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Il settore orafo non è la sentina di tutti i mali

Da qualche giorno scopriamo che il settore orafo italiano sarebbe, almeno da quello che pare di capire leggendo il Sole24Ore, anche un habitat ideale per le peggiori nefandezze. Parrebbe infatti che, addirittura sin dai sulfurei tempi della fine...

Da qualche giorno scopriamo che il settore orafo italiano sarebbe, almeno da quello che pare di capire leggendo il Sole24Ore, anche un habitat ideale per le peggiori nefandezze. Parrebbe infatti che, addirittura sin dai sulfurei tempi della fine della seconda guerra mondiale, nel settore sia stato anche un susseguirsi di illegalità di maggiore, o minore, gravità. Infatti vengono accostate serissime indagini, peraltro condotte con grande professionalità dalla Magistratura e dalla Guardia di Finanza, a stime di presunte attività in evasione fiscale negli anni del boom economico; stime delle quali sarebbe poi interessante conoscere i criteri di formazione. E di conseguenza il lettore si fa un quadro a dir poco allarmante del settore, presente e passato. E qui c’è poco da scherzare. Al di là delle valutazioni in punto di diritto degli articoli, c’è in ballo il prestigio di un settore che da lavoro a tante famiglie e che ha contribuito, e contribuisce, al benessere nazionale. Parliamoci con chiarezza. E’ anche possibile che negli anni del boom economico una parte del settore orafo non si sia distinta per fedeltà tributaria. Ma se anche fosse stato così non ci sarebbe niente da meravigliarsi. La storia economica ci insegna che in quei tempi lontani veniva privilegiato, per evidente scelta politica nazionale, lo sviluppo economico, e quindi sociale ed occupazionale, alla precisione fiscale. Ed in tutti i settori economici. Ma sono altri tempi, un’altra epoca, un mondo finito. Ormai è solo materia per gli storici dell’economia e per sociologi. L’attualità è, invece, rappresentata da un settore che combatte coraggiosamente tra mille difficoltà, come peraltro tutta l’economia italiana, cercando nuovi assetti in un mondo che cambia ogni giorno. In un contesto dove lo Stato non è in grado di tutelare adeguatamente le produzioni ed i commerci di oreficeria e di gioielleria. Basti solo vedere la tragedia dei dazi doganali, che sembrano essere stati adottati per favorire la concorrenza internazionale ai danni degli interessi nazionali. E sempre per non nascondersi dietro al proverbiale dito, se dalle indagini – presenti o future - della Magistratura, alla quale va come sempre tutta la nostra fiducia, dovessero essere accertate delle responsabilità personali è normale che si proceda come per Legge. Ma non è tollerabile che cali un alone di cupo mistero su di un settore economico di antichissime tradizioni, settore che è uno dei vanti dell’economia italiana. Ed i territori interessati devono essere vigili, ed attivi, a sostegno dei tantissimi operatori che, con grande fatica e dedizione, mandano avanti ogni giorno le loro attività. Ormai la neutralità è da castrati.

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