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Martedì, 16 Aprile 2024
Scuola

Scuola a settembre, Tanti: "Manca il 40% dei posti nelle classi". Chiassai: "C'è grande preoccupazione"

La condizione del distanziamento non va d'accordo con il numero di banchi nelle classi. Servono quindi assunzioni di docenti e personale Ata

"Al momento è un disastro" commenta l'assessore comunale Lucia Tanti. "C'è un enorme punto interrogativo" conferma la presidente della Provincia Silvia Chiassai. Le due amministratrici si occupano rispettivamente delle strutture scolastiche dei servizi all'infanzia e delle scuole elementari e medie, la prima, e degli istituti superiori, la seconda. I dubbi sono tutti rivolti a settembre, a come sarà possibile riaprire la scuola nel nuovo anno scolastico.

La presidente della Provincia di Arezzo ha anche un ruolo nazionale all'interno dell'Upi, l'associazione che riunisce le province italiane, dove ha acquisito la delega di responsabile istruzione e rappresenta questi enti in seno all'Osservatorio nazionale per l'edilizia scolastica.

chiassai scuola levanella-2"Con Upi ci siamo riuniti nel tavolo di lavoro con il vice ministro dell'istruzione e il coordinatore del comitato scientifico della scuola Patrizio Bianchi - spiega Chiassai - ma al momento non c’è un protocollo chiaro del Ministero su distanziamenti e misure."

Adesso che è metà giugno, non è prevedibile, dal punto di vista epidemiologico, cosa succederà a settembre e a ottobre, ma ci sarebbe tempo per preparare e simulare modelli diversi a seconda degli scenari e anche delle diverse scuole dislocate nei territori. "Le indicazioni generiche parlano di lezioni in presenza e di usare tutti gli spazi possibili, all’aperto, nelle aule inutilizzate, negli auditorium, nelle palestre con una possibile parte di lezioni a distanza, ma detto questo non ci sono ancora linee guida stabilite, quindi siamo tutti fermi" afferma la presidente Chiassai.

La sensazione comune è che si stia perdendo tempo in attesa che qualcosa succeda. "Sono pressoché certa che non saremo in grado di fare niente di utile per le strutture delle scuole superiori che al 90% sono state costruite negli anni '70 e quindi non danno opportunità di particolari adeguamenti, già molte non hanno palestre o auditorium ad asempio, usano classi a rotazione e quindi non ci sono possibilità di fare ampliamenti di qui a settembre. Se arriveranno queste richieste per noi saranno molto poco praticabili, come Provincia non abbiamo nemmeno immobili ulteriori a norma a disposizione."

Gli amministratori locali confermano le loro preoccupazioni. "La situazione è critica. Abbiamo chiesto che le linee guida ci fossero entro massimo fine giugno, ma ci preoccupano le richieste che verranno fatte, non sono pensabili grandi interventi edili, ma semmai piccoli aggiustamenti - ribadisce Chiassai - Io credo sarebbe meglio applicare forme di prevenzione con la misurazione della temperatura prima di entrare e magari fare test ai ragazzi ogni tot, il distanziamento non è praticabile sia per le strutture sia per la dinamica relazionale degli studenti che non staranno mai veramente distanti."

Lucia Tanti-8-3Pragmatica l'analisi fatta dall'assessore Lucia Tanti e che è stata condivisa proprio ieri con il provveditore agli studi Roberto Curtolo. "Se si tengono di conto le linee guida che prevedono certi distanziamenti, analoghi a quelli dei centri estivi, nello stesso spazio scolastico ci entra il 40% in meno di alunni. Come se le strutture si dimezzassero. A questo si somma il fatto che ancora non c’è nessuna certezza sull’organico, che è previsto sia poco di più rispetto all’ordinario, sia per i docenti che per gli Ata. Se io dovessi travare spazi pubblici aggiuntivi, chi ci lavora, chi li sorveglia? Se resta questo computo degli spazi e lo stesso contingente di personale si ha una combinazione che porta al disastro." 

E il Comune non può fare nulla in questo momento? "Il Ministero è l'unico soggetto che può avere forza economica e legislativa per cambiare o la metratura, oppure la quantità di personale a disposizione". Si parla in questo caso di una fascia di bambini e ragazzi che vanno dall'infanzia fino alla terza classe della scuola media, per un totale di poco meno di diecimila giovani cittadini. "Se non sbloccano il tema del personale ogni azione resterebbe fine a se stessa e noi ci ritroveremo ad avere il 40% di posti in meno nelle nostre scuole."

Quali possibili scenari? "O aumentano il personale per prevedere orari didattici su più turni mattina e pomeriggio, oppure in strutture pubbliche ulteriori, oppure a settembre si tornerà a scuola con le stesse metrature di prima del Covid. Senza dimenticare che fino al 31 luglio in Italia è dichiarata l'emergenza sanitaria quindi immagino che fino a quel momento nulla si muoverà e allora sarà troppo tardi."

Si stanno battendo proprio per le assunzioni e per la stabilizzazione dei docenti precari, e non poteva che essere così, i sindacati della scuola. tacconi-agostini-scuola-sindacati

"Per il momento non c’è nessuna indicazione politica su come ripartirà  la scuola a settembre, siamo bloccati in tutto - commenta Maurizio Tacconi della Flc Cgil - Però i Comuni e la Provincia possono intanto pensare a un piano B con eventuali immobili a disposizione in sicurezza. Non posso pensare che qualcuno voglia mettere telecamere nelle classi per agevolare la didattica mista, con una parte dei ragazzi a scuola e qualcuno a casa in collegamento da remoto. Sono evidenti le violazioni della privacy che si potrebbero verificare, con il rischio che le interrogazioni da casa possano essere registrate e diffuse in rete, favorendo anche il bullismo, oppure aumentando le difficoltà di soggetti più deboli, senza pensare poi alla violazione della Costituzione che prevede che l'insegnamento sia libero. La didattica deve essere in presenza e non mista."

"Noi sigle sindacali unite abbiamo offerto soluzioni per ripartire - ha spiegato nei giorni scorsi Brunella Agostini di Cisl Scuola - ma queste, ovviamente, prevedono personale aggiuntivo, se è vero che si devono mantenere le distanze e gli ambienti devono essere adeguati, per poter suddividere gli alunni in gruppi più piccoli, servono più addetti. Non è pensabile riproporre sezioni con 28 o 30 alunni."

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