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Tasse alle imprese, Arezzo la migliore in Toscana. Ma servono 202 giorni di lavoro per pagarle

Ad Arezzo, città più virtuosa in Toscana, il 55,4% del reddito d'impresa è assorbito dalla tassazione. Il commento della presidente Binazzi e del sindaco Ghinelli

12esima in Italia e prima in Toscana. Notizie positive per la tassazione alle imprese nel territorio aretino rispetto ad una platea di 141 città italiane. La stima dell'incidenza ad Arezzo della tassazione sul reddito d'impresa registra una lieve flessione, pesando complessivamente il 55,4% (era il 56,1% lo scorso anno ed il 55,9% nel 2017): l’indicatore considera la somma versata in Irpef e relative addizionali regionali e comunali, Irap, Imu/Tasi, tassazione rifiuti e i contributi previdenziali).

“La pressione fiscale è in calo anche se, purtroppo, gli imprenditori continuano a lavorare ben oltre metà dell’anno per un socio tanto inerte quanto esigente: l’amministrazione pubblica, centrale e locale”. È il commento di Franca Binazzi presidente CNA Arezzo di fronte ai dati del rapporto 2019 dell’Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle pmi che esamina la dinamica e le differenze del total tax rate sulle piccole e medie imprese. La tassazione complessiva sulle aziende italiane si conferma ancora una volta fra le più alte in Europa. 

Arezzo si mantiene nelle posizioni più virtuose della speciale graduatoria nazionale della tassazione aziendale: il 12° posto su 141 città italiane, lo scorso anno occupava il 9° posto su 137 comuni ma per le imprese il barometro continua a segnare brutto tempo.  

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Lo studio

Il Centro Studi Cna ogni anno analizza i dati riferiti ad una piccola azienda standard: una ditta individuale manifatturiera, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, un fatturato di 431mila euro/anno e un reddito d’impresa di 50mila euro/anno. Di aziende di questo tipo Arezzo è piena.

“Non posso che essere soddisfatto del risultato che Arezzo ha confermato nella classifica regionale e in quella nazionale; indubbiamente significativa quest’ultima, nella quale Arezzo segue una serie di città particolarmente sviluppate ed avanzate, sia dal punto di vista del fare impresa che da quello dell’efficienza amministrativa”, commenta il sindaco Alessandro Ghinelli. “Si tratta sostanzialmente di un mantenimento di posizione. In Toscana, Arezzo conferma il livello di tassazione più basso, ponendosi così come città attrattiva anche per gli investimenti. È volontà dell’amministrazione lavorare per contenere il più possibile la pressione fiscale sulle imprese, motore primario di sviluppo e ricchezza per il territorio, e altrettanto sui cittadini”.

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Ma per la presidente Binazzi il quadro continua ad essere sconfortante:

lo scorso 20 luglio, dopo 202 giorni dall’inizio dell’anno, è stato il giorno in cui l’imprenditore aretino ha smesso di lavorare per l’ingombrante socio fiscale e cominciato a lavorare per sé e per la sua famiglia, ma con un reddito disponibile più che dimezzato (44,6%): i 50mila euro scendono infatti a 22.322 euro, poco più dello scorso anno (21.939 euro) ma soprattutto al di sotto di quel tetto di 24 mila euro che permette ai suoi dipendenti di ottenere il bonus Irpef di 80 euro al mese”. 

Un dato positivo?

“Arezzo occupa il miglior posto in classifica sui 19 comuni toscani oggetto d’indagine con una tassazione comunale stabile – evidenzia Franca Binazzi - nel confronto Firenze non è solo l’ultima in Toscana ma tra le peggiori in Italia visto che è salita al 137° posto con una pressione fiscale del 66,5% ed il tax free day fissato al 30 agosto. Restringendo il campo alla Toscana del Sud, Siena è 76esima e Grosseto 134esima: salta all’occhio l’incidenza dell’imposizione immobiliare locale: rispetto ad Arezzo, l’Imu/Tasi di Siena raddoppia mentre quella di Grosseto risulta niente meno che quadruplicata. Anche per le tariffe sullo smaltimento dei rifiuti emergono differenze rilevanti: dai 1.035 euro di Arezzo ai 1.070 euro di Grosseto per finire ai 1.774 euro di Siena. Risulta chiaro che siamo ancora lontani dal compimento di un processo di armonizzazione”. 

Incredibile la differenza tra città e città a parità di tipologia d’impresa. Il divario tra Bolzano la località più “amica” e Reggio Calabria quella meno “ospitale” per artigiani e piccole imprese è di quasi 17 punti. Un gap da capogiro. Confermato anche nella classifica del Tax free day: nel rapporto la prima città si libera il 11 luglio, l’ultima il 11 settembre. Un divario di 2 mesi.

“Sembra un altro pianeta eppure stiamo parlando di Italia – chiude la Presidente Cna - Un quadro complessivo che continua ad essere insostenibile. È necessario ridurre la tassazione su artigianato e PMI e semplificare ad ogni livello gli adempimenti che determinano costi indiretti sulle imprese e ne minano la produttività. Un segnale importante è stata la maggiore deducibilità fiscale dell’Imu sugli immobili strumentali (passata dal 20 al 50%) che, oltre a rispondere a criteri di equità, ha ridotto, e speriamo ridurrà ancor di più nei prossimi anni, il carico fiscale sulle imprese”.

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