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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Luca Argentero diretto da Edoardo Leo al Teatro Verdi

Al Teatro Verdi di Monte San Savino nuovo appuntamento con la stagione teatrale 2018/19 giovedì 13 dicembre alle ore 21:15. In scena Luca Argentero in: "È questa la vita che sognavo da bambino?". A cura di Comune di Monte San Savino, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Officine della Cultura e A.S. MonteServizi.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ArezzoNotizie

Giovedì 13 dicembre, con inizio alle ore 21:15, appuntamento al Teatro Verdi di Monte San Savino con l’ultimo attesissimo spettacolo del 2018 di una stagione teatrale ancora ricca di ospiti e sorprese a cura di Comune di Monte San Savino, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Officine della Cultura e A.S. MonteServizi. Ospite d’eccezione Luca Argentero, attore dal sorriso ammaliante, in un racconto di Gianni Corsi portato sulle scene da Stefano Francioni Produzioni per la regia di Edoardo Leo: “È questa la vita che sognavo da bambino?”. Dalle ore 19:30 apertura del bar del teatro per un gustoso aperitivo in attesa dell’apertura del sipario di un evento che fin dai primi giorni d’apertura della prevendita ha registrato il tutto esaurito. In “È questa la vita che sognavo da bambino?” Luca Argentero racconta le storie di tre grandi personaggi dalle vite straordinarie, che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina: Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba. Un racconto sviluppato sia dal punto di vista umano che sociale, con una particolare attenzione al racconto dei tempi in cui hanno vissuto, di tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani. Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ’46, faceva simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, fino a farlo guadagnare di più l’arrivare ultimo che tentare la vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano. Ma insieme alla polarità, sono arrivati nuovi sfidanti, in una incredibile corsa a chi arriva ultimo. Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo, è l’uomo stesso. Eppure, la grande delusione del K2 lo ha spinto ancora più in là, a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: sé stesso. Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di San Remo con le sue vittorie. L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci, ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la rinascita italiana, forse illusoria ma sicuramente spensierata, degli anni’80. Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica, essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi. Informazioni: a Monte San Savino presso Teatro Verdi, Via Sansovino 66, tel. 0575 810498, sabato 20.30 – 23.30 e domenica 15.00 – 18.30; ad Arezzo presso Officine della Cultura, via Trasimeno 16, tel. 0575 27961 - 338 8431111, dal lunedì al venerdì 10.00 – 13.00 e 15.30 – 18.00. Prevendite on line presso BoxOffice Toscana e Ticktone. Biglietteria il giorno di spettacolo presso il Teatro con apertura alle ore 20.00. Sito di riferimento: www.officinedellacultura.org.

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