Reddito di cittadinanza, clochard aretini esclusi se non hanno la residenza. I criteri di ammissione
Puntata numero 1 dedicata a questo grande tema che riguarderà una platea importante di abitanti ad Arezzo.
Cominciano anche ad Arezzo le grandi manovre intorno al reddito di cittadinanza. E’ stata annunciata come una misura per sconfiggere la povertà, come del resto, con modalità più o meno diverse esiste in molti paesi europei, ma nel mettere i paletti per accedere al reddito di cittadinanza sono praticamente rimasti fuori i più poveri, gli ultimi della società, che siano essi stranieri o italiani: i senza fissa dimora. Questo almeno nelle città, dove non c’è un registro con indirizzi fittizi dove iscriversi. Ad Arezzo è possibile chiedere la residenza alla cosiddetta "casa comunale", passando dallo Sportello Unico. Attualmente ci sono una trentina di persone registrate, quasi tutte italiane che di solito arrivano lì tramite gli assistenti sociali, ma probabilmente i senza tetto nemmeno conoscono questo strumento.
E questo significa quindi che se i senzatetto aretini, che come dato di fatto non hanno una dimora e una residenza vera, non sono iscritti da più di dieci anni in Italia, non potranno accedere al reddito di cittadinanza.
Il decreto che lo istituisce è stato pubblicato ieri mattina nella Gazzetta Ufficiale e così iniziano a dipanarsi i meccanismi che dovranno essere messi in piedi per ricevere le domande, per seguire i cittadini ammessi, per predisporre gli addetti, i cosiddetti navigator da una parte, oltre che il rafforzamento del personale dei centri per l’impiego. Le richieste di informazioni sono cominciate da tempo, anche all'Unico del Comune di Arezzo, che in realtà entrerà in campo soltanto dopo Inps e Centri per l'Impiego nel caso in cui chi ne ha diritto non sia nella condizione di poter lavorare.
La prima stima della platea degli aretini interessati: 1 famiglia su 13
I criteri:
Per avere diritto al reddito di cittadinanza è necessario essere cittadini italiani, europei o lungo soggiornanti e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa.
Poi ci sono una serie di requisiti di reddito e patrimoniali che si riferiscono al nucleo familiare del richiedente che deve avere una dichiarazione ISEE inferiore a 9.360 euro annui;
Un valore del patrimonio immobiliare ai fine isee, diverso dalla casa di abitazione non superiore ai 30 mila euro. Un valore del patrimonio mobiliare ai fini isee, non superiore a 6.000 euro, accresciuti di 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000, incrementato di ulteriori euro 1.000 per ogni figlio successivo al secondo; i predetti massimali sono ulteriormente incrementati di euro 5.000 per ogni componente con disabilità presente nel nucleo;
Un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. La predetta soglia e’ incrementata ad euro 7.560 ai fini dell'accesso alla Pensione di cittadinanza. In ogni caso la soglia e' incrementata ad euro 9.360 nei casi in cui il nucleo familiare risieda in abitazione in locazione.
I requisiti relativi ai beni durevoli:
Nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti, esclusi quelli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità.
Nessun componente deve essere intestatario o avente piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto.
Non hanno diritto al Rdc i nuclei familiari che hanno tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa.
Altre informazioni utili:
Il reddito di cittadinanza dura 18 mesi e contiene anche la cosiddetta norma anti-divano cioè tutti coloro che sono in grado di lavorare dovranno attivarsi stipulando il patto per il lavoro e il patto per la formazione.