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Nuova stazione sulla Direttissima: una boccata d'ossigeno

La nuova stazione sulla Direttissima, una grande boccata di ossigeno. E’ molto incoraggiante vedere uno scorcio di positività nella vita pubblica del nostro paese. In un paese dove la politica è l’arte della lesina, seppur sempre più...

La nuova stazione sulla Direttissima, una grande boccata di ossigeno. E’ molto incoraggiante vedere uno scorcio di positività nella vita pubblica del nostro paese. In un paese dove la politica è l’arte della lesina, seppur sempre più disperatamente mascherata a suon di chiacchiere, vedere che c’è ancora chi faticosamente cerca di impostare una opera pubblica importante, quale è la stazione sulla Direttissima “Medio Etruria”, fa ben sperare per il futuro.

Bene hanno fatto la Regione Toscana e la Regione Umbria a fare questa scelta. Almeno dai tempi dell’antica Roma sappiamo dell’importanza delle infrastrutture di trasporto per lo sviluppo economico e sociale di un territorio. Quindi, l’impegno a realizzare qualcosa che vada al di là della piccola inaugurazione a fini preelettorali, è un fatto degno di nota, e di sottolineatura. Ma veniamo al dunque. Una stazione sulla Direttissima colmerebbe una lacuna nel nostro sistema dei trasporti, sia delle persone, sia delle merci. Attualmente, inutile nasconderselo, gli spostamenti verso i grandi capoluoghi, a parte Firenze ed in miglioramento Roma, sono faticosi. Il solo pensiero di poter intercettare i treni ad alta velocità in modo dinamico da una nuova linfa al territorio, e ne rivalorizza le potenzialità. Basti solo pensare ai riflessi sul turismo, e sul valore del patrimonio immobiliare. Per esempio, il milanese che oggi, con il Frecciarossa, arriva a Firenze in un’ ora e quaranta minuti, potrà più comodamente visitare, ed anche meglio valutare per i suoi investimenti, con una manciata di minuti in più, anche il nostro territorio. Poter raggiungere rapidamente le grandi città rivitalizza tutto, perché le metropoli si raggiungono per lavoro, per studio, per affari, per motivi di salute, e restituisce centralità ed appetibilità al territorio.

Quindi una operazione positiva sotto ogni punto di vista. Leggo che ci sono ancora alcune incertezze in ordine alla precisa localizzazione. E’ ovvio: ognuno la vuole vicino a casa. Ma la cosa sicura, se ho capito bene, è che si realizzerà in terra aretina. E questo è un ulteriore vantaggio per il nostro territorio. Sono evidenti le possibili ricadute sulle aziende aretine, e quindi sui livelli occupazionali, derivanti della costruzione di una infrastruttura di queste dimensioni nelle nostre zone. A questo punto c’è solo da sperare che le cose vadano per il meglio, e che né la burocrazia, né l’attuale, suicida, politica nazionale di riduzione degli investimenti pubblici, riescano a bloccare tutto.

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