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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Spectre - Voto: 7,5

Era il 1953 quando il quarantacinquenne Ian Fleming pubblicava, con scarsi successi di pubblico e critica, il primo romanzo dedicato all'iconico personaggio James Bond dal titolo "Casinò Royale". Solo con il passare del tempo, e più precisamnete...

Era il 1953 quando il quarantacinquenne Ian Fleming pubblicava, con scarsi successi di pubblico e critica, il primo romanzo dedicato all'iconico personaggio James Bond dal titolo "Casinò Royale". Solo con il passare del tempo, e più precisamnete dal 1962, anno di approdo nelle sale cinemtografiche del film "Agente 007 - Licenza di uccidere", allo scrittore furono finalmente riconosciuti i meriti tanto da rappresentare oggi uno degli autori inglesi più significativi del Novecento.

Come ormai tutti sappiamo quello sarebbe stato solo l'inizio di una delle più longeve saghe cinematografiche, il carismatico e affascinante Sean Connery, nei panni del primo 007 su pellicola, avrebbe lasciato il segno pronunicando per la prima volta la celebre frase: "Bond, James Bond".

Dopo 53 anni e 24 film i marchi di fabbrica sono ancora riconoscibili: dalla classica sequenza d'apertura "gunbarrel" (la canna di pistola), ai titoli di testa di accurata ricercatezza estetica.

Il tempo passa ma sembra non farlo per l'agente "doppio zero", si rinnova nella forma, cambiano personaggi ed epoche ma lo spirito resta sempre quello di una volta.

Dalla dicotomia tradizione e innovazione non si discosta nemmeno "Spectre", ultimo capitolo della saga diretto ancora una volta da Sam Mandes e quarto per Daniel Craig nei panni di Bond.

Inutile dire che l'attesa fosse tanta, dopo lo spettacolare Skyfall la paura di restare in parte delusi sembrava dietro l'angolo.

Ripetere quello che era stato fatto per il precedente capitolo aveva tutto il sapore di un'impresa titanica; quel finale epico, il villain Raoul Silva (Javier Bardem), così atipico e fuori dagli schemi e poi l'inaspettato, la morte di M (Judi Dench). Con dei precedenti di tale portata il peso del confronto che gravava su Spectre era tangibile, la scelta quindi di mantenere al timone Sam Mandes ci è sembrata la più azzeccata. Quello che ne esce fuori però è un Bond più convenzionale, distante dagli azzardi e dalle sorprese del suo predecessore, che pur non rimaneva avulso delle poprie origini. Un Bond in cui i cliché della saga tornano ad essere protagonisti. Assistiamo ai rocamboleschi e continui spostamenti di James in un film più votato sicuramente all'azione che alla psicologia dei personaggi come avveniva in Skyfall. Intendiamoci, questo non è assolutamente un male, chi però si aspetta un seguito in linea con il precedente potrebbe in parte restarne deluso. Al centro della trama troviamo una potentissima organizzazione, lo Spectre, intenta nell'accentrare in un unico organo tutti e nove i servizi segreti sparsi per il mondo con lo scopo di avere così un controllo e un potere illimitato. Sarà Bond, insubordinato più che mai, a voler risolvere il caso. La partenza è roboante come al solito; una fase d'antologia a Città del Messico che attacca con un sontuoso ed impeccabile piano sequenza del Giorno dei Morti (già questa da sola varrebbe il prezzo del biglietto) per poi spostarsi a Roma straripante di storica suggestione. Insomma, è ovvio che il ritmo non tarda ad arrivare, come anche i riferimenti ai capitoli più recenti della saga. Il titolto infatti parla chiaro, su Spectre i fantasmi del passato di Bond torneranno a tormentarlo. Peccato che su questo versante la sceneggiatura resti perlopiù appena abbozzata, con un incipt del genere era forse lecito aspettarsi un trattamento più articolato e complesso. Non mancano poi rimandi e chicche anche alle vecchie pellicole, su tutti il personaggio di Dave Bautista, Mr. Hinx, enorme e poco loquace ma dotato di letali unghie d'acciaio che strizza l'occhio a Squalo, visto in "La spia che mi amava" (1977) e "Moonraker - Operazione spazio" (1979), o ancora il costume che indossa Bond con la maschera da scheletro nei primi minuti di film che rievoca quello di Samedi in “Vivi e Lascia Morire". Alla luce di quanto scritto mi pare ovvio che Sam Mendes, pur abbandonando in parte il percorso preso con Skyfall, non tanto come coerenza narrativa, che risulta solida e lineare, ma quanto per forma e coraggio di osare, porta a casa un risultato finale che è un riuscito ed enorme tributo a James Bond tra citazioni e novità, capace di farsi apprezzare sia all'interno dell'universo bondiano che come film d'azione tout court. Non è un caso che un'altra grande saga del genere action come quella di "Mission Impossible" abbia rivisto recentemente un nuovo splendore, come a confermare una volta di più l'importanza della fusione tra vecchio e nuovo. Voto: 7.5/10 Spectre (USA, 2015)

Regia: Sam Mendes

Sceneggiatura: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade, Jez Butterworth

Cast: Daniel Craig, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomi Harris, Dave Bautista, Christoph Waltz, Monica Bellucci, Andrew Scott, Rory Kinnear, Jesper Christensen, Detlef Bothe, Brigitte Millar, Marc Zinga, Stephanie Sigman, Alessandro Cremona e Peppe Lanzetta.

Film al cinema

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