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"Aziende di nuovo aperte o sarà il dramma". Il grido di amministratori e Confindustria Toscana sud

Istituzione di una commissione e valutazioni territoriali. Così sindaci, Province e industriali chiedono di riaprire le imprese a Governo e Regione

I rischi sono quelli di una vera e propria carneficina. Una mattanza di imprese e aziende che, a causa del prolungarsi del lockdown, potrebbero spegnersi con conseguenze drammatiche sull'economia e sull'occupazione. E' la Toscana del sud ad unirsi e lanciare un accorato appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al capo della task force fase 2 Vittorio Colao e al presidente della Regione Enrico Rossi. La richiesta è molto semplice: riaprire urgentemente le imprese ad alto valore strategico.
A sottoscrivere il documento, inviato al Governo e alla Regione, sono stati i sindaci di Siena, Arezzo e Grosseto insieme ai presidenti delle tre Province. A loro si sono aggiunti anche il presidente di Confindustria Toscana Sud e Siena Paolo Campinoti e i coordinatori delle delegazioni territoriali di Arezzo Fabrizio Bernini e di Grosseto Francesco Pacini.

"L’economia della Toscana del sud - si legge in una nota congiunta - non può aspettare che si verifichino in tutto il Paese le condizioni della riapertura. E' utile fare una valutazione di territorio e delle condizioni necessarie a garantire la sicurezza dei lavoratori per la prevenzione del contagio da Covid-19. Ci sono interi settori che, se la chiusura si protrarrà fino ai termini del 4 maggio, rischiano di perdere completamente le condizioni economiche, ma soprattutto di mercato, atte a garantire la continuità aziendale. L’effetto sarebbe l’impossibilità di riaprire per mancanza di ordinativi con ricadute sull’occupazione drammatiche".

Elencati anche i criteri per individuare le imprese da avviare al processo di riapertura anticipata. Si tratta di: attività che possono dimostrare ordinativi da eseguire con particolare riferimento a quelle che esportano e rischiano penali per mancate consegne o la perdita di clienti sul mercato; aziende la cui chiusura determina un forte rischio occupazionale; imprese che per operare possono dimostrare la possibilità di reperimento materie prime o servizi senza aggravare, in termini di mobilità, le misure di restrizione agli spostamenti previste e quelle che per dimensioni e settore operano in filiere strategiche per l’economia del territorio.
"Le realtà produttive che aderiranno alla riapertura anticipata - proseguono ancora sindaci, presidenti e Confindustria - dovranno garantire l’applicazione di protocolli di sicurezza in modo da proteggere al massimo i propri lavoratori. Deve essere stilato uno specifico accordo aziendale in cui sia previsto un documento dettagliato circa l’applicazione delle procedure di sicurezza, compresa la gestione del rischio in itinere".
Da ultimo la richiesta, sempre da parte dei firmatari, attraverso la quale viene indicata l'istituzione, presso le rispettive Prefetture, di un comitato ad hoc con la finalità di autorizzare in maniera specifica le domande di apertura immediata delle aziende che rispettino i criteri di urgenza e sicurezza stabiliti.

"Con una voce sola le più alte istituzioni territoriali di Siena Arezzo, Grosseto e il mondo delle imprese rappresentato da Confindustria - concludono - vogliamo difendere il futuro di un intero territorio che, nella salvaguardia della salute pubblica, tuteli anche la sopravvivenza del tessuto economico senza la quale tale futuro non è ipotizzabile".

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