il sindaco di Bibbiena Bernardini commenta come segue:

Nessun clamore, ma soprattutto nessun imbarazzo. Proprio perché quella che rappresento è una Lista Civica, ogni elemento al suo interno ha li libertà di appartenere a qualsivoglia partito; per dirla in modo molto diretto: non ho mai chiesto “patenti” a nessuno. Nella Lista Civica ci sono persone di provenienza politica diversa che hanno sempre collaborato per il bene di Bibbiena ottemperando ai principi espressi dal programma della stessa Lista. Non vedo dove stia il problema, l’imbarazzo – che non c’è stato dentro la Giunta – e il clamore. Per me e per coloro che hanno fin dall’inizio collaborato con la Lista Civica questo concetto di apertura è sempre stato un principio importante.

Inoltre l’Assessore in questione non è un eletto, bensì una nomina esterna, il che si aggiunge a ciò che ho detto in precedenza sul discorso dell’imbarazzo e di presunte tensioni all’interno del gruppo.

Il progetto della Lista Civica è innovativo proprio perché riconosce libertà di appartenenza e soprattutto agisce al di sopra dei partiti e per il bene della gente. finchè permangono questi principi non ci saranno problemi all’interno del gruppo.

A questo proposito posso dire, senza timore di essere smentito, che non solo Lorenzoni rappresenta un elemento importante della nostra Giunta e della Lista ma ha sempre agito – e continua a farlo – nel rispetto assoluto dei principi che hanno ispirato il gruppo e lo sostengono.

Capisco che le nostre logiche siano assolutamente innovative rispetto a quelle di persone abituate a pensare e agire con schemi completamente differenti in cui l’appartenenza partitica diventa un modus vivendi e quindi operandi rigido che esclude ogni altra possibilità di azione e pensiero”

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