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La vera sfida dell'oro? Ciabatti: "Raggiungere i mercati affamati di 'italian life style' e fare marketing"

"Negli ultimi mesi c'è stato un ritorno di interesse sull'oro, non tanto perché ci sia timore per una ripresa dell'inflazione, che continua a essere bassa nei paesi sviluppati, ma soprattutto perché gli investitori istituzionali come i fondi...

"Negli ultimi mesi c'è stato un ritorno di interesse sull'oro, non tanto perché ci sia timore per una ripresa dell'inflazione, che continua a essere bassa nei paesi sviluppati, ma soprattutto perché gli investitori istituzionali come i fondi pensione, per diversificare i portafogli, visto che i rendimenti obbligazionari sono negativi o pari a zero, stanno proteggendo i loro portafogli con l'inserimento di oro. Le prospettive quindi, da qui ai prossimi mesi, possono essere interessanti."

manuela-d'onofrio-unicreditE' questo uno stralcio dell'intervento alla Borsa Merci di Arezzo di Manuela D'Onofrio, responsabile delle strategie d'investimento di UniCredit. Il comparto orafo aretino infatti è stato al centro dell'attenzione del forum delle economie che l'istituto bancario ha organizzato ad Arezzo in collaborazione con il Comune di Arezzo, rappresentato dall'assessore alle attività produttive Marcello Comanducci e con la Camera di Commercio di Arezzo rappresentata dal vice presidente Andrea Fabianelli che dal palco ha dato a tutti l'ufficialità della nomina di Andrea Sereni alla carica di vice presidente nazionale di Unioncamere.

Oro da investimento, oro da commercializzare nel mondo, forte legame del suo destino con il prezzo del petrolio. Proprio così, soprattutto per le aziende orafe aretine fortemente legate alle vicende economiche, geopolitiche e finanziarie dei loro mercati di riferimento in Arabia. Come uscire dalla crisi? Secondo D'Onofrio "nel settore orafo, dipende molto dalla ripresa della crescita nei mercati dove ci sono i clienti che acquistano. Mi pare di capire che qui ci sia una forte esposizione verso mercati degli Emirati, dell'Arabia Saudita. Per questo comparto è molto importante che questi paesi tornino a crescere ed è fondamentale che il prezzo del petrolio si mantenga a livelli decisamente superiori ai 40-45 dollari al barile."

ciabatti-ivanaCome fare innovazione nel settore orafo aretino, quale sfida per le imprese? E' Ivana Ciabatti, presidente nazionale di Federerorafi di Confindustria a rispondere:

Indubbiamente viviamo momenti caratterizzati da grande incertezza economico-finanziaria, insieme ad un rallentamento del commercio mondiale. Vorrei ricordare però che ci sono paesi emergenti affamati dei nostri prodotti, serve un momento di riflessione anche perché Arezzo principalmente lavora con il mondo arabo e se il mondo arabo si blocca per i motivi che conosciamo si blocca la città. Di conseguenza bisogna diversificare e la sfida è quella di raggiungere questi nuovi paesi emergenti che sono affamati dei nostri prodotti e per fare questo occorre fare più marketing e comunicazione, siamo i migliori per la creatività, siamo bravi per la tecnologia applicata, ma abbiamo sempre fatto poco marketing, non dobbiamo solo vendere il prodotto, ma il loro valore, devono essere la sintesi del nostro paesaggio della nostra cultura. E' l'Italian life style che tutto il mondo ci invidia, è una risorsa economica importante che non sfruttiamo abbastanza. Se il mondo è cambiato dobbiamo cambiare la nostra mentalità.

giordini-giordanaMa qual'è il rapporto con il credito del comparto orafo aretino? Secondo Giordana Giordini, presidente di Federeorafi Confindustria Toscana Sud

Il comparto orafo ha da sempre avuto necessità e tuttora ha bisogno dell'appoggio del sistema creditizio, sia con il servizio del prestito d'uso sia come banca di sistema di sostegno all'azienda. Da sempre il prestito d'uso è stato fondamentale per tutto il comparto e banca UniCredit è oggi uno degli istituti che maggiormente assiste il settore orafo insieme ad altre banche.

I numeri del comparto orafo aretino: è composto da 1.298 imprese con un impegno di risorse pari a circa 7.500 addetti. Un fatturato complessivo che arriva a 1,8 miliardi di euro (dei quali il 90% provenienti dall’export) e che rappresenta il 30% della produzione totale italiana.

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