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Una Ninnananna dedicata a Terezín passando da Birkenau

Giovedì 2 febbraio alle ore 21:15 presso il Teatro Comunale Mario Spina di Castiglion Fiorentino le Officine della Cultura, cooperativa aretina impegnata da anni nel racconto dei temi del contemporaneo, sigilleranno il loro personale percorso...

Giovedì 2 febbraio alle ore 21:15 presso il Teatro Comunale Mario Spina di Castiglion Fiorentino le Officine della Cultura, cooperativa aretina impegnata da anni nel racconto dei temi del contemporaneo, sigilleranno il loro personale percorso dedicato al Giorno della Memoria. In scena “Wiegenlied – Ninnananna per l’ultima notte a Terezín”, un progetto originale elaborato insieme allo scrittore Matteo Corradini che vede in scena la Pavel Žalud Orchestra, formazione unica al mondo che suona 14 strumenti originali della ditta Pavel Žalud provenienti dal ghetto di Terezín.

Diretta da Enrico Fink la Pavel Žalud Orchestra accompagnerà Corradini nel racconto e nei colori musicali del percorso umano e artistico della poetessa Ilse Weber realizzato insieme ai bambini di Terezín. Lo spettacolo, all’interno della stagione del Mario Spina a cura di Comune di Castiglion Fiorentino, Fondazione dello Spettacolo e Officine della Cultura, sarà replicato la mattina stessa per gli studenti di Castiglion Fiorentino e venerdì 3, presso il Teatro Pietro Aretino, per gli studenti di Arezzo.

Fanno parte della Pavel Žalud Orchestra: Massimo Greco (mandolino), Lea Mencaroni (oboe), Lavinia Massai (ottavino), Alessandra Andreani (clarinetto), Massimo Ferri (tambura e bouzouki), Luca Roccia Baldini (contrabbasso), Mariel Tahiraj (violino), Massimiliano Dragoni (percussioni), Leonardo Morella (tromba), Matteo Corradini (voce narrante e fondatore), Enrico Fink (direzione e flauto), Gianni Micheli (clarinetto), Gabriele Coen (clarinetto), Riccardo Battisti (fisarmonica), Saverio Zacchei (flicorno basso)

La Ninnananna dedicata a Terezín giunge dopo la partecipazione di Officine della Cultura all’edizione 2017 del Treno della Memoria Firenze/Auschwitz, organizzato dalla Regione Toscana, in collaborazione con il Museo della deportazione di Prato e sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica.

La X edizione dedicata a Primo Levi di uno tra gli eventi più coinvolgenti della Regione Toscana, per numero di partecipanti – quest’anno 750 tra studenti, rappresentanti istituzionali e associazioni - e valore etico, ha fatto dunque ritorno ad Arezzo con una straordinaria restituzione emotiva, anche merito dell’incontro con i protagonisti di anni in cui l’Europa ha assistito allo sterminio pianificato di una parte preziosa di sé. «Educativo è capire e far capire i meccanismi che portano l’uomo a questo punto di aberrazione che vediamo ripetersi oggi sui barconi che solcano il Mediterraneo, che abbiamo visto durante la guerra in Ex Jugoslavia. Non dobbiamo voltarsi dall’altra parte. Ai tempi di Auschwitz coloro che riuscivano a non girare lo sguardo erano veri eroi. Oggi bisogna essere tutti eroi» come dichiarato da Ugo Caffaz, animatore da sempre del Treno della Memoria. Particolarmente toccante l’ingresso al campo di concentramento di Birkenau con gli studenti toscani divenuti custodi e voci della presenza nella storia dell’oggi del nome di chi, oltre settant’anni fa, è stato spogliato della stessa umanità.

Oltre alla partecipazione ai vari incontri Officine della Cultura è stata protagonista presso il Cinema Kijow di Cracovia dello spettacolo “Gli scacchi per Pesach”, un percorso attraverso le musiche, le immagini e i sapori della Ferrara ebraica di prima della guerra, nel mondo reso noto attraverso gli scritti di Giorgio Bassani. Protagonista della serata Enrico Fink, considerato tra i principali interpreti della tradizione ebraica italiana, accompagnato da Massimo Ferri (chitarra), Luca Baldini (basso) e Massimiliano Dragoni (percussioni e salterio), portavoce nel racconto di un viaggio che ha inizio con il proprio bisnonno, arrivato nei primi anni del ‘900 in Italia dalla Russia, in fuga dai pogrom zaristi: un uomo che ha percorso la distanza fra due mondi ebraici diversissimi fra loro, quello dell’ebraismo hassidico della sua shtetl di origine, e quello della assimilata comunità ferrarese, dove diventa cantore durante i riti, prima di finire cancellato dalla furia nazifascista con gran parte della sua famiglia.

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