Fimer: l'attesa continua, la palla al tribunale di Milano. Contatti tra proprietà e Greybull

La riservatezza in questo momento è d’obbligo. Così come altrettanto doverosa è una ponderata cautela che impone di mantenere un basso profilo. “Mi sembra evidente - spiega Alessandro Tracchi, segretario provinciale della Cgil di Arezzo - attendiamo di essere convocati dal tribunale di Milano e, fino ad allora, è giusto che le parti interessate continuino a lavorare silenziosamente per ottenere il massimo risultato. È doveroso per noi restare coi piedi per terra e cercare di comprendere meglio gli sviluppi futuri senza alimentare né vane speranze né scenari catastrofici”. E dunque a distanza di 5 giorni dall’ultimo passaggio in tribunale, la Fimer di Terranuova Bracciolini, con i suoi 280 lavoratori in standby, continua ad aspettare.

I 20 giorni di assemblea permanente

In prima linea ci sono ovviamente i dipendenti. Uomini e donne che hanno deciso di difendere non solo il proprio impiego ma anche il diritto a un lavoro giusto e tutelato. Dal primo giorno di giugno all’interno dell’azienda si alternano turni che coprono l’arco delle 24 ore. “Non ci muoviamo - hanno più volte ribadito i lavoratori - rimaniamo qui e difendiamo quello che ci sta a cuore. Vogliamo delle risposte sul nostro futuro e, fin tanto che non le riceveremo, continueremo ad attendere e lottare, compatti, uniti. Non c’è più distinzione di ruolo né di mansione. Siamo una cosa sola”. Le richieste dei dipendenti Fimer, gli stessi che hanno vissuto le mille trasformazioni di quello stabile dove oggi si producono inverter fotovoltaici, sono semplici. “Avanti con una nuova proprietà e un nuovo management”. Obiettivi condivisi anche dai sindacati e dalle istituzioni che, come ribadito dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, si sono fatte carico di sostenere la causa.

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Il riaffaccio di Greybull Capital

Alla vigilia dell’ultima udienza presso il tribunale di Arezzo, quella che avrebbe dovuto dare il via al procedimento di amministrazione straordinaria, il fondo britannico McLaren Applied-Greybull Capital dopo il primo nulla di fatto, si è nuovamente fatto avanti. Attraverso una nota stampa Marc Meyohas, managing partner di Greybull Capital, annunciò di aver fatto sapere “al consiglio di amministrazione di Fimer, agli azionisti e ai commissari giudiziari che la nostra offerta vincolante rimane valida. Siamo anche pronti a finanziare l'operazione a condizioni vantaggiose. Come già dimostrato agli organi competenti, abbiamo piena e immediata disponibilità finanziaria nonché una strategia industriale chiaramente definita. Siamo determinati a investire in Fimer e a sostenere l'azienda nell'uscita dall'attuale crisi. Per concludere l'operazione manca solo la firma degli azionisti. Con questa e il loro consenso, Fimer potrà sopravvivere e affrontare il futuro in modo migliore”.

Lo sbarco a Milano

L’ultima doccia fredda è arrivata al termine della scorsa settimana quando le carte del caso sono passate al tribunale di Milano dopo che quello di Arezzo ha emesso un'ordinanza con la quale si è dichiarato incompetente a decidere All'origine della decisione c'è la questione giuridica della sede legale dell’azienda che è stata trasferita a Milano con data 30 dicembre 2021. Nel provvedimento i giudici aretini hanno dato conto dell'esistenza di un nuovo accordo con Greybull-McLaren ma hanno pure dichiarato "l'inammissibilità dell'istanza, l'improcedibilità del concordato preventivo, disponendo l'estinzione del procedimento e la propria incompetenza in favore del tribunale di Milano, sezione specializzata in materia d'impresa in merito al procedimento volto alla dichiarazione d'insolvenza e dispone la trasmissione dell'ordinanza e degli atti del procedimento unitario in favore del tribunale sopra menzionato."