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Giostra Saracino

Gori lascia, si chiude un'era a Santo Spirito: "Decisione dolorosa. Ma il quartiere vincerà ancora"

Confermate le dimissioni del rettore in una lettera ai quartieristi: “Motivi familiari mi costringono ad abbandonare la carica. Il nostro resterà un amore senza confini”. Il vicario Magi probabile successore

Nessun ripensamento, Ezio Gori lascia Porta Santo Spirito dopo 15 anni da rettore e 13 vittorie in piazza, che hanno riportato il quartiere in testa all'albo d'oro. Ci sono motivi familiari alla base di una decisione definita "sofferta e dolorosa" e che arriva con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza naturale del consiglio direttivo. Fugata definitivamente la possibilità di un ripensamento da parte di Gori, che già in passato aveva annunciato le dimissioni per poi tornare sui suoi passi, convinto dal grande affetto gialloblu. Stavolta no. Che l'epilogo fosse questo si era capito ieri sera, quando il rettore non si è presentato alla tradizionale assemblea dei soci: l'ultimo segnale di un epilogo ormai cristallizzato. Adesso Porta Santo Spirito dovrà decidere se affidare il ruolo apicale al vicario Giacomo Magi (ipotesi più probabile) o battere strade diverse per traghettare il quartiere verso il 2025.

In una accorata lettera aperta a tutti i quartieristi, Ezio Gori ha spiegato i motivi della sua scelta, ribadendo il legame profondo con il popolo della Colomba.

"Lasciare il ruolo di rettore è una decisione sofferta e dolorosa che affonda le proprie ragioni nel fatto che, da molto tempo ormai, motivi familiari mi costringono a stare lontano dal quartiere di Porta Santo Spirito. Non riesco più a dare quell’apporto che ho sempre ricercato e che la mia persona mi impone. Per questo ho deciso, con grande serenità, di rassegnare le mie dimissioni dalla carica di rettore e di consigliere con effetto immediato.

Una decisione che ho già comunicato personalmente a tutto il consiglio direttivo che mi ha sempre sostenuto in questo lungo e fantastico sogno che mai avrei pensato di poter vivere. Arrivato come un corpo estraneo, giorno dopo giorno – per oltre quindici anni – il quartiere è stato la mia vita, la mia casa. Assieme alle persone che hanno ricoperto il ruolo di consigliere, ai nostri eroi Elia e Gianmaria, agli allenatori, ma soprattutto a tutto il Popolo gialloblù, abbiamo potuto realizzare imprese epiche che nessuno di noi avrebbe mai pensato di sognare.

I sogni, invece, sono diventati realtà non per caso, ma perché fin dall'inizio avevamo un progetto in mente, che giorno dopo giorno siamo riusciti a realizzare con grandi sacrifici e altrettanta fermezza. Se tutto questo è stato possibile il mio ringraziamento va a tutti Voi, meraviglioso Popolo della Colombina. Tutto quello che abbiamo fatto insieme e tutto quello che il quartiere deve ancora fare, è e sarà possibile solo se dedichiamo totalmente noi stessi alla causa gialloblù.

Per me, purtroppo, non è più possibile. Motivi personali mi impongono di stare vicino alla mia mamma, che da tempo ha bisogno della mia costante presenza al suo fianco. Insieme al Popolo gialloblu abbiamo scritto la storia ma ci sono ancora pagine e pagine che ancora devono essere scritte. Santo Spirito è la mia casa, la mia famiglia, qui ho conosciuto persone e costruito amicizie che resteranno per sempre. Adesso però è giunto il momento di lasciare.

Il mio cuore soffre ma le risorse umane presenti oggi al quartiere mi danno tranquillità e serenità per poter guardare con incondizionata fiducia al futuro del mio quartiere, sicuro che i successi continueranno in ogni campo, da quello tecnico a quello sociale, raccogliendo il contributo di tutti per continuare il nostro “progetto”. Il mio non è un addio, quando la mia situazione familiare me lo consentirà sarò sicuramente di nuovo al quartiere, da quartierista, insieme a tutto il Popolo a sostenere e spingere Santo Spirito verso gli obiettivi che dovranno essere quelli di sempre: primi in tutto.

Con antico ardore".

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