I vertici Ubi tornano ad Arezzo, i sindacati: "Preoccupano gli esuberi. Speranze per il centro direzionale"
Seppur in maniera ancora informale, i vertici Ubi Banca sono tornati ad Arezzo venerdì scorso, ad incontrare tutti i rappresentanti sindacali del gruppo Etruria. "Com'era da aspettarsi - spiega Fabio Faltoni di Fabi - sulle domande più...
Seppur in maniera ancora informale, i vertici Ubi Banca sono tornati ad Arezzo venerdì scorso, ad incontrare tutti i rappresentanti sindacali del gruppo Etruria.
"Com'era da aspettarsi - spiega Fabio Faltoni di Fabi - sulle domande più insidiose rispetto al futuro industriale, i dirigenti della banca bergamasca sono rimasti molto abbottonati, per la cautela data da un'azienda quotata in Borsa, e ancora in attesa dei passaggi formali - delle varie autorità europee - necessari alla chiusura dell'operazione di vendita di Nuova Banca Etruria e di tutte le sue aziende partecipate".
Poi Faltoni entra nel dettaglio: "Comunque, entro breve si aprirà una procedura che potrebbe riguardare esuberi di personale, in un'ottica di abbassamento dei costi; a seguire - quindi ad aprile, dopo la loro assemblea dei soci - un vero e proprio piano industriale di Ubi che illustrerà modi e tempi precisi dell'entrata nel loro Gruppo delle tre banche-ponte. Ed è qui che si giocherà la partita più importante, è qui che si capirà molto di più sulla presenza nel nostro territorio della vecchia BancaEtruria, si capirà cioè come i nuovi proprietari vorranno integrare noi - assieme a Banca Marche e CariChieti - nella loro organizzazione".
Una riorganizzazione che i lavoratori un po' temono. "Ubi è certamente attrezzata e - prosegue Faltoni - abituata alle fusioni e alle aggregazioni, essendo nata dieci anni fa proprio da un'aggregazione, però le istituzioni aretine devono evitare di farsi trovare impreparate e, soprattutto, possono agire sin da subito presso i nuovi proprietari per far valere le specificità, le caratteristiche e la forza dei nostri territori, delle aziende, del mercato dell'oro, del risparmio delle famiglie. Da parte nostra, garantiamo sulla grande e riconosciuta professionalità di tutti lavoratori - di tutte le filiali d'Italia e delle aziende partecipate - e lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e lo faremo all'interno delle procedure sindacali e nei rapporti coi nuovi proprietari.
Infine un appello.
Chiediamo salvaguardia dell'occupazione, valorizzazione delle risorse umane e sostegno ai lavoratori coinvolti nelle vicende giudiziarie. Però, dall'esterno, ci dev'essere la parallela azione degli enti locali, ditutte le categorie economiche, degli ordini professionali, dei rappresentanti politici regionali e nazionali. Ci dev'essere una vera e propria "Lobby territoriale", nella sua accezione più ampia e positiva possibile, un gruppo di pressione che lavora e rema dalla stessa parte. Ad esempio, Ubi si è strutturata in macro-aree, per ora sono 5, ma il centro Italia è completamente scoperto, quindi c'è spazio per lavorare per il mantenimento ad Arezzo di un forte centro decisionale, che faccia da raccordo tra la direzione generale e le filiali e il territorio, un centro decisionale strutturato, che accorci la filiera del credito. Poi, altra priorità, il mantenimento della capillare presenza delle filiali, approfittando del fatto che non ci sono
sovrapposizioni con Ubi.