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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Quanto vale un fiorino? Ovvero il vantaggio di un conio stabile ed affidabile

Lorsignori da tempo ormai vanno dicendo che con una valuta propria e una serie di svalutazioni si possono risolvere tutti i problemi dell’Italia: chissà se pensano anche di poter curare malattie croniche con lo zucchero. Il problema di fondo...

Lorsignori da tempo ormai vanno dicendo che con una valuta propria e una serie di svalutazioni si possono risolvere tutti i problemi dell’Italia: chissà se pensano anche di poter curare malattie croniche con lo zucchero.

Il problema di fondo che costoro non hanno compreso è proprio quanto valga una moneta.

E’ noto a tutti che le monete nei tempi antichi erano di metallo, spesso prezioso.

Ebbene Lorsignori sostengono che una commistione nefasta tra valuta di carta non sostenuta da valori reali e il fatto che la stampa di moneta sia effettuata da una Banca Centrale i cui azionisti sono dei privati deruberebbe il popolo. Queste affermazioni sono entrambe false, come vedremo sotto, ma intanto soffermiamoci sulla prima parte del ragionamento.

Lorsignori sostengono che con conio in ‘valore reale’ controllato dallo Stato non ci potrebbe essere iperinflazione.

Ricordiamo loro che il primo episodio di iperinflazione di cui si ha notizia risale all’imperatore romano Diocleziano, tra il 216 e il 218 D.C.

Altri episodi di iperinflazione, precedenti e successivi all’introduzione della cartamoneta, sono abbondanti e non li citiamo qui (ma sono disponibili in un mio vecchio articolo che riporto tra i link sotto)

Passiamo adesso alla ‘moneta privata’, vero cruccio di Lorsignori.

Ebbene sappiano costoro che già nel Medioevo la maggior parte delle monete era coniata non dallo Stato, ma da orafi o da mercanti/banchieri/cambiavalute (che al tempo erano spesso le stesse persone) su licenza dello Stato stesso e ciò per un semplice motivo: erano mercanti e orafi che avevano la materia prima per coniare e non lo Stato. Insomma la situazione non era diversa in linea di principio da quella di adesso, ma all’atto pratico è in realtà molto più ampia l’influenza dello Stato oggi sulla politica monetaria di quanto non lo fosse al tempo antico. Infatti oggi chi partecipa al capitale delle Banche Centrali non ha influenza sulle decisioni di quest’ultima. Ricordiamo a proposito che è la politica che nomina i banchieri centrali. Ma quanto valeva già nel medioevo un conio stabile ed affidabile? I principali eventi economici del medioevo erano le fiere della Champagne, che si tenevano nell’omonima regione della Francia e nelle quali si trovavano mercanti dal sud Europa, principalmente italiani, e del Nord, dalle città della Lega Anseatica e dalle Fiandre, per scambiarsi le loro mercanzie. All’inizio della fiera fiorentini e genovesi stabilivano i tassi di cambio, in quanto il fiorino ed il genovino erano le monete dal conio più affidabile e stabile. Stabilire il tasso di cambio a quel tempo non voleva solo dire controllare il prezzo di acquisto e vendita della merce, ma anche i tassi d’interesse. Siccome infatti la Chiesa non ammetteva ufficialmente il prestito contro corresponsione di un interesse, chi prestava emetteva un contratto di cambio valuta a termine con tasso di cambio che conteneva anche una quota di interesse, in modo che il denaro fosse remunerato senza che questo fosse ovvio a chi non operava nei mercati internazionali. C’è dunque da meravigliarsi se anche oggi gli Stati che emettono debito senza esagerare rispetto alla taglia delle loro economie, che abbiano valuta propria o meno, non hanno problemi, e che invece quelli che prendono a prestito in misura eccedente la loro capacità di produrre ricchezza che ripaghi il debito, con valuta propria o no (vogliamo ricordare recentemente Argentina e Venezuela?) invece ne hanno in abbondanza? Riportiamo infine una contraddizione pesante e quasi mai notata nel ragionamento di Lorsignori: essa da una parte sembrano volere una banca centrale controllata dal governo che stampi soldi a volontà; poi però non finiscono di dire che il Governo è pieno di delinquenti. Insomma di grazia un po’ d’ordine logico negli argomenti, grazie! Per approfondire: https://lettotralerighe.blogspot.it/2012/12/la-stampa-di-moneta-le-bolle.html https://people.few.eur.nl/smant/m-economics/bubbles/johnlaw.htm Goldthwaite, R, “The economy of Renaissance Florence”, Johns Hopkins University Press

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