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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Sofferenza di Etruria svalutate al 17,5%. L'analisi del Sole, tra banche e Borsa: "Un pasticcio"

L'indice puntato contro la svalutazione delle sofferenze al 17,5% di Banca Etruria (e degli altri tre istituti che hanno condiviso lo stesso destino) non è più solo quello della politica o degli obbligazionisti e azionisti azzerati. Nell'analisi...

L'indice puntato contro la svalutazione delle sofferenze al 17,5% di Banca Etruria (e degli altri tre istituti che hanno condiviso lo stesso destino) non è più solo quello della politica o degli obbligazionisti e azionisti azzerati. Nell'analisi di Morya Longo, sul Sole 24 ore di ieri, la si definisce un "pasticcio europeo".

L'articolo sviscera alcuni degli episodi più importanti del 2016 sul fronte bancario e relative conseguenze movimentate in Borsa, segnalando che "ogni volta che la Vigilanza europea o Bruxelles intervengono su qualche banca, creano un precedente che getta nel panico i mercati e tutto il settore creditizio". Il riferimento è al salvataggio di Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche, ma anche al piano Mps o al gradimento di Bce per l'offerta di Apollo relativa ai crediti in sofferenza di Carige.

In "questo burrascoso 2016, emerge la vera anomalia di un’Europa incompiuta e litigiosa: i messaggi talvolta poco comprensibili della Vigilanza bancaria e dell’Europa hanno troppo spesso avuto l’effetto di esasperare la bufera borsistica sulle banche. E di aumentare di conseguenza i loro problemi". Di fatto, nell'analisi viene ridimensionato il ruolo degli speculatori: "non bisogna dimenticare che gli hedge fund (i fondi speculativi, nda) non si muovono a caso. E il pretesto, troppo spesso, viene fornito loro da chi il fuoco dovrebbe spegnerlo". La disamina dei singoli casi parte proprio dal novembre 2015, in occasione del "tardivo", così viene definito, salvataggio dei 4 istituti in crisi.

Nelle pieghe del salvataggio emerge un particolare che crea incertezza sui mercati: i crediti in sofferenza delle quattro banche vengono svalutati al 17,5% circa del loro valore originario. Il numero crea scalpore: nessuna banca rettifica così pesantemente i crediti andati a male. Mediamente, in Italia, sono iscritti in bilancio al 40% circa del valore originario, non al 17,5%. Un dubbio inquietante sorge spontaneo tra analisti e banchieri: possibile che questo sia il nuovo standard? Possibile che tutte le banche italiane dovranno svalutare così tanto i crediti in sofferenza? La Borsa crolla. Poco importa se tutte le autorità fanno sapere che il caso delle quattro banche è isolato, unico ed eccezionale. Il mercato inizia ugualmente a fare calcoli in maniera ossessiva: se a tutte le banche italiane fosse applicata la stessa cura da cavallo, perderebbero qualcosa come 40 miliardi.

Vengono poi passati in rassegna gli altri casi in cui gli interventi e le valutazioni dell'Europa legati alle banche hanno determinato instabilità sui mercati.

L’Europa - conclude l'articolo - con le sue innumerevoli voci, è senza dubbio uno degli elementi di destabilizzazione del sistema bancario. Sarà un problema di comunicazione. Sarà colpa del fatto che in Europa ci sono troppe Autorità e troppi soggetti che si occupano di banche. La stessa Bce ha due “anime”: quella di politica monetaria (guidata da Draghi) e quella della Vigilanza (guidata dalla Nouy). Di certo qualcosa andrebbe aggiustato.

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