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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Smettiamo di associare abusivismo a terremoto perché alla fine ci portano via la casa senza risolvere niente

Hanno fatto proprio bene i sindaci dei comuni di Ischia a dire che non è possibile dare la colpa – o tutta la colpa - della vittime e dei danni del terremoto all’abusivismo edilizio. Anzi avrebbero dovuto citare per danni i molti che si sono...

Hanno fatto proprio bene i sindaci dei comuni di Ischia a dire che non è possibile dare la colpa – o tutta la colpa - della vittime e dei danni del terremoto all’abusivismo edilizio. Anzi avrebbero dovuto citare per danni i molti che si sono spericolati in certi giudizi a vanvera dannosissimi per l’immagine dell’isola. E bisogna anche iniziare a spazzare via l’ipocrisia che ammorba questo argomento. Perché, e veniamo al nocciolo del problema, la parola abusivismo per come è spesso utilizzata dai mezzi di comunicazione - dove con frequenza non è chiaro il confine tra l’ignoranza asinina e l’asservimento al padrone del vapore di turno - di per sé non ha significato reale, anzi è depistante e generica, e, in ultima analisi, inutile. Perché sfruttando l’emotività si vuol ricomprendere sia il palazzone costruito senza permessi magari sul greto di un fiume, da demolire alla spiccia e senza tanti complimenti, sia una insignificante difformità casalinga, magari risalente a mezzo secolo fa, o più.

Insignificanti difformità che poi sono la pressoché totalità dei casi, almeno dalle nostre parti. E non è un caso che si continui a fare di tutta l’erba un fascio danneggiando le famiglie. Perché, sennò, far finta di non sapere che i comuni rimpolpano tutt’ora i bilanci anche con le sanzioni che incolpevoli anziani stanno pagando magari perché mezzo secolo fa, o più, hanno acquistato in buona fede un appartamento dove magari la cantina – sopra la quale di solito c’è da sempre tutto il palazzo - non risulta nel progetto originario? O meglio in quei fogli sbiaditi ed imprecisi che all’epoca era considerati – e ci sarebbe molto da discuterne - un progetto. E comunque sia, questo non è nella sostanza un condono, seppur con la solita ipocrisia chiamato con un altro nome? Condono frutto di una normativa estorsiva perché se non viene pagata la sanzione l’immobile, anche per irregolarità pressoché ridicole, non può essere né venduto, né ovviamente acquistato. Parliamoci chiaro e definiamolo con il suo vero nome: un riscatto per riottenere la libertà dell’immobile. E la colpa, sia ben chiaro, non è dei comuni che applicano la norma, anzi c’è da chiedersi come facciano con il continuo alluvione di pazzie legislative a mandare avanti comunque gli uffici tecnici.

La colpa è di leggi folli dello Stato che, dopo aver fatto finta che la cantina dell’esempio non ci fosse per decenni e decenni, improvvisamente si sveglia e, sia ben chiaro solo per fare cassa, pretende che immobili costruiti cinquanta o sessanta anni fa siano formalmente perfetti come dovrebbero essere quelli nuovi. Ci vuole la testa della gran parte della desolante classe politica nazionale che ci ritroviamo, testa per lo più inutilizzabile anche solo per farci una soprassata, per pretendere che immobili realizzati quando, tanto per dirne una, nei contratti notarili le misure delle superfici erano spesso affiancate dalla parola “circa”, rispondano ai requisiti attuali dove le misurazioni vengono fatte con strumenti laser. Ma questa è la situazione. Quindi quando si utilizza la parola abusivismo, che tanto piace ai giornali e alle televisioni, bisogna essere prudenti perché di sicuro si apre la strada ad un altro inutile prelievo espropriativo ai danni delle famiglie senza risolvere, va da sé, niente. Perché, per tornare all’esempio di prima, bisogna essere parecchio fessi per credere che facendo pagare all’incolpevole pensionato la sanzione migliora la statica della cantina, o del palazzo che contiene la cantina.

E’ solo un modo estorsivo e ritorsivo scelto dallo Stato per finanziarsi, o per finanziare i comuni se si preferisce, visto che gli introiti delle concessione edilizie sono crollati perché di immobili se ne realizzano pochissimi a causa della disastrosa situazione economica. In un paese serio le datate e modeste difformità dovrebbero essere considerate irrilevanti – quali sono per prova provata visto che con un po’ di soldi si sistema tutto – perché dopo decenni c’è un principio di affidamento sul quale le famiglie devono, o dovrebbero, poter contare senza seccature. Tutt’al più potrebbe essere prevista, tanto per fare ordine, la presentazione di una planimetria aggiornata, ma di sicuro non il pagamento di una sanzione. Bisogna essere seri per affrontare i problemi. E per parlare di cose serie, ed escludendo l’ipotesi di radere al suolo la gran parte del patrimonio edilizio esistente, va comunque iniziato a tamburo battente un effettivo percorso di messa in sicurezza antisismica degli immobili, tanto privati quanto, se non soprattutto, pubblici. Che deve passare attraverso il finanziamento pubblico perché è una priorità di sicurezza nazionale in barba a qualsiasi pretesa contabile europea, o a qualsiasi altro consimile imbroglio.

Inutile tirare fuori sciocchezze tipo il libretto del fabbricato o altre fesserie di pura impronta burocratica e dirigista, che con la solita coazione a ripetere escono sempre fuori in queste momenti perché non si sa né cosa dire né, purtroppo, cosa fare. Nella situazione attuale sarebbero, nella stragrande maggioranza dei casi, di fatto soltanto un altro prelievo inutile a carico delle famiglie, altra inutile – e quindi dannosa - burocrazia. Parliamoci chiaro: quando tutto sarà a posto, cioè partendo subito a spron battuto, e senza parsimonie, tra molti decenni si potrà pensare ad un libretto del fabbricato. Diversamente, con o senza il libretto del fabbricato o altra trappola burocratica inventata perché suona bene, continueremo a sperare nella fortuna per poi strepitare quando le tragedie avvengono. E avverranno, inutile illudersi. D’altra parte siamo in mano a dei suonati che continuano ad affastellare imperterriti leggi sopra leggi, burocrazia sopra burocrazia, carrozzoni sopra carrozzoni, con il risultato che si è definitivamente bloccato tutto. Prova ne è che ad oltre un anno dal terremoto in centro Italia Lorsignori non sono stati neppure in grado di spazzare via le macerie. Parlare poi di ricostruzione in questa situazione è tragicamente ridicolo. Eppure con la reale messa in sicurezza antisismica degli immobili potrebbe anche aprirsi una fase di significativo sviluppo economico, e quindi occupazionale, per tutto il Paese.

Il problema principale è sempre lo stesso: occorrono dura serietà e competenze in questo paese. Su tutto e per tutto. Il resto sono sempre le solite chiacchiere a vanvera.

Smettiamo di associare abusivismo a terremoto perché alla fine ci portano via la casa senza risolvere niente

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