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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Riforma Camere Commercio: incognita sede. Arezzo o Siena? La nuova geografia della Toscana

Tutte le Camere di Commercio con meno di 75mila iscritti dovranno avviare le procedure per l'accorpamento. Dei 105 enti presenti in tutta la Penisola ne resteranno 60. Il riordino parte da questo punto. Le cifre invece sono quelle note da qualche...

Tutte le Camere di Commercio con meno di 75mila iscritti dovranno avviare le procedure per l'accorpamento. Dei 105 enti presenti in tutta la Penisola ne resteranno 60. Il riordino parte da questo punto. Le cifre invece sono quelle note da qualche tempo e, nelle settimane scorse, hanno ottenuto il via libera da parte del Consiglio dei Ministri.

In base a questo assunto, la geografia toscana sarà stravolta rispetto a quella attuale. Le dieci province dovranno procedere con le operazioni di fusione e ridurre le sedi camerali a cinque. Massa Carrara, Lucca e Pisa si fonderanno. Prato andrà con Pistoia. Firenze rimarrà indipendente. Grosseto e Livorno si sono avvantaggiate e dal 1° settembre hanno formato un'unica Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno. Infine Arezzo si unirà con Siena. E fino a qui niente di nuovo.

Ma c'è un punto sul quale ancora non è ben chiaro che tipo di futuro si prepara per le varie realtà toscane. E' quello che riguarda la sede legale.

Secondo quanto previsto dalla riforma dovrà rimanere soltanto un presidio. L'altro, quello identificato come "succursale", sarà soppresso.

Un dilemma politico di non poco conto. Tra Arezzo e Siena, nel caso, quale delle due città dovrà rinunciare alla propria sede?

La risposta al momento non c'è e qualsiasi tipo di previsione è prematura.

Quello che invece è facilmente prevedibile sono le ricadute che uno scenario del genere potrebbe avere sulle imprese e aziende iscritte ad ogni singolo ente, le quali si troverebbero orfane di un punto di riferimento amministrativo di prossimità in favore di un organo di area vasta.

Altrettanto fumose, ancora, sono le deleghe e le competenze che saranno mantenute dai nuovi soggetti camerali. I passaggi invece sicuri, almeno per il momento, riguardano gli aspetti prettamente tecnici.

Al fine di alleggerire i costi di funzionamento delle Camere, il decreto prevede 4 ulteriori azioni che riguardano: la riduzione del diritto annuale a carico delle imprese del 50%; la riduzione del 30% del numero dei consiglieri; la gratuità per tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori; una razionalizzazione complessiva del sistema attraverso l’accorpamento di tutte le aziende speciali che svolgono compiti simili, la limitazione del numero delle Unioni regionali ed una nuova disciplina delle partecipazioni in portafoglio.

Per quanto concerne il diritto annuale a carico delle imprese, ad Arezzo la cifra versata da tutti i soggetti iscritti è pari (in media) a 54 euro annui. Una parte di questo denaro viene destinata ad assolvere funzioni di carattere burocratico l'altra invece è per alle attività di valorizzazione del tessuto economico ed imprenditoriale del territorio. Qualche esempio? Eventi all'Arezzo Fiere e Congressi, Fiera Antiquaria, manifestazioni di appoggio per favorire il made in Italy, Museo dell'Oro, attività di internazionalizzazione delle imprese, Polo Universitario e quant'altro abbia come finalità la promozione delle realtà locali.

Infine la riduzione del corpo consiglieri del 30%. Attualmente Arezzo ne conta 27. Con la riforma la cifra scenderà a 18-19 componenti che dovranno essere composti sia da rappresentanti della provincia aretina che di quella senese.

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