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State tranquilli, Banca Etruria non corre rischi

State tranquilli, Banca Etruria non corre rischi. Non corre rischi, come non li corrono le sue compagne di sventura, per la banale ragione che il Governo non può permettersi, politicamente parlando, di far toccare i denari dei risparmiatori. Tutto...

State tranquilli, Banca Etruria non corre rischi. Non corre rischi, come non li corrono le sue compagne di sventura, per la banale ragione che il Governo non può permettersi, politicamente parlando, di far toccare i denari dei risparmiatori. Tutto qui. Ricordiamoci che le elezioni si susseguono in tutta Europa, e ad ogni elezioni Lorsignori nord europei perdono qualche amico.

Tralasciando la povera Grecia, possiamo parlare, a titolo di esempio, dei risultati elettorali in Polonia od in Portogallo, dei timori per la Spagna, del referendum per l’uscita dall’Unione della Gran Bretagna. Ad ogni elezione prendono campo partiti che i politologi definiscono anti sistema, o comunque fortemente critici verso i burocrati non eletti che gestiscono l’Unione Europea.

Quindi, per non farla tanto lunga, con un giro di parole o un altro, le banche maggiori saranno chiamate a frugarsi in tasca ed a mettere i soldi che servono per chiudere questa telenovela. Così i depositanti potranno tirare un sospiro di sollievo. E se poi avverrà tramite il Fondo Interbancario di tutela dei crediti, è un dettaglio di poca importanza. L’aspetto concreto tanto è lo stesso: il Fondo lo finanzieranno le banche.

Evidentemente spinte dal Governo, come è giusto che sia. Strumentali ed estorsive le bizze che starebbe facendo l’Unione Europea su questa operazione blaterando di aiuti di Stato, quando tutti i grandi paesi nord europei hanno salvato le loro banche con centinaia di miliardi di euro di denari pubblici, e senza toccare un centesimo dei denari dei cittadini. Anzi, la Germania lo sta facendo anche in questi giorni, e tutti zitti. Purtroppo la campagna terroristica massmediatica di matrice nord europea, mirata ora a colpire il sistema bancario italiano dopo che è stato lesionato negli anni scorsi il sistema industriale, sta dando i suoi frutti velenosi.

In un paese meno anestetizzato del nostro, sarebbe scoppiata la rivoluzione se banche radicate nei territori, come Banca Etruria, venissero espropriate in ossequio a normative e diktat di derivazione europea, palesemente dannosi per gli interessi nazionali. Senz’altro tutto fatto secondo Legge, non è questo in discussione, ma sempre di espropri si tratta. Tra l’altro senza neanche l’accortezza politica di prevedere l’obbligo di fornire qualche informazione ai legittimi, ed incolpevoli, proprietari delle banche che per chi se lo fosse dimenticato sono, tutt’ora, gli azionisti. Ma lo posso anche capire, per Lorsignori sarebbe tempo perso.

Parliamoci chiaro, gli azionisti colpiti oggi da queste vicende sono ormai rassegnati a perdere la proprietà delle loro banche, nel silenzio generale. E questo è l’obbiettivo strategico d’oltralpe. Perché oggi è il turno di banche medio piccole, diciamo le cavie in un piccolo esperimento, ma domani? Basti pensare che grandissime banche italiane stanno annunciando, proprio in questi giorni, chiusure di filiali e di agenzie. Quindi ben altre opportunità, colme di appetitoso risparmio degli italiani da gestire nelle borse internazionali, si potrebbero profilare all’orizzonte di Lorsignori. Altro che la piccola Banca Etruria, anche se è quella che a tutti noi preme.

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