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Economia

I dipendenti di Banca Etruria: "Non abbiamo preso un euro per vendere le obbligazioni"

Intervento del sindacato bancari Fabi, attraverso le parole del suo rappresentante Fabio Faltoni. Se è vero che il decreto ha messo in sicurezza seimila lavoratori, facendo tirare un sospiro di sollievo a dipendenti e famiglie, è anche vero che...

Intervento del sindacato bancari Fabi, attraverso le parole del suo rappresentante Fabio Faltoni.

Se è vero che il decreto ha messo in sicurezza seimila lavoratori, facendo tirare un sospiro di sollievo a dipendenti e famiglie, è anche vero che mai si poteva immaginare un decreto che cancellasse in un quarto d'ora centinaia di milioni di euro di obbligazioni subordinate di migliaia di risparmiatori. E non avrebbero potuto immaginarlo nemmeno i dipendenti, che in tutta buona fede hanno venduto - nel corso degli anni - tale prodotto ai clienti, spesso ai propri familiari, parenti o amici. Sono infatti circa 400 i dipendenti che direttamente o tramite familiari erano possessori delle subordinate; senza parlare dei 1.200 dipendenti che hanno perso le loro azioni Banca Etruria assieme ai 65mila soci. In questi giorni qualcuno cerca - in maniera strumentale - di scaricare la colpa sugli impiegati, consigliandone addirittura la denuncia, facendo finta di non vedere le grandi responsabilità a ben altri livelli; qualcuno cerca di mettere contro clienti e dipendenti, quando invece entrambi sono vittime di scelte fatte sulla loro testa e sulla loro pelle. E il suicidio del cliente di

Civitavecchia, che ha colpito e addolorato tutti i dipendenti della banca, viene anch'esso strumentalizzato. Purtroppo, le dichiarazioni del ministro Padoan non aiutano a rasserenare il clima; dichiarazioni che incredibilmente assolvono da tutte le loro responsabilità la Banca d'Italia e la Consob.

Da anni i dipendenti stanno pagando la cattiva gestione della banca, con prepensionamenti, giornate di Solidarietà (la cassa integrazione del settore) e diminuzione degli stipendi. Da sempre la FABI combatte le "indebite pressioni commerciali" dei banchieri e del top management verso i dipendenti, però possiamo dire che nessun impiegato di Banca Etruria ha preso un euro di premio aziendale per la vendita di tali obbligazioni.

Auspichiamo che le responsabilità della cattiva gestione della banca vengano presto a galla e i responsabili puniti; ci auguriamo pure che i risparmiatori, i clienti, l'opinione pubblica capiscano bene la differenza fra banchiere e bancario, e capiscano che i lavoratori delle banche sono vittime di questa situazione, come lo sono i clienti.

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