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Riordino Camere Commercio. Arezzo con Siena ma la sede resta in città, Salvini nominato commissario ad acta

Da 105 a 60. Dall'8 agosto scorso è ufficialmente entrato in vigore il decreto per il riordino del sistema camerale italiano. Una drastica riduzione delle sedi e delle competenze specifiche più mirate. Sono questi alcuni dei punti fondamentali...

Da 105 a 60.

Dall'8 agosto scorso è ufficialmente entrato in vigore il decreto per il riordino del sistema camerale italiano. Una drastica riduzione delle sedi e delle competenze specifiche più mirate. Sono questi alcuni dei punti fondamentali che riguardano la riforma.

Arezzo da tempo attendeva l'ufficialità di questa manovra. La provincia sarà infatti accorpata con la vicina Siena. E se nei mesi passati i dubbi principali riguardavano anche il luogo della sede della nuova Camera di Commercio di area vasta, ecco che oggi sono arrivate le rassicurazioni da parte dell'onorevole Marco Donati il quale ha sottolineato come: "La nostra città e tutto il territorio aretino vedono da sempre una presenza capillare di aziende che costituiscono l’ossatura dei nostri distretti e una parte importante del sistema produttivo toscano e nazionale. Per questo fin dall’inizio ho seguito da vicino il percorso della riforma affinché ad Arezzo fosse riconosciuto il ruolo di guida dopo l’accorpamento con la Camera di Commercio di Siena». La riforma, voluta dal Governo Renzi, porterà risparmi importanti consentendo una riallocazione più razionale del personale, maggiori servizi alle imprese, mirando a sfruttare le opportunità del piano Industria 4.0".

Di seguito la nota stampa della Camera di Commercio di Arezzo

Il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda definisce l’assetto territoriale delle Camere che passano da 105 a 60 portando a compimento il processo di riorganizzazione partito due anni fa con la riforma Madia e individua nel contempo i Commissari ad acta che accompagneranno le Camere nel percorso di rinnovo degli organi e nelle prime iniziative per l'unione operativa e funzionale delle strutture.

Si apre ora una nuova fase di progettazione che permetterà alle Camere di Commercio di assolvere alle nuove funzioni strategiche in tema di digitalizzazione, orientamento al lavoro e alle professioni, valorizzazione del turismo e del patrimonio culturale che sono state loro attribuite dal decreto legislativo 219 del 2016.

Il piano riorganizza profondamente il sistema, ne razionalizza le strutture, coinvolgendo anche le aziende speciali che vengono ridotte da 96 a 58, mentre le sedi secondarie scendono del 20% con una riduzione complessiva di un quarto dei metri quadrati utilizzati e la messa a reddito degli uffici non utilizzati. Vengono così “liberati” circa 400mila metri quadrati di immobili. Rivista anche la dotazione organica delle Camere Commercio che nel 2019 sarà di 6.700 unità contro le 8.800 unità del 2016.

Nel quadro disegnato dal Decreto viene definitivamente formalizzata l'aggregazione della Camera di Commercio di Arezzo con la Camera di Commercio di Siena. Le due Camere si uniranno quindi in un nuovo ente, con sede legale in Arezzo, ed avvieranno le procedure di rinnovo degli organi sotto il coordinamento di Giuseppe Salvini, nominato Commissario ad Acta.

I rapporti di collaborazione operativa tra le due Camere di Commercio che andranno a costituire la nuova Camera di Commercio di Arezzo e Siena sono già stati avviati proficuamente da diversi mesi ed hanno anche visto la sottoscrizione di uno specifico accordo quadro finalizzato a rendere più fluido il complesso ed articolato percorso di aggregazione. Nel mese di luglio è stato altresì approvato dalle due Giunte un ulteriore protocollo per disciplinare gli aspetti più operativi del processo di aggregazione.

Tra i vertici politici e la direzione amministrativa dei due Enti si registra la piena consapevolezza della complessità del percorso tecnico-organizzativo che dovrà portare al completamento dell'aggregazione funzionale, logistica e politica delle due realtà in un unico Ente di area vasta.

Il presidente Andrea Sereni evidenzia tuttavia come, "accanto alle numerose difficoltà derivanti dal processo di armonizzazione delle due macrostrutture, potranno concretizzarsi numerosi punti di forza ed opportunità: il territorio del nuovo Ente infatti comprenderà 72 comuni con una popolazione complessiva di 614 mila abitanti, 83.471 imprese registrate che producono annualmente un valore aggiunto di 16 miliardi di euro ed 7,7 miliardi di export. La Camera di Commercio di Arezzo e Siena, che con i suoi 7.053 Km2 sarà la più estesa della Toscana, sarà chiamata a rappresentare due sistemi economici-produttivi che sia pur diversificati presentano caratteristiche in grado di favorire una rapida integrazione. L'economia senese presenta infatti elevati livelli di specializzazione nell'agricoltura e nel turismo ed Arezzo una maggiore presenza della componente manifatturiera ma, per quanto concerne i principali indicatori occupazionali (tasso di attività, di disoccupazione, di occupazione) e quelli relativi alla demografia imprenditoriale, si rilevano valori simili".

Il segretario generale Giuseppe Salvini (Commissario ad acta), sottolinea come "la nuova strutturazione organizzativa dell'Ente cercherà di privilegiare e valorizzare le specificità dei singoli sistemi economici, attraverso la più ampia autonomia delle sedi, sia per valorizzare la rappresentatività dei territori che per favorire un rapporto più diretto tra imprese ed uffici camerali in una logica di prossimità. Il processo aggregativo sarà reso peraltro più fluido dal fatto che i due Enti si caratterizzano per l'elevata positività degli indicatori economico-patrimoniali, per l'equilibrio di bilancio e per l'esiguità del personale in rapporto al numero delle imprese".

Coerentemente con l'impostazione di esaltare i possibili ambiti di specificità territoriale si è convenuto inoltre che, nei limiti imposti dalle norme, le riserve dei bilanci camerali (in parte derivanti dalle attività commerciali degli Enti) così come gli introiti futuri derivanti dalle cessione dei patrimoni immobiliari e dalle partecipazioni societarie, debbano essere riallocati, a beneficio dei territori che li hanno generati e che debbano essere finalizzati per progetti che interessino le originarie comunità di imprese.

Si apre quindi una dimensione operativa e funzionale nuova per le Camere di Commercio, con competenze e perimetrazioni territoriali completamente ridisegnate.

Una sfida che continua.

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