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Cultura

Quando la Madonna del Conforto fu esposta ad Anghiari: il racconto in ottava rima

Qui c’è la cronaca del viaggio dell’immagine della Madonna del Conforto verso la Valtiberina ed il suo arrivo, per ferragosto del 1896, con passaggio ed esposizione, da una all’altra, nelle chiese e cappelle di Anghiari, memorizzata molti anni dopo da Giuseppe Giorni, un “cantatore” di ottave di origine anghiarese.

Per non lasciare le cose a metà, vale la pena di documentare un’altra storia in ottava rima sullo stesso evento del centenario della Madonna del Conforto, che secondo Giovanni Fantoni si era festeggiato nel capoluogo per ottanta giorni.

Qui c’è la cronaca del viaggio dell’immagine della Madonna del Conforto verso la Valtiberina ed il suo arrivo, per ferragosto del 1896, con passaggio ed esposizione, da una all’altra, nelle chiese e cappelle di Anghiari, memorizzata molti anni dopo da Giuseppe Giorni, un “cantatore” di ottave di origine anghiarese che l’aveva imparata fino da bambino sentendola cantare da altri. La registrazione è del 9 marzo 1975 e lo stesso Giorni attribuì la composizione originale ad un certo Madiai di Anghiari, detto “il pecoraino” che la scrisse e la cantò al Campo alla Fiera nei mesi successivi all’evento, ma del quale, per altro, non fu in grado di documentare niente di più.

Sebbene condizionata dalla rigidità formale dell’ottava rima concatenata e dai suoi obblighi di rima, la composizione, che è assolutamente inedita, descrive con grande enfasi l’enorme partecipazione ed il fervore popolare che accompagnaronio l’evento religioso e, al tempo stesso una forma di ossequio per la magnificenza e lo sfarzo mostrati da ricchi e notabili del luogo. Si citano nomi e luoghi precisi (che meglio di tutti saranno compresi dagli anghiaresi) di questo indimenticabile tour, prodromo delle “madonne pellegrine” degli anni Cinquanta del Novecento.

O Vergine purella del Conforto

Invoca il canto mia, dammi energia

che possa raccontare il tuo trasporto

col canto bello della poesia

La gran turba di gente al labbro sciolto

cantava lodi a voi Madre Maria

il proposto coi preti e coi pievani

tutti con le corone nelle mani.

La Madonna passò per gli altipiani

la Madonna girò monti e collina

la grande processione di Cristiani

assieme alla Madonna pellegrina.

Accompagnato sempre dai sovrani

il Monsignore sta sera e mattina

il quindici d’agosto venne a Anghiari

a benedire i nostri posti cari.

Io stavo rigirando i casolari

Quelli che più o meno sono adatti

Ma nessuno passava da somari

già tanti assortimenti avevan fatti

di luci di grillande e tanti affati

specialmente alla villa del Busatti

poi vado verso la propositura

sembrava un paradiso addirittura.

Ecco la nostra mamma casta e pura

che dal Ponte alla Piera la venìa

sembra che venga alla villeggiatura

tutti si sente mentovar Maria.

Ma quanto è bello scorger la natura

la luna con le stelle la seguìa

i fòchi artificiali e quei traccianti

accompagnata da angeli e santi.

Or che dell’argomento tiro avanti

del vescovo vi devo ricordare

la comunione quasi a tutti quanti

all’una della notte venne a fare.

Anche chi ci ha la forza da giganti

Sembra che il cuore suo senta tremare

pensando alle parol del monsignore

palpiti fitti che filtrano il cuore.

La sera, appresso al nobile pastore,

partiva tanta gente per Campalla

col cantico rosario e un gran romore

on quattro portan la Madonna a spalla.

Ecco il pievano, un òmo di valore

venne coi popolani a riscontralla

e la portava drento al monestero

che l’intervenne tutto il mondo intero.

Io che per rigirar ci ho l’occhio fiero

vigilando la cura di Micciano

lassù c’è quattro preti per davvero

lo zio con due nipoti ed un pievano

guardavo casa sua, sembra un impero!

Assieme con la Motina e Tubbiano

la chiesa era guarnita a lumi e fiori

sembrava di migliaia di colori.

I nostri Buitoni i gran signori

che fino a Montedoglio illuminava

ma San Martino non restò di fuori

senza i Bartolomei si preparava.

Rendeva alla Madonna tanti onori

con canti e con gioie s’innalzava

ora passo per Viaio e Santa Croce

fra un poco un canto più che unn’ho più voce.

Nessuno si mostrò di essere atroce

quando la santa madre là passava

col cuore magnanissimo e veloce

con canti e con gioie s’innalzava.

Ora passò di là da quella foce

e presso Santo Stefano arrivava

e poi da Santo Stefano Tubbiano

ma l’ultimo San Leo di questo piano.

Ecco che lo splendor non fu lontano

questa è la sera del ventun agosto

l’anima sempre forte e il corpo sano

di ‘spettar la Madonna è ognun disposto

sia che provenga dal monte o dal piano

per essere presente ad ogni costo.

Ecco la nostra Mamma qua presente

che fece intervenir tutta la gente.

Si parte al confine allegramente

cantando litanie col gran sovrano

vedo due campanelle a noi sporgente

ai piedi agli accipressi all’altopiano

là dentro c’è due bimbe a noi scellente

che Maria benediscon la sua mano

là risplende la villa del sor Giorni

tempi passati che mai più son torni.

Perdonate un pochino i miei frastorni

ma così mi portò la poesia

vedo un vial di fiori a lumi adorni

ecco arrivati alla parocchia mia

un doppio di campane a quei dintorni

tutto risveglio la grande energia

ora n’altoparlate che sonava

mentre che la Madonna dentro entrava.

Il Monsignore a tutti ci parlava

ricolmo e pieno di amorevol fiamma

intanto l’ora già si approssimava

alle nove è arrivato un telegramma

che c’era tanta gente che aspettava

per accogliere infin la propria mamma

e alla ore ventuno a mezzavia

vengono a riscontrar Madre Maria.

Nessuno può capir la simmetria

la gioia e l’allegrezza della gente

da ogni parte del mondo la venìa

sembra San Leo ‘n’elettrica corrente

Al palazzo del Gigli si giungìa

dove canti di gioia ognun ne sente

illuminto da tante lampadine

che rallegrava il piano e le colline.

Là si sentìa cantar le signorine

seguitando il viale verso il Ghetto

illuminato di lumi e di stelline

strisce passanti da ogni parapetto

vedo alla Maestà due madonnine

si trovavono in fondo a quel borghetto:

questo è del cavaliere detto Umani

dove arrivò migliaia di cristiani.

Di là noi si partiva piani piani

si va verso la villa Gennaioli

signori da baciargli le sue mani

buona la madre e buoni i suoi figlioli.

Luci che illuminavan gli altipiani

raggi traccianti fino agli alti poli

dal tetto fino al piano delle scale

sembra che fosse là una cattedrale.

Fino al confine della principale

si arriva dove c’è un carro piazzato

muovendosi dal campo e dal viale

dove c’è un capannello fabbricato.

La drento c’è un’immagine in totale

sembrava il volto suo fosse incantato

colmo di gigli, rose e di viole

gli va colpo del sole la sue prole.

M’è rimasto da dir poche parole

indietro si ritorna per la via

a voce piena più che ognun ne pòle

si cantava le lodi di Maria.

Ognuno con don Fabio cantar vòle

lumi più belli d’ogni fantasia

ecco che il Monsignore l’è arrivato

il buon commendatore l’ha portato.

Chi si confessa e chi s’è confessato

il Vescovo farà la comunione

al cerchio tanta gente s’è accostato

si tratta di migliaia di persone.

Ogni cent’anni c’è questo trattato

di portar la Madonna in processione

pensate tutti siam figli d’Adamo

ma noi quest’altra volta non ci siamo

Stasera la Madonna la portiamo

al nostro detto Ponte dei confini

a quelli di Fighille la lasciamo

assieme a tutti gli altri pellegrini.

Ognuno farà forte il suo richiamo

addio Madre con tutti i serafini

e di chiamarla forte ha ognun deciso:

Ciao Madre ci vedremo in Paradiso

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