La Nuova Banca Etruria viene venduta o regalata?

Qualche giorno fa la stampa specializzata ha parlato di una offerta per Nuova Banca Etruria da parte di Banca Popolare dell’Emilia Romagna, BPER, per un importo tra i 50 e gli 80 milioni di euro. Un prezzo ridicolo che, come è avvenuto con la (s)valutazione dei crediti in sofferenza della vecchia Banca Etruria e delle altre tra banche, costituirà l’interessato parametro di riferimento per la (s)valutazione di tutte le banche italiane.

Insomma, al di là del prezzo della Nuova Banca Etruria, stiamo andando a grandi passi verso la creazione di un’altra catastrofe nel sistema bancario italiano per la gioia dei grandissimi speculatori internazionali. Conto che pagheranno, come ormai d’abitudine, nell’immediato di risparmiatori che hanno incolpevolmente investito in azioni ed obbligazioni subordinate, e a ruota i dipendenti con le cosiddette “ristrutturazioni”.

D’altra parte cosa altro ci possiamo attendere? Per esempio per Monte dei Paschi la stampa parla apertamente, e con la consueta e sconcertante nonchalance, della possibile conversione forzata delle obbligazioni subordinate in azioni passando per un depistante tentativo di conversione volontaria delle stesse. E tutto lascia temere che, alla fine della fiera, non verranno purtroppo fatte troppe distinzioni tra titoli in possesso di risparmiatori e titoli in possesso di investitori. Magari il caso si incaricherà di distruggere preventivamente il valore dei titoli sul mercato, così da “incoraggiarne” la conversione e ridurre gli inevitabili, ma sempre fastidiosi schiamazzi. Come dicono essere avvenuto in Grecia, cioè in un paese che è stato volontariamente, sottolineo volontariamente, ridotto ad una economia che una volta sarebbe stata definita in via di sviluppo.

E c’è chi stima che solo in Toscana i risparmiatori abbiano tra i 400 e i 600 milioni di euro, tra gli 800 e i 1.200 miliardi di lire, di obbligazioni subordinate di Monte dei Paschi. Poi accadono cose apparentemente strane, che se lette in maniera non coordinata sembrano dei localismi. Veneto Banca avrebbe costituito un fondo di solidarietà per gli azionisti “più in difficoltà”. A parte l’esigenza di comprendere bene cosa vuol dire nella realtà, resterebbe da capire il perché di tutta questa delicatezza. La differenza con i nostri risparmiatori azionisti, dei quali tutti cercano di dimenticarsi, è che Veneto Banca è sempre lo stesso soggetto giuridico, seppur scippata ai legittimi proprietari, e quindi Lorsignori potrebbero temere le azioni legali nei confronti della banca stessa, mentre le nostre quattro banche sono state svuotate e messe in liquidazione creando un nuovo soggetto giuridico.

Piuttosto evidente uno scopo di questa barocca manovra: Lorsignori ritenevano anche di aver messo le cose in modo tale che le azioni legali dei risparmiatori, o di chi altro, potevano essere promosse soltanto nei confronti delle vecchie banche in liquidazione, cioè nei confronti di scatole sostanzialmente vuote. Probabilmente sarà il tempo, ed i tribunali, a dirci se ci sono riusciti. Quindi, e per concludere, il prezzo che verrà pagato per la Nuova Banca Etruria e per le altre tre banche, pur tralasciando per il momento tutti gli altri aspetti, non sarà un fatto di dettaglio, ma avrà significative ricadute su tutto il sistema bancario italiano. E quindi su famiglie, risparmiatori, dipendenti, territori e, in definitiva, sugli interessi Nazionali. Dobbiamo vigilare molto bene su quello che sta avvenendo.

p.s. leggiamo nella stampa specializzata che dopo qualche vicenda che meriterebbe maggior chiarezza, ci sarebbe un notevole attivismo nella società dove sono stati “spostati” i nostri crediti in sofferenza lo scorso novembre. Quelli che vengono chiamati, per confondere le acque, NPL. Restiamo sempre in attesa di sapere a quanto, e a chi, i nostri crediti verranno venduti.