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Star Wars: Il Risveglio della Forza

Non è certo facile esprimere un giudizio su questo settimo episodio della saga galattica più amata al mondo. Ci sono troppe variabili emotive per non condizionarne la visione e le successive riflessioni. Sarebbe impossibile il contrario, la saga...

Non è certo facile esprimere un giudizio su questo settimo episodio della saga galattica più amata al mondo.

Ci sono troppe variabili emotive per non condizionarne la visione e le successive riflessioni.

Sarebbe impossibile il contrario, la saga originale è stata un punto di inizio per molti appassionati di cinema che si sono trovati di fronte ad un'epopea senza precedenti capace di cambiare completamente le produzioni hollywoodiane, capace di emozionare e di far sognare, capace di rimanere intatta dopo generazioni e dopo molteplici visioni.

Se a questo bagaglio storico aggiungiamo tutto l'hype che Disney ha creato nei mesi precedenti all'uscita del film (trailer montati ad hoc, notizie sulla trama rilasciate con il contagocce e una pletora di pubblicità dei più svariati marchi concepita a tema "Star Wars") è facile intuire quanto le aspettative fossero alte e quanto, una volta seduti in sala in attesa dell'inizio, la tensione emotiva fosse caricata al punto giusto.

Bene.

Dopo questo doveroso preambolo, dopo due visioni e dopo quasi una settimana per metabolizzarne gli effetti, siamo pronti a tirare le somme. Senza girarci troppo attorno, sarebbe inutile considerando quanto già si è scritto in questi giorni, il film piacerà e piacerà persino a molti.

Non c'era dubbio che la Disney e J.J. Abrams non volessero fare un completo salto nel buio.

Il loro intento, a fronte di un investimento di oltre quattro miliardi di dollari necessari alla Disney per acquisire la LucasFilm, è sempre stato quello di riuscire ad attirare il maggior numero di spettatori: dai fan di vecchia data, a chi non si è mai interessato al mondo creato da Lucas e, soprattutto, alle nuove generazioni che si accostano alla saga per la prima volta. Con operazioni di questo tipo è difficile accontentare davvero tutti, a giudicare però da quello che si legge in giro parrebbe che Abrams & Co. ci siano riusciti.

Non è tutto oro quello che luccica però.

Nonostante le considerazioni appena fatte credo che per valutare la pallicola nella maniera più corretta sia doveroso scinderla dal mito a cui è legata. Se infatti il film lo si giudica come una space opera cercando di non accostarlo al marchio Star Wars, limitandoci quandi agli aspetti puramente tecnici, non si può negare, seppur senza troppe concessioni alla fantasia, una buona padronanza nell'uso della macchina da presa ed un impiego gradevole degli effetti speciali sempre nello standard, alto, della ILM. L'azione è al centro dell'inquadratura ed il montaggio, serrato ma non confusionario, permette di capire cosa sta accadendo.

Forse l'influenza di Abrams si nota un pò meno che in altre pellicole da lui dirette ma è comunque facile riconoscerne la mano.

Azzeccate poi alcune scelte estetiche come le carcasse in giro per i pianeti di Star Destroyer o AT-AT, quasi fossero un cimitero a testimonianza delle vecchie battaglie contro l'Impero. Questo dimostra che se siete vaggiatori occasionali all'interno dell'opera di Lucas, o meglio ancora del tutto estranei, con tutta probabilità ne uscirete soddisfatti ma se siete, come il sottoscritto, appassionati della saga e soprattutto grandi appassionati di cinema, allora il punto di vista può letteralmente ribaltarsi lasciandovi con l'amaro in bocca. Posso descrivere la mia esperienza in poche parole.

La sala si fa buia, il logo della LucasFilm troneggia per qualche istante per poi lasciare il posto a quell'iconica frase: "Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..."

L'emozione sale ed è incontrollabile fino ad esplodere con l'arrivo della musica di John Williams e il logo a tutto schermo di Star Wars. Fine. Questo purtroppo è stato il massimo picco emotivo che ho avuto. Mi sono sforzato per tutto il film ma la sensazione è stata quella di assistere ad un buon prodotto dal punto di vista tecnico ma assolutamente avulso da tutto quello che lo avrebbe dovuto rendere epico. Il problema principale probabilmente è stata la decisione della Disney di non rischiare proponendo di fatto una sorta di remake/reboot di Una nuova speranza.

Se da un lato con i trailer l'operazione di depistaggio è stata impressionante (nessuno si aspettava di fatto certi risvolti che la trama ha poi preso) dall'altro, la poca fantasia e la voglia di non osare, hanno conseganto un'avventura lineare e priva di novità costruita sulla struttura dell'originale del '77.

Gli snodi narrativi sono letteralmente identici, cambiano i personaggi nei ruoli chiave ma il risultato è sempre lo stesso: un droide che trasporta informazioni importanti finisce tra le mani di colei che sarà "una nuova speranza" (concedetemi il gioco di parole) per la Resistenza (un tempo Ribellione) ed avviata alla conoscenza della Forza, necessaria a contrastare l'egemonia del Primo Ordine (nato dalle ceneri dell'Impero) e dell'arma suprema a loro disposizione, la Starkiller (che poi non è altro che una Morte Nera ma molto più grossa). Nonostante la trilogia prequel (Episodio I, II e III) diretta da Lucas avesse evidenti difetti (Jar Jar Binks, il personaggio più odiato della saga, un uso eccessivo di sfondi in CGI, lungaggini politiche) gli va però riconosciuto il coraggio di aver inserito ad ogni capitolo qualcosa di nuovo, che poi è uno dei motivi per cui corriamo ogni volta a vedere Star Wars; la magia dell'avventura e della scoperta, fantasticare su quale pianeta della galassia lontana lontana questa volta verremo catapultati o di quale strana creatura faremo la conoscenza. Alcune scelte poi mi sono sembrate decisamente fuori luogo, come la capacità di usare la spada laser con disinvoltura dal primo che capita o il modo in cui viene trattata la Forza, quasi a resettare quello che i precedenti capitoli ci avevano insegnato a riguardo.

Obi-Wan Kenobi in Una nuova speranza spiega la Forza a Luke Skywalker con ventinove parole che ancora torreggiano altisonanti: "La Forza è quella che da al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra. Mantiene unita tutta la galassia."

Su questo settimo capitolo pare che tutto sia semplificato e sminuito.

Il punto più debole è probabilmente proprio questo, la velocità con qui certi argomenti ed esiti della trama vengono trattati, figlio di quella nuova ondata cinematografica ad uso e consumo delle nuove generazioni del "tutto e subito".

Per non parlare dello score musicale, ancora una volta curato da John Williams, che risulta decisamente sotto tono; nuovi pezzi poco incisivi e decisamente per nulla epici.

Ottimo invece tutto il cast, in particolar modo i nuovi volti a cui è affidato il compito di portare avanti la saga: da un carismatico e dalla battuta facile John Boyega (Finn) ad un'emotiva Daisy Ridley (Rey).

Oscar Isaac e il suo personaggio Poe Dameron, pilota di X-Wing della Resistenza, avrà sicuramente maggior importanza nei prossimi capitoli. Dividerà invece l'opinione il nuovo cattivo Kylo Ren votato al lato Oscuro ed interpretato da Adam Driver.

L'ossessione di Kylo nell'eguagliare Darth Vader (porta un'ingombrante maschera pur non avendone un reale bisogno) lo logora lentamente.

Tanto determinato a somigliargli quanto diverso nei modi, si dimostra incapace di controllare ira ed emozioni (la sua spada laser con un raggio imperfetto ed instabile pare essere specchio del suo tormento).

Il suo carattere insicuro, che lo porterà ad essere tentato dal lato Chiaro della Forza, è una delle cose più riuscite del film, nonché una delle poche novità.

Sarà interessante vederne lo sviluppo nei prossimi capitoli essendo quello di Driver, a conti fatti, il personaggio più controverso e l'unico ad avere realmente delle scelte.

La new entry BB-8 farà di sicuro la gioia dei bambini e soprattutto delle tasche della Disney grazie al merchandising.

Ovviamente non mancano i droidi C-3PO ed R2-D2 che abbiamo tanto amato, l'iconico Millennium Falcon e la spada di Luke Skywalker.

L'inseparabile coppia Harrisn "Han Solo" Ford e Peter "Chewbacca" Mayhew tornano invecchiati, anche se per Ciube il pelo sembra non diventare bianco.

Se da un lato questo è funzionale alla storia, in quanto procede trent'anni dopo dall'episodio VI, da un altro, quello puramente emotivo legato ai ricordi, ha uno strano effetto nostalgico.

È invece Carrie Fisher (Leia Organa) ad uscirne nella maniera peggiore, non che sia mai stata un'attrice dalle doti smisurate, ma qui pare davvero essere al di solito del minimo sindacale.

Insomma, quello che manca a questo nuovo Star Wars è proprio l'effetto Star Wars.

Le teorie del mito di Campbell sembrano solo essere scimmiottate, regalandoci, in oltre due ore di film (va comunque detto scorrevoli), solo una sequela di omaggi alla saga originale quasi stessimo sfogliando un vecchio album di fotografie, senza tuttavia la capacità di regalarci ancora una volta la magia di una nuova epica storia. Andate comunque sereni al cinema, nel bene e soprattutto nel male è pur sempre Star Wars.

Dentro, ognuno di noi, sta già aspettando il prossimo capitolo.

Voto 6/10

Star Wars Episodio VII - Il risveglio della forza (Star Wars: The Force Awakens, USA, 2015) Regia: J.J. Abrams.

Sceneggiatura: Lawrence Kasdan, J. J. Abrams, Michael Arndt

Cast: Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mathew, Kenny Baker, John Boyega, Daisy Ridley, Adam Driver, Oscar Isaac, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Max von Sydow, Lupita Nyong'o, Pip Anderson, Crystal Clarke, Christina Chong, Miltos Yerolemou, Greg Grunberg, Warwick Davis, Jessica Henwick, Maisie Richardson-Sellers, Iko Uwais, Yayan Ruhian, Leanne Best e Gwendoline Christie.

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