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Ubi perde 50 ricorsi di azionisti di Banca Etruria. Dalle decisioni della Consob ai primi pagamenti

Un lavoro lungo e meticoloso di un mediatore civile aretino che ha prodotto fascicoli in tre udienze documentali per ognuno dei 50 casi di azionisti che hanno presentato singolarmente ricorso al lodo arbitrale della Consob

La Consob ha accolto il ricorso di 50 azionisti di Banca Etruria e ha loro riconosciuto il diritto risarcitorio, individuando nella banca che è subentrata per fusione, l'ente che deve risarcire questi risparmiatori per il valore delle azioni possedute al momento della risoluzione e anche del restante 20% delle obbligazioni subordinate nei casi in cui c'era il doppio possesso.

Un caso apripista

Il precedente che ha ispirato tutto e che ha aperto la strada è stato quello di un risparmiatore di Banca Marche che ha vinto un ricorso contro Ubi Banca di fronte a un giudice di pace. Da qui è partita l'azione di un mediatore civile di Arezzo che ha rappresentato circa 50 casi di risparmiatori rimasti invischiati nell'azzeramento delle azioni di Banca Etruria e in alcuni casi anche delle obbligazioni subordinate. 

Arezzo protagonista, ma non solo

Si tratta di persone per lo più residenti ad Arezzo, ma anche nell'alto Lazio o in Umbria. I ricorsi sono stati accolti e discussi in seno al lodo arbitrale della Consob a Roma. Tre udienze documentali moltiplicate per 50 casi, nell'arco di 8 mesi che hanno visto come corte del lodo 5 membri giudicanti. Il tecnico dei risparmiatori ha dovuto spiegare e rispondere su ogni singolo caso, che è stato affrontato singolarmente e per le sue caratteristiche sia dal puto di vista delle violazioni che poteva aver subito, che nel riconoscimento della banca subentrante come soggetto passivo.

Di fronte un pool di avvocati ha rappresentato Ubi Banca in ognuno dei 50 ricorsi e hanno cercato di dimostrare la sua estraneità, la mancanza di continuità rispetto alle banche messe in risoluzione e alle operazioni bancarie e finanziarie compiute sotto il marchio precedente.

La decisione della Consob

Alla fine in tutti e 50 i ricorsi il lodo arbitrale della Consob ha dato ragione ai risparmiatori di Banca Etruria, dichiarando Ubi Banca come soggetto passivo, dopo aver riconosciuto a sua volta in Banca Etruria l'aver commesso violazioni nel collocamento delle azioni. Un esempio su tutti è quello delle obbligazioni convertibili che nel 2012 erano state messe sul mercato per l'aumento di capitale con un certificato di rischio migliore dei Btp. Proprio in casi come questo è stato riconosciuto che il cliente non poteva percepire il rischio reale. Esempi di questo e di altri tipi sono stati riscontrati in maniera diffusa in risparmitori che a suo tempo erano clienti di filiali diverse, ad Arezzo, ovviamente, ma anche a Civitavecchia e in altre città. In sostanza Ubi ha perso tutti i ricorsi presentati finora. Consob ha riconosciuto i diritti risarcitori del correntista, visto che i dossier titoli sono stati a suo tempo importanti in Ubi e in conseguenza anche del fatto che la legge di risoluzione non avrebbe previsto una tutela per la banca che si è fusa con le banche ponte.

Il primo pagamento agli azionisti

Non tutte le azioni presentate di fronte alla Consob nel ricorso sono state accolte, le più vecchie sono cadute in prescrizione. I 50 ricorsi sono stati portati a termine nel corso del 2018. Poi a novembre grazie ad un emendamento al Milleproroghe, si è aperta la finestra per i primi pagamenti. In sostanza chi aveva già ottenuto la ragione dal ricorso Consob, avrebbe potuto ricevere il 30% di acconto proprio da questo ente. E alcuni giorni fa i primi pagamenti sono avvenuti. E' stata proprio la Consob ad accreditare ai correntisti il 30% del valore riconosciuto dal lodo arbitrale agli azionisti. Un acconto appunto rispetto al valore che sarebbe tenuta a pagare Ubi Banca. 

L'esecutività

Il lodo arbitrale non è immediatamente esecutivo. Dovrà essere presentato in tribunale per diventare tale e dovrà essere un giudice a riconoscerlo. Forse in quel momento sarebbe ipotizzabile un'azione di Ubi Banca, un ricorso contro queste decisioni. Così come ha già annunciato nei confronti del caso precedente e apripista di Banca Marche. Resta comunque il fatto che questo rappresenta il primo vero riconoscimento per i diritti degli azionisti di Banca Etruria.

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