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Vendita Etruria, la Fabi: "Non si faccia scempio del personale"

Intervento di Fabio Faltoni, portavoce del sindacato bancari di Fabi. "Con piacere leggiamo di rinnovato interesse, oltre che dei due fondi americani, anche di banche italiane e straniere per l'acquisto di Nuova Banca Etruria, di Banca Marche...

Intervento di Fabio Faltoni, portavoce del sindacato bancari di Fabi. "Con piacere leggiamo di rinnovato interesse, oltre che dei due fondi americani, anche di banche italiane e straniere per l'acquisto di Nuova Banca Etruria, di Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, e siamo in attesa di conoscere il totale delle offerte vincolanti che dovrebbero arrivare entro pochi giorni, di conoscere chi vuole comprare chi, a che prezzo e, soprattutto, a quali condizioni", attacca Faltoni che prosegue: "Mentre contiamo di incontrarci presto con il presidente Nicastro, proprio per entrare nei dettagli, vogliamo però mettere l'attenzione su qualcosa che trapela qua e là, qualcosa che sembra buttato lì quasi per caso, quasi si trattasse di un aspetto minore, e cioè che uno dei problemi per la vendita delle quattro banche, se non il problema, potrebbe essere quello degli esuberi di personale".

La nota integrale E allora, senza farla troppo lunga, ribattiamo sul punto: che nessuno pensi che l'impegno a prendersi le good-bank (non a caso chiamate così) dia a qualcuno il diritto a fare scempio del personale; non accetteremo "danni collaterali", né facili scorciatoie. I lavoratori non sono "il problema", ma sono parte della soluzione.

Se viene dimostrato, carte alla mano, che i piani industriali dei nuovi proprietari prevedono esuberi, questi potranno, anzi, dovranno, essere gestiti come stiamo facendo nel settore bancario da oltre un quindicennio, e cioè con quegli strumenti messi a disposizione dal nostro Contratto Nazionale e dal Fondo Esuberi volontario, un mezzo questo che ha permesso l'uscita concordata in tutta Italia di decine di migliaia di lavoratori. Pensiamo infatti a quale opera delicata e difficile può essere stata la nascita di grandi gruppi bancari, quali Intesa, UniCredit, UBI e anche Popolare dell'Emilia Romagna, gruppi nati da fusioni di tante banche diverse, ma tutte fusioni gestite - lato lavoratori - tramite accordi sindacali; nessuno potrà infatti convincerci che l'acquisizione di Nuova Banca Etruria sia - dal lato della forza lavoro - più complessa della nascita di quei giganti.

Uno strumento, quello del Fondo, che anche nell'ultimo anno è stato attivato per varie banche nel nostro Paese, alcune delle quali in mezzo a difficoltà non molto diverse da quelle che aveva la vecchia BancaEtruria; ed è stato attivato seguendo logiche industriali, addirittura assieme a contestuali strumenti volti pure a favorire la nuova occupazione di giovani.

Tornando a BancaEtruria, in quanto a sacrifici, i dipendenti hanno già dato, come si suol dire, basti ricordare la mole delle "giornate di solidarietà", una specie di cassa integrazione dei bancari.

Quindi: difesa dei posti di lavoro, garanzie sulla mobilità e tutela delle (notevoli) professionalità, per il resto, e come sempre, massima collaborazione per trovare la migliore uscita da questa situazione, una situazione dove anche i dipendenti sono le vittime incolpevoli.
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