Dichiarazione di Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca Etruria e segretario provinciale della FABI - Federazione Autonoma Bancari Italiani.

Il legame fra BancaEtruria e il territorio del Casentino è antico, forte e virtuoso. Proprio per questo, le note vicende legate al decreto di risoluzione della "vecchia" banca, colpirono qui con particolare virulenza; la cancellazione delle obbligazioni subordinate e delle azioni è una ferita ancora molto dolorosa, come dolorose sono le conseguenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni dipendenti, dipendenti che avranno ora - per sfortuna, ma finalmente - l'occasione per dire la loro e per ribattere punto su punto.

Sono passati due anni esatti dal decreto di "risoluzione" della nostra banca, un fulmine a ciel sereno, con il susseguirsi per settimane e per mesi di servizi - anche da qua - negli organi di stampa nazionali; blasonate troupe televisive stazionarono in pianta stabile nei territori di una valle così bella, ma anche così discreta, scatenandosi alla caccia al dipendente di BancaEtruria. E quanto abbiamo dovuto alzare la voce - noi della FABI - per difendere, ad esempio, la nostra filiale e i lavoratori di Chiusi della Verna.

Ora, com'è noto, la proprietà è passata a UBI Banca, il terzo Gruppo bancario in Italia; la settimana scorsa, il cambio dell'insegna della filiale di Soci, ci ha colto nel mezzo di un'importante assemblea sindacale.

Nonostante la spiacevole chiusura - emersa durante l'estate - delle filiali di Stia e Bibbiena Alta, importante resta e sarà in Casentino la presenza degli sportelli "UBI/ex BancaEtruria", ma soprattutto fondamentale sarà la presenza e la professionalità dei lavoratori, tutti molto qualificati e attaccati al territorio, e ancora in piedi nonostante tutto.