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A Saione una rapina a mano armata alla settimana. E’ ora di svegliarsi

Nessuno è autorizzato a sperare che le rapine a mano armata a Saione, e purtroppo non solo a Saione, diventino una triste consuetudine da sopportare con cristiana rassegnazione. Il quartiere e la città non sono così cloroformizzati, o storditi dai...

Nessuno è autorizzato a sperare che le rapine a mano armata a Saione, e purtroppo non solo a Saione, diventino una triste consuetudine da sopportare con cristiana rassegnazione. Il quartiere e la città non sono così cloroformizzati, o storditi dai panettoni di fine anno.

E sorvoliamo sulle irreali litanie pedagogiche del “tutto va bene”, o sugli stucchevoli inviti a volersi bene che hanno inquinato i giorni delle festività del Santo Natale. Ed è ammirevole, per così dire, la nonchalance con la quale viene fatto finta di niente sul degrado che ogni giorno di più corrode la nostra terra.

E cosa dire dell’evidente tentativo di far dimenticare l’opaco scippo di banca Etruria e l’esproprio dei piccoli risparmiatori - fatti epocali per la nostra piccola collettività e per la rilevanza degli effetti nazionali - avvenuti nel tremebondo silenzio, quindi moralmente complice, di Lorsignori? Così, come mentre si sente parlare a casaccio dei mali del mondo o a magnificare banalità da piccolo borgo, e comunque mai delle vere preoccupazioni delle famiglie e delle piccole attività, ci si vuole dimenticare che in una piccola città come Arezzo ci sono oltre 20.000 iscritti al collocamento, cioè disoccupati, dei quali nessuno parla salvo, e meritoriamente, i sindacati.

E meno male che per fortuna, e per spiccate capacità imprenditoriali, ci sono delle bellissime aziende che vanno a gonfie vele dando una grossa mano all’indotto, ma il resto del tessuto economico è quello che si vede ad occhio nudo. Tutti punti sui quali sarebbe facile aprire un’importante parentesi anche sulla qualità della maggior parte dell’informazione, non si capisce se sempre più prudentemente omertosa, o se sempre più inadeguata alla complessità dei tempi che stiamo vivendo, e che vivremo. Ma è meglio lasciar perdere per non ripetere sempre le stesse cose.

Purtroppo per Lorsignori l’allarmante questione delle sempre più frequenti rapine a mano armata, come dello spaccio della droga che nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine continua sotto gli occhi delle famiglie, o dell’inarrestabile declino economico, e quindi sociale ed occupazionale del territorio, non siano argomenti così facilmente liquidabili con il solito chiacchiericcio a vanvera, magari lubrificato da qualche inutile brindisi di troppo.

E va detto che i dati forniti dal ministro Minniti quanto meno fanno intravedere qualche significativo spiraglio dopo i lassisti disastri degli ultimi anni. Per esempio il significativo aumento delle espulsioni di chi non ha diritto a restare nel territorio nazionale sono una boccata di ossigeno anche, e si vede ad occhio nudo, se siamo ben lontani da quanto sarebbe necessario; ma si sa che Roma non venne fatta in un giorno. E la questione dei migranti irregolari, cioè che non hanno diritto a restare nel territorio nazionale, è sempre più grave.

Perché, per esempio, se le cronache ci dicono il vero anche la persona che avrebbe messo in piedi una raffineria di droga all’interno del Pionta, e brillantemente pizzicata dai Carabinieri, sarebbe un migrante irregolare. Ma per tornare alle cose che possono essere fatte ora e subito nel territorio, è evidente la richiesta di ordine e di protezione che viene dalla popolazione: il ripetersi di gravi reati che creano un notevole allarme nelle famiglie e nelle piccole attività richiedono una risposta straordinaria e immediata dello Stato.

Quindi è necessario che tanto il quartiere di Saione quanto tutta la città venga passata rapidamente, e senza tanti complimenti, al pettine fitto per rimettere a posto le cose. Non mancano né le capacità né, quando si vuole, i mezzi. Certo che a questo proposito continua a destare meraviglia la notizia secondo la quale in qualche parte della Toscana si impiegherebbero risorse anche nelle procedure burocratiche del Foglio di via verso qualche anziano risparmiatore incensurato. Risparmiatore soltanto reo, almeno a quanto viene detto, di aver protestato per l’esproprio subìto. Ma torniamo a noi: è anche necessario procedere con la massima energia nelle espulsioni. A proposito: qualcuno ci vuol dire quante ne sono state fatte ad Arezzo nell’ultimo anno?

Insomma, e per concludere, è il momento di prendere il toro per le corna. Non bisogna attendere un altro episodio di guerriglia urbana come quello dello scorso agosto per agire con energia. Prima viene fatto, e prima la città sarà grata. Deve essere chiaro che il tempo delle chiacchiere gne gne è finito. Per tutti, e per sempre. Deo gratias.

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