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Pasqua. Tradizionalisti, vegetariani e vegani seduti a tavola insieme: i menù

Che siate tradizionalisti, creativi, vegetariani o vegani poco conta. A Pasqua nessuno può rinunciare al consueto pranzo a base di piatti preparati con amore e spirito di condivisione. Partiamo dalla categoria più comune. I tradizionalisti...

Che siate tradizionalisti, creativi, vegetariani o vegani poco conta. A Pasqua nessuno può rinunciare al consueto pranzo a base di piatti preparati con amore e spirito di condivisione.

Partiamo dalla categoria più comune.

I tradizionalisti.

In questo caso dobbiamo fare una prima fondamentale distinzione tra integralisti e 'rilassati'. I primi sono quelli che la mattina di Pasqua si svegliano di buon’ora per preparare e consumare una (a dir poco) robusta colazione. I secondi invece sono quelli che bevono il caffè al bar e si preparano psicologicamente per il pranzo.

Entrambi però sono accomunati da una filosofia che diventa poi il mantra della giornata: la Pasqua è una festa per stomaci impavidi.

La giornata è scandita da una scaletta serratissima di appuntamenti con la forchetta e il coltello.

Primo step (riservato all’integralista): ore 7,30 sveglia e colazione.

Dopo un salto acrobatico dal letto e aver spedito Fido in giardino, l’integralista della Pasqua si lancia in una simultanea accensione di fornelli, nel taglio compulsivo di fette di pane e nel rumoroso risveglio di tutta la famiglia. Il menù della prima colazione prevede: panina, meglio se unta, finocchiona, salame, uovo benedetto, bicchiere di vino e latte per i più piccoli. Il tutto da consumarsi entro e non oltre le 11 perché poi c’è la messa.

Ore 13 pranzo. Come antipasto sono indispensabili uovo benedetto (preferibilmente mangiato senza alcuna salsa) e panina. In Valtiberina non è inusuale cominciare con Torta di Pasqua e capocollo. Ever green di ogni festa, in tutte e quattro le vallate, sono i crostini neri, i sottaceti e le vassoiate di affettati e formaggi misti. Ma se l’antipasto è un caposaldo della tradizione, con l’ingresso del primo piatto le opinioni iniziano a divergere. Alcuni non rinunciano al tortellino in bordo. Altrettanto numerosi sono coloro che portano in tavola le tagliatelle al sugo. In Valdichiana è molto probabile che come condimento per la pasta (fatta a mano s'intende) ci sia il sugo di nana. Poi il secondo. L’agnello con le erbe è il 'must have' di ogni pranzo tradizionale e, con varianti più o meno audaci, non manca mai. In Valdarno particolarmente in uso è anche il Pollo in Galantina. Un secondo piatto che solitamente anticipa l’ingresso dell’arrosto e che viene accompagnato da sua leggerezza l’insalata russa. Infine arrivano i dolci. Troppo semplice sarebbe dire che il pasto si chiude con la colomba. No. Non c’è solo questa. Valdichiana e Valtiberina preparano la ciaramiglia (o ciaramicola) una gustosa torta decorata con zuccherini colorati, alchermes e glassa accompagnata da un buon bicchiere di vin santo. In Valdarno e Casentino invece le mamme e le nonne fanno i Berlingozzi, dei mega biscottoni a base d’anice.

Un pasto davvero per impavidi di cuore e coraggiosi d’animo che non stenta a mettere a dura prova anche mangiatori provetti. I creativi

Questa seconda categoria di buongustai cerca solitamente di dare la propria interpretazione alle ricette tradizionali di Pasqua.

Antipasti, primi piatti, secondi e dolce sono frutto di un laborioso studio, di una spesa oculata e di una grande dedizione per M@sterChef. Solitamente, i creativi e le creative si lanciano in esperimenti gastronomici senza precedenti che si traducono immancabilmente in sguardi perplessi e sudori freddi.

Un omaggio alle più severe scuole di impiattamento e di presentazione che impongono una buona dose di decorazioni all’interno dei piatti delle singole portate.

L’elenco delle possibili combinazioni gastronomiche proposte dai creativi della Pasqua sarebbe assai lungo da sintetizzare quindi rimandiamo il lettore ad una consultazione rapida ed indolore dei maggiori siti internet creati sull’argomento. I vegetariani e i vegani

Diciamocelo. Gastronomicamente parlando non è proprio la loro festa. Non sono infatti una novità le campagne di WWF e altre associazioni animaliste che puntano il dito contro “il massacro di agnelli” che si consuma nel periodo immediatamente precedente alla Pasqua.

Entrambe le categorie possono però contare su scelte di menù che, sempre con più frequenza, iniziano ad essere proposti anche in ristoranti e locande della città.

Per i vegetariani un piatto della tradizione pasquale che può essere consumato e condiviso anche con chi non ha abbracciato le stesse convinzioni alimentari, è la Torta Pasqualina. Pasta sfoglia, spinaci e uovo.

Per i vegani la situazione, dal punto di vista della condivisione degli alimenti tradizionali pasquali, è ancora più complicata. Fatta eccezione per alcuni contorni i menù Made in Arezzo non offrono un ampio spettro di possibilità per conciliare le esigenze del popolo vegan con quelle dei non.

Ma ogni ostacolo viene facilmente aggirato grazie ad una buona dose di impegno e di creatività.

Ecco qualche idea per cimentarsi in nuovi esperimenti e non rinunciare al gusto.
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