rotate-mobile
Economia

Mascherine griffate Ingram: pronti migliaia di pezzi. Big della moda e cittadini all'opera con la macchina da cucire

Dalla Monnalisa alla Ade, da Prada alla Confezioni Bilò. Sono numerose le realtà imprenditoriali aretine che hanno riconvertito parte della propria attività per fronteggiare l'emergenza Covid-19

E' al grido "Insieme vinceremo questa battaglia" che l'azienda Ingram di Sansepolcro ha dato il via alla realizzazione di mascherine all'interno del proprio stabilimento.
L'impresa, fondata nel 1949, ha infatti annunciato che parte della propria produzione è stata riconvertita nella creazione di supporti utili alla protezione personale.

"Ingram - Gruppo Inghirami per fronteggiare attivamente l’emergenza Covid-19 - si legge sul profilo social - ha riconvertito temporaneamente parte degli impianti italiani per produrre dispositivi di protezione individuale. Ogni settimana verranno realizzate migliaia di mascherine per la protezione individuale delle persone come atto di responsabilità verso il paese Italia duramente colpito dalla pandemia".

Si tratta solo dell'ultima azienda aretina che ha scelto di mettersi all'opera per sostenere le attività di contenimento dell'epidemia nonché quelle di prevenzione dal contatto diretto con il virus. A dare il via alle danze qualche settimana fa è stata la Confezioni Bilò di Levane, azienda capitanata dalla presidente Cna Franca Binazzi, che insieme alle proprie maestranze ha cambiato abitudini di lavoro. Stesso scenario alla Ade confenzioni di Castiglion Fiorentino. Qui da decenni la famiglia Dottarelli, realizza capi anche per conto del marchio Brunello Cucinelli e, con l'esplosione dell'emergenza, ha scelto di interrompere la produzione ordinaria nel rispetto sia delle misure di sicurezza imposte dal governo che della salute delle proprie dipendenti. Nel frattempo però, ha messo la sua capacità produttiva a disposizione della comunità creando mascherine. Quattro delle dipendenti stanno lavorando all’assemblaggio di questo manufatto che poi verrà donato ad ospedali e farmacie. 

Mascherine made in Levane e Castiglion Fiorentino. Aziende della moda all'opera

Altra grande risposta in termini pratici l'ha fornita Monnalisa, prestigioso marchio della moda per bimbi guidato dalla famiglia Iacomoni. L'azienda aveva già disposto il 5% del ricavato delle vendite online a favore delle urgenti necessità della città, negli ultimi giorni ha deciso di destinare parte dei suoi sforzi produttivi alla realizzazione di mascherine chirurgiche con tessuto non tessuto. Il primo lotto di presidi sanitari usa e getta, è già stato consegnato alle amministrazioni e forze dell’ordine locali.

Iacomoni: "Grato ad Arezzo, è giusto scendere in campo"

E poi anche i grandi marchi della moda, tra cui Prada, hanno rimboccato le maniche per produrre le mascherine in tessuto non tessuto “made in Tuscany” da distribuire a medici, infermieri ed operatori. 

Scelta analoga quella abbracciata da privati cittadini che, armati di macchine da cucine e protocollo, si sono messi all'opera realizzandone per sé stessi e per gli altri. Silvia, ad esempio, con la sua tagliacuci ha dato il via ad una catena di solidarietà che ha coinvolto centinaia di aretini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mascherine griffate Ingram: pronti migliaia di pezzi. Big della moda e cittadini all'opera con la macchina da cucire

ArezzoNotizie è in caricamento