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Domenica, 28 Aprile 2024
Cultura

Gli archivi sonori toscani, salvati con il progetto "Grammo-foni. Le soffitte della voce"

Prosegue la catalogazione degli archivi sonori toscani avviata con “Grammo-foni. Le soffitte della voce” (Gra.fo), progetto biennale condotto dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena con il...

Prosegue la catalogazione degli archivi sonori toscani avviata con “Grammo-foni. Le soffitte della voce” (Gra.fo), progetto biennale condotto dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena con il finanziamento della Regione Toscana. Un lavoro che ha permesso di scoprire, digitalizzare, catalogare e rendere fruibili attraverso un portale online quasi 3000 ore di registrazioni orali provenienti da circa 30 archivi orali di area toscana raccolti da studiosi e appassionati di cultura e tradizioni popolari. Data la vastità e l’eterogeneità del materiale conservato (da biografie a etnotesti, da questionari linguistici a letteratura orale), Gra.fo costituisce un archivio preziosissimo della memoria toscana e restituisce una documentazione di prima mano delle varietà linguistiche della nostra regione dai primi anni sessanta.

Sull'immenso 'giacimento' sonoro già salvato, a EuroMed 2016 a Cipro la professoressa Calamai del Dipartimento di Arezzo e Alessandro Pozzebon del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Siena hanno presentato un’idea progettuale che unisce due aspetti: il recupero degli archivi sonori e il loro possibile riutilizzo in una app per un turismo sonoro che mira a riscoprire l’anima dei luoghi dall’interno, cioè attraverso le voci degli stessi abitanti che nel tempo hanno vissuto tali luoghi. Sfruttando la logica dell’Augmented Reality, la visita di un luogo viene arricchita, attraverso una app dedicata che utilizza le tecnologie comunemente presenti su smartphone e tablet, dall’ascolto di testimonianze autentiche legate al luogo stesso.

Il lavoro di recupero degli archivi avviato con Gra.fo prosegue invece con il progetto “Voci da ascoltare”, sostenuto con fondi del Dipartimento universitario di Arezzo e di Unicoop Firenze.

“Ora che l’Italia è diventata membro effettivo di Clarin, Common Language Resources and Technology Infrastructure, infrastruttura di ricerca europea che, tra i vari obiettivi, vuole anche rendere accessibili tutte le tecnologie e le risorse linguistiche esistenti in Europa – spiega la professoressa Silvia Calamai del Dipartimento universitario di Arezzo - il prezioso scrigno di Gra.fo dovrà essere reso fruibile attraverso la porta virtuale europea di accesso alle risorse linguistiche del continente, il Clarin Virtual Language Observatory”. Alla Conferenza di Clarin 2016 di Aix-en-Provence, che si è svolta nelle settimane scorse, è stata presentata un’ipotesi di lavoro per permettere l’accessibilità dei metadati di Gra.fo attraverso quelli in uso all’interno del Virtual Language Observatory.

Nella prossima primavera un incontro di lavoro del gruppo di Oral History all’interno di Clarin si terrà ad Arezzo con la partecipazione di studiosi e rappresentanti dei principali gruppi di ricerca europei attivi nella ricerca di storia orale e nel crowdsourcing per le scienze umane, esperti di strumenti per il riconoscimento e l’elaborazione del segnale vocale.

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