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Orafo per tre Papi, il maestro Alano Maffucci chiude bottega: "Ma continuo a insegnare"

Cinquantasei anni dedicati all'arte orafa, gli ultimi votati a trasmettere saperi e passioni ai più giovani. Le sue creazioni sono diventate dono per tre diversi papi. Nel 2016 il “maestro” chiuderà Aule, la sua “bottega” in via Chiarini. Alano...

Cinquantasei anni dedicati all'arte orafa, gli ultimi votati a trasmettere saperi e passioni ai più giovani. Le sue creazioni sono diventate dono per tre diversi papi. Nel 2016 il “maestro” chiuderà Aule, la sua “bottega” in via Chiarini.

Alano Maffucci ha lo sguardo distaccato della saggezza mentre racconta: parla piano, in modo chiaro. Rigoroso nei giudizi, dolce nel gratificare gli allievi migliori. Durante l'intervista, assieme a lui, c'è Laura, 19 anni. E' arrivata ad Arezzo da Bolzano per apprendere il mestiere. “Se ho un rammarico – dice Maffucci – è quello di aver avuto pochi ragazzi aretini in laboratorio”.

maffucci4La storia di un artigiano di valore parte da due pilastri: disciplina e cura del dettaglio, qualità che Maffucci allena da una vita. Prima nel severo istituto Margaritone degli anni '50, poi da militare, come granatiere. Quindi la pratica in laboratorio, come orafo e fine cesellatore. E massima concentrazione, Maffucci, mette anche nello svago: tra le sue grandi passioni c'è l'alpinismo, che tuttora pratica, a dispetto dell'età. “Questo sono io lo scorso anno”, indica con orgoglio tra le foto che lo vedono aggrappato a costoni di nuda roccia.

Maffucci ha trascorso quasi tutta la vita ad Arezzo, ma rivendica con orgoglio origine biturgense e illustri conterranei: “Sono di Sansepolcro, la città di Pier della Francesca. Mi sono trasferito ad Arezzo quando avevo dieci anni. Ho abitato a lungo in via Guido Monaco, ma mi piace il verde, la campagna. Ora abito a Quarata”.

Maffucci1Con l'abilità manuale nel sangue (madre merlettaia, fratello falegname), terminati gli studi nel '59, Maffucci è entrato in Unoaerre: “Una palestra straordinaria, una famiglia per me. Sono uscito nel '77, all'epoca eravamo 1.500 dipendenti”. Quindi l'avventura in proprio, con Pepita, chiusa nel 2005. Qualità certificata, produzioni di nicchia e successo che ha varcato i confini nazionali. “Venne la Bbc ad intervistarmi”. Copertine di riviste, servizi tv. La sua bravura è stata raccontata anche in cinese. La statura internazionale della sua arte – proseguita con la nuova azienda, Aule - è testimoniata dal prestigio delle commissioni ricevute: la collaborazione con Bulgari, i lavori per gli sceicchi del Medio Oriente. Senza contare i vip destinatari delle sue creazioni: da Bertelli a Verdone, da Montezemolo a Inge Feltrinelli. E soprattutto tre diversi papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Le foto dei tre, assieme ai doni creati da Maffucci, tappezzano le pareti del laboratorio. Appesi al muro ci sono poi innumerevoli, premi, attestati, riconoscimenti. Quello di Maestro artigiano, la menzione d'onore della Camera di Commercio.

Maffucci2“Ma il mio orgoglio – racconta – adesso sono i ragazzi”, dice valutando con occhio clinico la lavorazione appena ultimata di Laura. Quella di “Bottega scuola” è un'avventura partita, non senza complicazioni, nel 2014. “Molte soddisfazioni, ma anche problemi di natura burocratica”, dice sfogliando i registri che annotano puntualmente ore di formazione e andamento dei ragazzi. Si illumina quando racconta dei progressi di un giovane di Levane, delle soddisfazioni che gli dà Laura, della voglia di imparare della prima allieva. “Veniva da Padova – racconta l'orafo – fece il tragitto in bicicletta, usò il treno solo per passare l'Appennino”.

maffucci3E chissà quanti altri apprendisti avranno la possibilità di entrare nel laboratorio di via Chiarini. Nel 2016 Maffucci abbasserà la saracinesca. “Ma - promette - non smetterò di fare qual che ho sempre fatto, a casa mia. Gli strumenti me li porto dietro. I ragazzi? Ho avviato un discorso per collaborare con l'istituto Maragaritone. E poi chissà, magari riuscirò a trovare delle formule simili a 'Bottega Scuola' per riuscire ad insegnare anche da casa”.

@MattiaCialini

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