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Una strada per Giorgio Gaber, Ghinelli annuncia l'intitolazione durante lo show di Andrea Scanzi

"Sognavo una serata perfetta e lo è stata, almeno per noi sul palco". Così Andrea Scanzi commenta al termine dello spettacolo che ieri sera lo ha visto protagonista sul teatro Petrarca intento a raccontare il suo Giorgio Gaber. Un bagno di...

"Sognavo una serata perfetta e lo è stata, almeno per noi sul palco".

Così Andrea Scanzi commenta al termine dello spettacolo che ieri sera lo ha visto protagonista sul teatro Petrarca intento a raccontare il suo Giorgio Gaber.

Un bagno di folla ha accolto il giornalistica, scrittore e attore aretino che, in occasione del 15esimo anniversario della scomparsa del Signor G. ha voluto portare in scena uno spettacolo tributo a questo grande protagonista dell'era contemporanea.

Al termine dello spettacolo, è stato poi il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli a salire sul palco e prendere la parola rivelando a tutti di essere intenzionato a dedicare il nome di una strada cittadina al compianto cantautore.



In centinaia hanno assistito a quello che è passato alla storia come il Gaber Day. Tra i protagonisti di questa notte tanto speciale, oltre ad Andrea Scanzi, anche Syria, Paolo Benvegnù e Giulio Casale.
"Ieri, al Petrarca - scrive Andrea Scanzi sul suo profilo Facebook - è stato il giorno del Gaber Day. Un teatro bellissimo e strapieno, 600 persone attente e partecipi, colpite e sballottate - perché Giorgio fa anche male - dal Grande Gaber. E' stato bellissimo. Tutto naturale, tutto come doveva essere. Una serata pienamente gaberiana, senza ammicchi e "commercializzazioni" come troppe volte ho visto nei ricordi di G.
Non posso non ringraziare, anzitutto, gli amici artisti sul palco: Paolo Benvegnù (I padri miei, Io e le cose), Giulio Casale (Il comportamento, Le elezioni, Il cancro, L'elastico), Syria (Latte 70, Non è più il momento, Se io sapessi) e il monumentale chitarrista Massimo Germini. Due ore scivolate via, tra lacrime e sorrisi. E quando è stato proiettato Qualcuno era comunista è sembrato di rivedere il Signor G al Petrarca, proprio come quando la interpretò nel '93 (e io c'ero). Grazie al fratello Simone Rota, ai tecnici, a Stefania delle Officine della cultura. Grazie a Giovanna Quirici, sorella del grande Beppe, che si è sciroppata 18 treni o giù di lì pur di esserci. E grazie anche alla Fondazione Gaber e in particolare a Paolo Dal Bon, che nel messaggio introduttivo ha ricordato (con parole troppo buone) il rapporto tra Giorgio e me: le mie interviste, la nostra amicizia, la mia tesi, la stima che chissà perché aveva per me.
L'idea di ieri è nata due o tre mesi fa. Ero con amici, poi tornai a casa. Passeggiando di notte nel mirabile centro storico di Arezzo, pensai: "La mia città deve avere una via dedicata a Gaber". Scrissi subito un messaggio al sindaco Alessandro Ghinelli: "Facciamo un Gaber Day al Petrarca. Organizzo tutto io e non voglio nulla, tranne due cose: il teatro pieno e, più ancora, una via o piazza dedicata a Gaber". Il sindaco ha risposto subito di "sì": è un gaberiano di stretta osservanza anche lui. Mi ha dato libertà totale, il Comune è stato collaborativo oltremodo e non ignoro, come ho detto più volte, che se tre anni fa - sciagura biblica - ad Arezzo avessero vinto i renzini-boschini, io non avrei mai fatto una serata come quella di ieri sera al Petrarca. Lo ringrazio, quindi: una volta di più. Come ringrazio, una volta di più, tutti voi. Arezzo non (mi) tradisce mai. E' stato bellissimo. E lo sarà ancora di più quando, a breve, passeggerò per Arezzo e mi ritroverò in via Giorgio Gaber: "intellettuale, 1939-2003". Un altro cerchio che si chiude, come si deve chiudere".

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