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Memar, 4 donne rimaste al lavoro. Silenzio dal 27 dicembre e a giugno scade la Fis

Dal 27 dicembre, data dell'ultimo tavolo sulla crisi della Memar, è calato il silenzio. L'azienda che era partner di Banca Etruria per le lavorazioni di data management e archiviazione delle operazioni bancarie come gli F24, è finita nel...

Dal 27 dicembre, data dell'ultimo tavolo sulla crisi della Memar, è calato il silenzio. L'azienda che era partner di Banca Etruria per le lavorazioni di data management e archiviazione delle operazioni bancarie come gli F24, è finita nel dimenticatoio, ma la situazione già grave e destinata a precipitare anche per quelle poche persone, circa 4 o 5 alla settimana che vanno in ufficio per portare avanti le commesse di altri 3 piccoli clienti, di cui uno aretino. Sono gli unici rimasti dopo che nei mesi scorsi, con l'arrivo di Ubi, quei servizi sono stati internalizzati. Nel frattempo nessun incontro, nessuna notizia in merito al futuro dei 22 lavoratori nel frattempo scesi a 18 perché alcuni hanno pensato bene di cercare alternative.

In questo momento le lavoratrici fuori dal lavoro usufruiscono della Fis, il Fondo integrativo speciale, l’ammortizzatore che fino ad oggi ha assicurato una piccola somma mensile si sostentamento è l'unica misura possibile, ma scade il 30 giugno. Cosa succederà dopo? Dalla Cisl e dalla Cgil partono nuovi appelli alle istituzioni, al Prefetto in primis perché uniscano le forze per questa vicenda.

Dalla Memar alle lavoratrici sono arrivate solo proposte di trasferimento in altre sedi come Bologna o Roma, condizioni di lavoro che sono difficili da accettare. "E' un modo per farci licenziare" commenta una di loro, "ma io dopo 31 anni di lavoro non gliela darò vinta sarò disposta anche al trasferimento se necessario" aggiunge una collega.

Altro grande punto interrogativo è l'uso della struttura della Memar, di proprietà di Ubi e concessa in affitto. Il contratto è in scadenza e non è ancora chiaro se sarà rinnovato oppure no. Unica data ferma quella del 30 maggio quando, finalmente, dopo 5 mesi, quando ci sarà la riunione tra Memar e le lavoratrici.

"Hanno tutte alte professionalità nel campo del data management e possono lavorare in remoto facilmente, facciamo appello per una loro seria ricollocazione" è il messaggio dei sindacati.

"Si respira una brutta aria, sottolineano in coro le lavoratrici - che questa mattina hanno voluto incontrare la stampa con Erina Nencetti per la Fisascat Cisl e Marco Guerrini Guadagni della Filcams Cgil.

"Sindacalmente fin da subito sono stati attuate le procedure coinvolgendo la Prefettura - dichiarano i due responsabili di categoria - ma poi la situazione è peggiorata al punto tale che per tutti questi mesi nessuno ha preso in considerazione la questione compresa la stessa azienda Memar che dopo solleciti ha fissato un incontro il prossimo 30 maggio. Una situazione di stallo pesante dove l’incertezza è sempre più viva e dove c’è il concreto rischio che professionalità trentennali vengano cancellate mettendo sul lastrico 18 famiglie."

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