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Economia

Le grandi gare di appalto fanno parte del disegno per distruggere le piccole e le medie aziende italiane

Le tristi vicende di Consip, che è la centrale di acquisti della pubblica amministrazione, alle quali stiamo assistendo - con il deprimente sottobosco di presunti traffichini di provincia, forse millantatori e forse no - sono un’ulteriore riprova...

Le tristi vicende di Consip, che è la centrale di acquisti della pubblica amministrazione, alle quali stiamo assistendo - con il deprimente sottobosco di presunti traffichini di provincia, forse millantatori e forse no - sono un’ulteriore riprova che troppo spesso le grandi gare di appalto sono state un grave errore, per essere buoni.

In altre parole con la solita favola dei risparmi, delle liberalizzazioni e compagnia cantando praticamente qualunque acquisto fatto da una amministrazione pubblica sempre di più dovrebbe passare per una delle sempre più grandi gare di appalto fatte da Consip, o da altre enormi centrali di acquisto. Sia chiaro, per alcune tipi di acquisti una gara significativa può essere anche inevitabile, ma non può essere un criterio applicato a tappeto.

Tra l’altro Consip, tanto perché si sappia, non nacque per mettere in piedi gare colossali, che sono una invenzione successiva la cui origine sarebbe da chiarire, ma per migliorare le procedure di acquisto e ridurre i prezzi. Naturalmente i politici dell’epoca non si resero conto, nella migliore delle ipotesi, che qualunque riduzione della spesa pubblica ha ricadute deleterie nel resto del sistema economico.

Ricadute delle quali si trovano gli effetti concreti nelle liste dei disoccupati e dei cassa integrati tenute dagli ex uffici di collocamento. Ma purtroppo il triste livello della nostra classe politica nazionale, presente e passata, è noto. Modus operandi che, inoltre, ha contribuito ad innescare altri meccanismi perversi come, per esempio, troppo spesso avviene nelle gare per la realizzazione delle opere pubbliche, dove utilizzando il criterio del prezzo più basso, per quanto mimetizzato, si ha sempre di più a che fare con aziende che studiano sin dal primo momento come recuperare in corso d’opera il ribasso con controversie legali e revisione dei prezzi.

E con grave danno per gli operatori seri. Parliamoci con chiarezza, il desiderio di matrice sovietico-europea, non scritto e neppure detto ma che risulta dai fatti concreti, è quello di avere a che fare solo con grandissime aziende – forse considerate chissà perché più efficienti o più affidabili - tagliando fuori le piccole e le medie aziende dalle gare. Piccole e medie aziende che potranno poi rientrare in gioco nella discutibile logica del sub-appalto ai prezzi stabiliti dai colossi che si saranno aggiudicati il contratto. Insomma un meccanismo che è l’esatto contrario dei principi di concorrenza e libertà di mercato che a chiacchiere si dice di voler preservare, come ormai sempre più spesso tanto i Tribunali amministrativi quanto il Consiglio di stato sottolineano.

Purtroppo sfugge a Lorsignori che la letteratura economica più avanzata ormai da anni ha chiarito che il gigantismo spesso funziona male. Funziona male perché, al contrario di quello che potrebbe sembrare, aumenta le fragilità ed i punti deboli del sistema. Come le presunte “economie” che troppo spesso si rivelano solo dei peggiori servizi resi ai cittadini. E poi con questa filosofia operativa vengono cucinati bocconi – cioè gare - così grossi da scatenare interessi non così facili da rintuzzare, come l’odierna vicenda Consip, almeno per quanto si legge, dimostra. Per tralasciare la spiacevole circostanza, si perdoni la ripetizione, che la terrificante classe politica nazionale italiana non si è neppure resa conto, o forse qualcuno se ne è reso conto anche troppo bene, che così agendo si continua ad infliggere colpi mortali all’economia italiana, per lo più composta come è noto da piccole e medie aziende; per la gioia della concorrenza internazionale, tedesca in primis.

Spiace dover ripetere sempre le stesse cose, ma d’altra parte nessuno sta facendo niente per cambiare l’andazzo. Repetita iuvant: sino a che Lorsignori, in dispregio dei loro doveri di tutela degli interessi nazionali, si faranno dare gli ordini da quel baraccone di carta pesta che è l’attuale Unione europea, prestanome politico degli interessi della Germania, le cose andranno sempre peggio. Per le aziende e per tutta la collettività.

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