Il malinconico tramonto di Cantarelli al Pitti e 117 lavoratori che chiedono il licenziamento

La fabbrica è chiusa, restano soltanto da definire i dettagli del Pitti 2018, malinconica appendice prima del tramonto. Perché lo stand di Cantarelli era già stato da tempo pagato dal commissario Leonardo Romagnoli.

Sono 117 su 218 i dipendenti che hanno scelto di aderire alla procedura di licenziamento collettivo - spiega Guido Guiducci della Cgil -, che rappresenta l'unica via per poter accedere a qualche forma di ammortizzatore sociale.

In questo modo, i lavoratori licenziati potranno far richiesta per l'indennità di disoccupazione (Naspi). Alcuni di loro, quelli con maggior anzianità di servizio, guardano già alla pensione, mentre ci sono già diversi casi di dipendenti che hanno proposte di lavoro alternative e che si stanno ricollocando.

Ma sicuramente - aggiunge Guiducci - in questa fase noi non consigliamo nulla agli ormai ex lavoratori.

L'altro centinaio di dipendenti che non hanno ancora imboccato la strada del licenziamento restano, invece, "sospesi", in attesa delle mosse dei curatori fallimentari.

Si chiude così, in maniera dolorosa sia per il destino dei lavoratori che per la fine di un brand storico, un capitolo che è stato glorioso per l'imprenditoria e il lavoro in provincia di Arezzo.

Il Pitti che verrà, farà calare il sipario su un simbolo del Made in Italy. Il marchio Cantarelli avrebbe decisamente meritato un diverso finale, con una miglior gestione della crisi dal punto di vista produttivo: il fatturato del 2013 superava i 20 milioni, quello del 2015 stava ancora sopra i 16. Poi sono arrivati il commissariamento e i tentativi vani di cessione. E tre settimane fa la certificazione del crac.

@MattiaCialini