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Come la musica ci ha salvato dal Covid, l'indagine aretina

Ecco la Settima puntata de "La voce del Colonna". Il giornale scolastico è stato realizzato dagli studenti del Liceo Vittoria Colonna di Arezzo in collaborazione con ArezzoNotizie. Focus sulla musica nel periodo pandemico

Settima puntata de "La voce del Colonna". Il giornale è stato realizzato dagli studenti del Liceo Vittoria Colonna di Arezzo in collaborazione con ArezzoNotizie. Oggi si parla di musica.

Covid e musica: un contagio di emozioni

di Claudia Giovannuzzi

La musica come toccasana per l’anima. La crisi generata dal Coronavirus ha stravolto tutti e ha avuto un forte impatto sul modo di vivere la quotidianità. Scuole, imprese, ospedali e famiglie combattono strenuamente da oramai due anni contro il nemico invisibile chiamato Covid-19 e nessuno viene risparmiato.

Ma la medicina non è l’unica arma che un essere umano possiede per far fronte ai danni causati dal virus. Rilevanti, infatti, sono stati gli effetti benefici apportati dalla musica nei tempi di lockdown che, più di ogni altro momento della storia, ha avuto bisogno di certezze. La resilienza imposta dall’isolamento sociale, ha trovato nella musica un prezioso alleato, protagonista prima nei balconi italiani, a marzo del 2020, quando cittadini e artisti improvvisati si sono esibiti in performance canore e musicali all’unisono, poi nei concerti in streaming sulle piattaforme mondiali, per consolarsi e sperare in un nuovo inizio.

Restare in contatto, senza contatto.

Numerose sono state anche le iniziative prese da cantanti per tenersi in contatto con i propri fan, pur senza contatto diretto, ovvero attraverso uno schermo. Grazie a piattaforme come Instagram, Facebook, Youtube, infatti, hanno organizzato veri e propri concerti, che richiedevano una connessione ad internet per poter essere visti e niente di più.

Tuttavia non si sono limitati ad intrattenere con la loro musica.

Hanno mostrato piccoli scorci della loro vita quotidiana, che ha permesso alle persone di vederli da una prospettiva diversa: non più come “divinità” irraggiungibili da venerare, ma come “comuni” esseri umani, con la  vita che conducono una volta scesi dal palco, con le loro paure e insicurezze, le loro gioie e speranze. Attraverso uno schermo riscaldavano il cuore, sia con i brani che cantavano che con la loro presenza.

Si sono fatti conoscere meglio, grazie ad aneddoti che raccontavano oppure a lati nascosti delle loro personalità che mostravano.

Tantissimi, inoltre, hanno sostenuto raccolte fondi per ospedali, associazioni e per chi lavora dietro le scene nel mondo dello spettacolo. Un esempio di quest’ultimo caso è stato #senaunita, una raccolta fondi di 2 milioni di euro destinata a chi agiva dietro le quinte, come fonici, tecnici, truccatori, montatori, alla quale hanno contribuito nomi celebri del panorama musicale italiano, tra cui Caparezza, Elisa, Ermal Meta, Madame e tanti altri. Già, perché si è abituati a pensare che la musica sia solo il cantante con il suo microfono, quando in realtà non è così.

La pandemia quindi molto ha tolto, ma tanto ha dato e, grazie anche alla musica, è stato possibile, dopo la monotonia iniziale del lockdown, vive re momenti di spensieratezza. Un vero e proprio “contagio” di emozioni.

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