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Economia

Sav, Cgil: "Lettere di licenziamento a 6 lavoratori"

"Il 3 agosto i lavoratori della Società Agroalimentare Valtiberina avevano interrotto lo sciopero iniziato a fine luglio per il mancato pagamento degli stipendi arretrati. Ieri, invece, sono arrivate a ben 6 lavoratori le lettere di licenziamento"...

"Il 3 agosto i lavoratori della Società Agroalimentare Valtiberina avevano interrotto lo sciopero iniziato a fine luglio per il mancato pagamento degli stipendi arretrati. Ieri, invece, sono arrivate a ben 6 lavoratori le lettere di licenziamento".

Ad annunciarlo con una nota è la Cgil, che sostiene: "Da ormai un anno la nuova gestione ha cambiato e smembrato quello che era l’azienda vendendo macchine per uso interno allo stabilimento per ripianare i debiti, ma tutto questo non è servito a molto visto le notifiche di licenziamento. Era stato detto ai lavoratori che si stava preparando un piano di rilancio che avesse alla base, come logico che sia, i lavoratori. Invece - sostiene la Cgil - sei lavoratori e quindi sei famiglie ora non hanno più uno stipendio".

"Ci attiveremo come organizzazione sindacale oltre che a tutelare le spettanze ancora dovute ai Lavoratori anche perché questa vicenda, che chiede giustizia, non rimanga nel dimenticatoio".

La vicinanza dell’Amministrazione Comunale di Sansepolcro ai dipendenti SAV

L’Amministrazione Comunale di Sansepolcro, nella persona del Sindaco Mauro Cornioli, esprime la propria vicinanza alle maestranze della Società Agroalimentare Valtiberina, ex-Molino Sociale. È di questi giorni la notizia della presentazione di 6 lettere di licenziamento ai dipendenti da parte della nuova gestione.

Da anni la questione SAV è costantemente sotto la lente dei sindacati che, tra scioperi e mobilitazioni, hanno cercato di ottenere dalla proprietà precise garanzie sul futuro dei 13 addetti impegnati al molino biturgense, oltre alla riscossione degli stipendi arretrati. Al momento, tuttavia, la vicenda appare quanto mai incerta e ricca di insidie. Nonostante i tentativi di ripianare i debiti da parte della dirigenza, quasi la metà dei dipendenti si appresta a lasciare il proprio posto di lavoro, con conseguenti ricadute economiche e sociali per delle famiglie che dovranno fare a meno di uno stipendio.

Arrivati a questo punto, risulta del tutto lecito chiedersi se in passato la situazione sia stata monitorata nel giusto modo - e affrontata ai giusti tavoli - anche da parte delle Istituzioni, visti i ripetuti campanelli d’allarme. Posta questa premessa, dal canto nostro auspichiamo l’immediata convocazione di un nuovo vertice tra azienda e rappresentanze sindacali per arrivare ad una soluzione condivisa. Il lavoro rappresenta uno dei punti alla base del nostro programma di amministrazione. Lotteremo con ogni mezzo a nostra disposizione per far sì che vengano valutate tutte le alternative possibili al più amaro degli epiloghi.

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