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Decreto fiscale, le proposte dei Consulenti del lavoro contro i disagi dei lavoratori autonomi

Le proposte dei Consulenti del lavoro in merito al decreto fiscale

Escludere i lavoratori autonomi dalla norma che prevede la possibilità di compensare crediti di natura fiscale per importi superiori a 5.000 euro annui e modificare la disciplina in materia di ritenute e compensazioni in appalti e subappalti. Queste, in sintesi, le proposte di modifica al decreto fiscale (D.L.n. 124/19) presentate nei giorni scorsi alla commissione finanze della Camera dei Deputati dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro (CNO). In particolare, in riferimento al contrasto alle indebite compensazioni, la modifica viene estesa, oltre all’IVA, a tutte le tipologie di crediti di natura fiscale. Da tale estensione ricevono i maggiori disagi i lavoratori autonomi, che sono già soggetti alle ritenute a titolo di acconto dell'imposta sul reddito, peraltro, già certificate dal committente e conosciute dall’Agenzia delle Entrate. La norma, infatti, prevede la possibilità di compensare crediti di natura fiscale per importi superiori a 5.000 euro annui, a partire dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione da cui il credito emerge. Un’altra proposta di modifica contenuta nel documento è quella inerente le ritenute e compensazioni in appalti e subappalti e in merito all’estensione del regime del reverse charge. Condivisibile per il CNO l’estensione del regime dell’inversione contabile con l’obiettivo di contrastare e arginare il fenomeno dell’evasione dell’IVA nei contratti di appalto e subappalto caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera. Troppo complesso e gravoso, invece, il meccanismo di comunicazioni incrociate e gli adempimenti relativi al versamento delle ritenute fiscali di lavoro dipendente ad opera del committente in luogo dell’appaltatore, dell’affidatario o del subappaltatore. Il CNO, dunque, ritiene che tale disciplina debba essere eliminata o, in subordine, rideterminata come segue: limitare la platea dei destinatari alle sole ipotesi di contratto di appalto e di subappalto di servizi endo-aziendali in cui vi è prevalente utilizzo di manodopera (cd. labour intensive); semplificare la procedura introducendo un servizio informatizzato di controllo dell’operato dell’appaltatore/subappaltatore; infine, escludere dall’obbligo di versamento al committente anche le piccole e medie imprese.

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