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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Vertenze sindacali, 16 licenziati Memar verso il fondo di integrazione salariale. Incontro in Regione per la Ivv

Intensa settimana sindacale per alcune delle vertenze in atto in provincia di Arezzo. La più annosa è quella dell'azienda tessile di alta moda Cantarelli, da tempo in amministrazione straordinaria sotto la guida del commissario fiorentino...

Intensa settimana sindacale per alcune delle vertenze in atto in provincia di Arezzo.

La più annosa è quella dell'azienda tessile di alta moda Cantarelli, da tempo in amministrazione straordinaria sotto la guida del commissario fiorentino Leonardo Romagnoli. Ogni volta la procedura di vendita sembra giungere ad un passo importante, ma c'è sempre un ma, come nella voce dell'araldo della Giostra. Anche questa volta il punto dolente riguarda la somma stanziata nelle due offerte presentata per lo stabile di Terontola. Nel mini bando il commissario ha chiesto delle integrazioni sia alla Men's Fashion di Pacenti e Yordanov che alla Bls di Salvadori con i soci thailandesi. Intanto lunedì è partita la richiesta di proroga della cassa integrazione e scatterà con tutta probabilità anche la proroga dell'incarico al commissario che scade proprio oggi. Sono ulteriori ore di attesa per i 250 lavoratori, 100 dei quali tuttora fuori in cassa integrazione. Attesa anche per il pagamento degli stipendi di novembre e per la tredicesima che scatteranno appena un importante bonifico arriverà sul conto della Cantarelli.

Giovedì prossimo sarà una giornata importante per i lavoratori della Memar Monteassegni di Arezzo. La mattina i vertici aziendali saranno in città per incontrare i sindacati e i dipendenti, il pomeriggio invece le parti coinvolte in questa recente vertenza sindacale aretina sono state convocate dal Prefetto di Arezzo.

Al centro della giornata il destino dei lavoratori. Dopo gli 8 addetti del call center sospesi e che dovranno trasferirsi a Roma il 20 dicembre prossimo, sono seguite le 16 lettere di licenziamento collettivo per riduzione d'organico che ha colpito coloro che si occupavano di data management, quindi inserimento informativo di documenti di Banca Etruria come ad esempio gli F24, una mansione che dal giorno del perfezionamento della fusione con Ubi è svolta da Ubiss.

Per adesso sono salvi 8 posti di lavoro di coloro che continuano ad occuparsi dell'archivio materiale il cui contratto con Ubi scade nel gennaio 2019. Stessa data anche per l'affitto che Memar ha dello stabile dove è conservato l'archivio e dove avvengono le operazioni, che è di proprietà della stessa banca.

Memar rappresenta l'esempio più lampante delle conseguenze nel territorio aretino della fusione. E' quell'indotto di Banca Etruria che non si è salvato.

I lavoratori e i rappresentanti sindacali di categoria hanno chiesto di incontrare Ubi più volte, ma per il momento non ci sono state comunicazioni da parte dell'istituto di credito di Bergamo. E secondo le notizie arrivate ad Arezzo, Ubi non ci sarà nemmeno agli incontri di giovedì.

I sindacati, intanto, proveranno ad attivare un ammortizzatore sociale per i 16 licenziati. Si tratta di un nuovo strumento che ha sostituito il classico fondo di solidarietà, è il fondo di integrazione salariale, che massimo copre per 6 mesi con l'80% dello stipendio e viene erogato dall'Inps. Fermo invece il tentativo in Regione per la richiesta di cassa integrazione. La settimana scorsa i lavoratori Memar erano stati ricevuti dal sindaco Alessandro Ghinelli che si era dimostrato disponibile a chiedere a Ubi un incontro.

Altro capitolo è quello che riguarda la Ivv storica azienda di produzione di oggettistica in vetro di San Giovanni Valdarno. Ieri le parti si sono incontrare in Regione con Simoncini che riveste il ruolo di consulente per il lavoro del presidente. Al tavolo si sono seduti i sindacati, l'azienda stessa con i suoi avvocati, il sindaco di San Giovanni Valdarno Maurizio Viligiardi. Partendo dalla procedura di licenziamento collettivo per 35 dei 90 addetti, l'azienda ha ricevuto dai sindacati la controproposta di valutare una serie di azioni da mettere in campo per abbassare il costo sociale dell'operazione e i vertici della Ivv hanno preso tempo fino al 27 dicembre per dare una risposta. L'obiettivo è quello di individuare una serie di costi che possano essere abbassati, i vari ammortizzatori sociali da poter mettere in campo e salvaguardare quanti più posto di lavoro possibile. L'azienda non ha detto no a priori e per questo l'incontro è stato giudicato positivo.

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