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Economia

E' scontro Tratos-sindacati sull'apertura dell'azienda

Dalla Filctem Cgil il durissimo attacco nei confronti dell'azienda di Pieve Santo Stefano. Il segretario provinciale: "Con i lavoratori decideremo quale risposta dare all'azienda"

Continua la battaglia tra sindacati e aziende. Per il momento lo sciopero generale resta l'ultima risorsa ma le tensioni non accennano a placarsi. Da giorni i rappresentanti dei lavoratori insistono per porre una stretta decisiva e imporre la serrata alle attività produttive considerate non essenziali. Una richiesta che, come sottolineato dalle sigle sindacali, mira a tutelare anzitutto la salute dei dipendenti ed evitare il diffondersi del contagio.

Scenario analogo anche per quello che riguarda la situazione aretina dove, nelle ultime giornate, le parti sociali si sono confrontate fino allo sfinimento. Tra le aziende del territorio che non hanno cessato l'attività c'è anche la Tratos di Pieve Santo Stefano che produce cavi per Enel e per Tim. E' proprio su di essa che è intervenuto pubblicamente il segretario del Filctem Cgil Gabriele Innocenti. 

"La Tratos rimane aperta - commenta Innocenti - Continuiamo a non comprendere come le produzioni della Tratos di Pieve Santo Stefano possano essere considerate essenziali in questa fase di emergenza sanitaria determinata dal coronavirus. L'azienda continua a rimanere aperta. Produce  cavi elettrici, telefonici e in fibra ottica. Riteniamo che queste produzioni, in base ai codici Ateco e al buon senso, non possano essere ritenute essenziali. Oltre 200 dipendenti continuano quindi ad essere costretti a recarsi al lavoro, affrontando anche trasferimenti in auto, considerando la localizzazione dell'azienda".

La Filctem aveva già inviato una lettera al presidente dell'industria Albano Bragagni affermando che "nessun'altra impresa, in Italia o all'estero, sarà costretta a bloccare le attività a causa della mancanza di alimentazione di prodotti da parte della Tratos. Si tratta di un periodo che ci auguriamo breve durante il quale tutti, sia gli imprenditori che i lavoratori, devono mettere al primo posto la salute e al secondo la continuità produttiva. Anche per l'evidente ragione, qualora si guardi solo al reddito d'impresa, che senza la prima non è possibile la seconda".

"Il nostro invito alla riflessione non ha avuto esito - conclude Innocenti. A questo punto segnaleremo alla Prefettura un'apertura che a nostro parere non rientra tra quella autorizzate dal Governo e che mette a rischio la salute dei lavoratori, il più importante capitale della Tratos. E con i lavoratori, nelle prossime ore, decideremo quale risposta dare all'azienda".

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Lo scenario regionale 

“Insieme a Fim e Uilm di Firenze, lunedì abbiamo chiesto un incontro a tutte le controparti datoriali per confrontarsi su come gestire la situazione di crisi determinata dal Coronavirus, per i lavoratori delle imprese metalmeccaniche. L'incontro è fissato per domattina, venerdì 27 marzo - dice Daniele Calosi segretario generale della Fiom Cgil Firenze - I lavoratori aspettano chiarimenti rispetto a quali attività dovranno rimanere aperte e quali no".

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