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Festa della Repubblica. Le proposte del Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani

"Invitiamo i colleghi docenti a concludere l’anno scolastico aiutando gli studenti a realizzare un contributo che omaggi le origini dell’Italia repubblicana e i padri costituenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ArezzoNotizie

Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, per voce della professoressa Rosa Manco, intende ricordare, come tutti gli anni, l’importanza storica della Festa della Repubblica.

"Il 2 giugno sarà certamente un anniversario particolare per l’Italia la quale gradualmente sta uscendo da un lungo periodo di lockdown a causa del coronavirus. Sarà un anniversario amaro, senza parate, senza folle lungo le ali dei Fori Imperiali per assistere alla sfilata delle forze armate. La nostra Repubblica soffierà le sue 74 candeline con una cerimonia istituzionale simbolica perché non può dimenticare che la stessa bandiera che ora sventola di conquiste passate e di storia patria, due mesi fa piangeva mestamente i suoi figli uccisi dal nemico invisibile. Sorveleranno, però, sulle nostre teste le Frecce Tricolore, e quest’anno più degli anni passati alzeremo con orgoglio la testa al cielo e uniti nel tricolore ritroveremo le radici storiche del nostro nobilissimo Paese. E allora saremo davvero pronti per la ripartenza. Prima, però, di questa necessaria e tanto attesta ripartenza del nostro paese, il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, in occasione del 2 giugno, vuole ripercorrere quel momento storico straordinario che ci ha permesso di essere finalmente liberi. Il 2 giugno del 1946 gli italiani, e per la prima volta in una consultazione politica anche le donne, furono chiamati alle urne per scegliere se mantenere la monarchia dei Savoia o instaurare la Repubblica. Il nostro Paese, dopo 85 anni di monarchia, scelse di diventare una Repubblica costituzionale, e il re d’Italia Umberto II di Savoia abbandonò l’Italia. Come ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che quest’anno dopo aver commemorato il milite ignoto sull’Altare della Patria si recherà nel comune di Codogno, dove ha avuto inizio l’emergenza coronavirus nel Nostro Paese, “Da quel 2 giugno 1946 abbiamo vissuto anni intensi verso una profonda coesione del popolo italiano, in un cammino ispirato dalla nostra carta costituzionale”. E noi tutti, anche se spesso inciampiamo, questo cammino fatto lo dobbiamo ricordare e lo dobbiamo continuare. Per i nostri giovani e per tutti coloro che in passato si sono sacrificati e hanno versato sangue per darci la Libertà! Per diversi anni, la Festa della Repubblica è stata celebrata senza grandi fasti, dal 2001 grazie al presidente Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è ritornato ad essere la festa simbolo dell’identità nazionale. E da allora ogni anno in questa giornata sono tante le iniziative, i riti e le cerimonie promosse dall’Italia. Anche quest’anno, nonostante i divieti di assembramento rendano impossibile la manifestazione tradizionale, il 2 giugno deve essere un simbolo patrio, un momento importante per riscoprire i valori fondanti della nostra Repubblica. Per tale ragione, il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani, invita tutti i docenti della scuola italiana di I e II grado, in particolare quelli delle discipline storiche e giuridiche, a ripercorrere le tappe fondamentali che hanno permesso all’Italia di diventare una repubblica democratica. Invitiamo, inoltre, i colleghi docenti a concludere l’anno scolastico aiutando gli studenti a realizzare un contributo Foto/collage o audio/video che omaggi le origini dell’Italia repubblicana e i padri costituenti. L’hashtag della giornata è #ohmiapatria. Buona Festa della Repubblica a tutti".

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