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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Vecchia Banca Etruria: allora avevamo ragione noi!

Sappiamo che ancora non risarcisce il furto con scasso subito dagli obbligazionisti subordinati e dagli azionisti della vecchia Banca Etruria, ma fa piacere vedere che il mondo viene sulle nostre posizioni. Come definire diversamente la proposta...

Sappiamo che ancora non risarcisce il furto con scasso subito dagli obbligazionisti subordinati e dagli azionisti della vecchia Banca Etruria, ma fa piacere vedere che il mondo viene sulle nostre posizioni. Come definire diversamente la proposta balbettata dal Governo, e sostenuta da Banca d’Italia, di rivedere quella euro-truffa chiamata bail-in che ha legittimato l’esproprio del risparmio degli italiani? Una vera conversione, visto che non ricordiamo di averli sentiti sino ad ora fiatare. I precedenti Governi, poi, si vantavano di inghiottire tutto quello che serviva la Germania, bail-in compreso. Anche l’attuale Governo sembra che stia iniziando a capire solo ora con chi ha a che fare al di là delle Alpi.

Comunque la vita è proprio strana. Sino a pochi mesi fa era a dir poco lesa maestà denunciare con coerenza la continua lesione degli interessi nazionali che la ventennale acritica accettazione delle scelte tedesche ha comportato, e comporta. Preoccuparsi del risparmio delle famiglie era, secondo Lorsignori, un infondato allarmismo da botoli ringhiosi, se non da ignorantoni privi di una visione europea. E quale sarebbe la profonda visione europea che a noi manca? Sfortunatamente per Lorsignori noi continueremo a combattere le scelte suicide che hanno messo a rischio il risparmio degli italiani, che hanno prodotto circa sessantamila tra disoccupati e cassaintegrati censiti ai Centri per l’impiego della Provincia di Arezzo, che hanno creato una tassazione espropriativa a cui corrisponde una continua riduzione dei servizi pubblici. Insomma, noi continueremo risolutamente a difendere l’interesse nazionale. Purtroppo, come senza eccezioni la storia economica ci insegna, periodicamente le persone vengono espropriate dei loro risparmi. Un recente esempio, che troverà in un prossimo futuro ampio spazio nei manuali universitari, lo abbiamo avuto con l’introduzione dell’euro. Tale operazione ha dato origine ad un trasferimento di ricchezza in Europa paragonabile a quella che si verifica a seguito di un conflitto mondiale. Per rimanere all’Italia il cambio teorico era di circa duemila lire per un euro. Il cambio effettivo, che poi è quello che conta nella vita quotidiana, si è rivelato sostanzialmente di mille lire per un euro. Uno stipendio medio di mille euro, che sarebbe stato un ottimo stipendio di quasi due milioni di lire, permette oggi di sopravvivere con fatica se c’è un affitto da pagare. Ma in Italia l’operazione è stata fallimentare praticamente per tutti, proprio perché era studiata anche per danneggiare l’economia italiana. Infatti, tanto per rimanere all’esempio dell’affitto, al proprietario di casa rimane ben poco, visto che di sole tasse e gabelle varie se ne va almeno la metà dell’incasso. Un vero miracolo italiano. Ma torniamo alle nostre impellenze. Pensiamo ai nostri obbligazionisti subordinati ed agli azionisti della vecchia Banca Etruria. Ancora un po’ di pazienza e vedremo cosa il Governo partorirà sul mitico arbitrato. Quindi avremo, finalmente, qualcosa di concreto. A tal proposito è molto interessante una recentissima posizione ufficiale di Banca d’Italia dove non si sbilancia sulla costituzionalità dell’esproprio dei titoli emessi prima del novembre 2015.

Noi che ne sosteniamo sin da subito l’incostituzionalità, potremmo commentare che a buon intenditor, poche parole. Solo un rapido accenno sulla favola che la vecchia Banca Etruria, e le altre tre banche, sarebbero state “salvate” senza denari dei contribuenti. Affermazione prima falsa e poi ridicola, anche volendo tralasciare il fatto che i risparmiatori espropriati sono dei contribuenti. Invece i contribuenti, tutti, dovranno pagare tantissimi soldi nei prossimi anni. Qualcuno se lo vuol dimenticare, ma in un modo o in un altro ci saranno da assistere, giustamente, le persone che hanno perso e perderanno il lavoro per la continua distruzione dell’economia italiana che va avanti da decenni. Di cui i “salvataggi” bancari sono un altro tassello la cui esatta portata sarà più chiara tra poco tempo. Ripetiamoci: già ora nella nostra piccola provincia abbiamo circa sessantamila persone censite dagli uffici di collocamento tra disoccupati e cassaintegrati. Sveglia!

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