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Valdarno, i dati sull'occupazione: persi 550 posti

“La ripresa economica è ancora una speranza ma non una realtà. Almeno in Valdarno – commenta il responsabile Cgil di zona, Andrea Ghiandelli. Tra il 2014 e il primo semestre del 2015, gli occupati sono scesi da 28.701 a 28.163. Possiamo parlare...

“La ripresa economica è ancora una speranza ma non una realtà. Almeno in Valdarno – commenta il responsabile Cgil di zona, Andrea Ghiandelli. Tra il 2014 e il primo semestre del 2015, gli occupati sono scesi da 28.701 a 28.163. Possiamo parlare, visti i numeri, di sostanziale stabilità ma anche il differenziale tra imprese attivate e cessate è negativo: dal 2013 al giugno di quest’anno sono state aperte 661 ditte individuali a fronte di 751 cessazioni, mentre sempre nello stesso periodo sono state aperte 1.356 aziende e ne sono state chiuse 1.445”.

Ghiandelli evidenzia l’articolazione dei vari settori: “s’intravede qualche piccolo segnale di ripresa nell'industria metalmeccanica ma siamo ancora ben lontani dall’auspicato consolidamento. Altro spiraglio è nel settore agroalimentare e della panificazione artigianale, mentre il comparto manufatturiero del tessile e dell'abbigliamento, per anni locomotiva economica del Valdarno, stenta a ripartire, come del resto il settore edile che da anni è praticamente bloccato”.

Questi temi saranno al centro dell’assemblea degli iscritti del Valdarno che si terrà il 20 novembre, con inizio alle ore 9, nei locali del circolo Arci di Montevarchi. E’ la terza delle quattro assemblee promosse dalla Cgil provinciale. Si sono già tenute quelle in Valtiberina e in Casentino. Dopo questa del Valdarno, sarà la volta della Valdichiana.

“Valuteremo la situazione economica della vallata, le strategie sindacali, i rapporti e le relazioni istituzionali – annuncia Ghiandelli. Ma affronteremo anche l’ulteriore qualificazione dei nostri servizi. Non dimentichiamo che in Valdarno la Cgil ha una forte rappresentanza sociale che si traduce in 13.300 iscritti, tra attivi e pensionati. E che quest’ultimi sono quasi il 50% della popolazione anziana del territorio. I temi non saranno, quindi, solo quelli economici ma anche quelli sociali. Vogliamo affrontare anche le conseguenze che avranno per il nostro territorio e per l’ospedale della Gruccia e per i servizi territoriali, la riforma sanitaria regionale”.

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