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Economia Fiorentina / Via Lazzaro Spallanzani

Export motore dell'economia aretina: crescita del 2,4% ma calano moda e oreficeria

I dati sono quelli riportati dalla Camera di Commercio che analizza la situazione riguardante il 2018

6,7 miliardi di euro con una crescita complessiva del 2,4 per cento.
Sono queste le cifre riguardanti l'andamento dell'export in provincia di Arezzo nel 2018.
A diffonderli è direttamente la Camera di Commercio che sottolinea come le aziende in provincia indirizzate verso i mercati esteri siano una costante in ascesa.

Ma non è tutto.

Secondo i dati camerali, dal 2017 al 2018 sono aumentate anche le importazioni cresciute ad un ritmo molto più elevato (+11,7%), riducendo così il saldo commerciale del’11,8% a circa 2,3 miliardi di euro.

Un risultato che è stato condizionato dall'andamento della principale voce dell'export: i metalli preziosi. Nel 2018 i flussi verso l'estero sono stati pari a circa di 2,3 miliardi di euro, in crescita di oltre 200 milioni di euro e del 10,4% in termini relativi. In questo momento storico la domanda mondiale di oro è cresciuta sotto la spinta degli acquisti operati in particolare dalle banche centrali, mentre quella relativa alla gioielleria è rimasta sostanzialmente invariata.
Passando alle esportazioni di oreficeria, queste hanno segnato un piccolo arretramento dello 0,8% sfiorando la soglie di 1,9 miliardi di euro di vendite all’estero. Gli Emirati Arabi, principale mercato di riferimento per il distretto aretino, continuano a mostrare persistenti segnali di debolezza: nel 2018 le vendite sono infatti diminuite del 15,6% attestandosi a circa 500 milioni di euro.
Se si considera però che nel 2013 l’export sfiorava il miliardo di euro, si può comprendere che nel giro di cinque anni il mercato locale si è praticamente dimezzato. Nel 2018, anche a causa delle tensioni politiche che hanno caratterizzato l’area, le vendite verso la Turchia si sono contratte del 5,8%, erodendo parte del brillante risultato registrato nel 2017 (+22,8%). Buone notizie invece provengono da Hong Kong che è risultato in crescita del 4,2% rispetto al 2017. Sostanzialmente stabile, infine, gli Stati Uniti.

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Per quanto riguarda l’andamento dell’export sia dei metalli preziosi che dei prodotti dell’oreficeria, va in ogni caso valutato l’impatto che le oscillazioni del prezzo della materia prima utilizzata (metalli preziosi ed oro in particolare) possono aver avuto nella determinazione del valore delle vendite: nel corso del 2018 i prezzi dell’oro sono scesi in media nelle quotazioni in euro del 3,6%, determinando quindi una potenziale sottostima rispetto al 2017.

Facendo una valutazione approssimativa che tenga conto anche di questo fattore, si potrebbe affermare che la variazione effettiva delle esportazioni di prodotti di oreficeria possa essere positiva o per lo meno vicina alla stazionarietà.
Per i metalli preziosi, invece, si potrebbe configurare una crescita ancora più robusta. Per quanto riguarda in particolare il mercato statunitense, dopo il brillante risultato del 2017, nel 2018 le esportazioni di prodotti della gioielleria italiane hanno presentato un piccolo assestamento: le vendite sono infatti diminuite del 2,4%, attestandosi di poco oltre i 957 milioni di dollari e che consentono comunque al nostro Paese di conservare il terzo posto fra gli importatori di settore con una quota di mercato del’11% (Fonte: United States International Trade Commission).

Depurando l'export dalle componenti relative ai metalli preziosi e agli oggetti di oreficeria, il complesso delle altre esportazioni ha riportato nel 2018 una flessione del’1,5%, risultato condizionato dal risultato anomalo del comparto della moda.

Il terzo aggregato dell'export provinciale, infatti, negli ultimi anni ha presentato oscillazioni di rilievo sia di segno negativo che positivo che, secondo i pareri degli operatori di settore, non trovano riscontro in analoghi andamenti produttivi e appaiono più legati a fattori tecnici legati a cambiamenti nella logistica (e quindi nella definizione della provincia di origine del prodotto esportato).
Dopo un 2017 particolarmente positivo (+28,6%), nel 2018 si registra un nuovo calo (-18,4%) che porta il totale del fatturato estero a 814 milioni di euro.

Analizzando le diverse tipologie di prodotti, i settori più colpiti sono  il tessile (-19,1%), la pelletteria (-29,8%) e le calzature (-19,4%), mentre l’abbigliamento riesce a contenere la flessione al -4,4%. Se, oltre a metalli preziosi e gioielleria, escludiamo anche le voci relative al comparto della moda, le esportazioni dei prodotti restanti crescono del 9,2%. Fra le altre tipologie merceologiche, risultano in crescita le bevande (+4,2%), i prodotti chimici (+16,8%), i prodotti farmaceutici (+35,4%), articoli in gomma e materie plastiche (+3,6%), altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi (+8,5%), prodotti dell'elettronica (+2,6%), apparecchiature elettriche (+6,5%), autoveicoli e mezzi di trasporto (+10,1%). Al contrario, sono in flessione agricoltura (-19,8%), prodotti alimentari (-3,2%), legno e prodotti in legno (-1,8%), carta e prodotti di carta (-4,2%), prodotti in metallo (-1,4%), macchinari (-0,7%) e mobili (+16,5%).

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E' proprio per fare chiarezza sulle dinamiche dell'export che martedì 7 maggio è in calendario un nuovo seminario del percorso formativo  per l’internazionalizzazione delle imprese aretine. Il consuntivo annuale dell’export aretino.

Con inizio alle ore 14:30, l’incontro “Gestire i crediti nei confronti dei clienti stranieri" con l'avvocato Alessandro Gargano ed Andrea Tinti.

Il seminario è il quinto appuntamento del percorso formativo gratuito "Sviluppo delle competenze per i processi di internazionalizzazione ” dedicato alle imprese potenzialmente ed occasionalmente esportatrici  organizzato da Arezzo Sviluppo, Camera di Commercio e Polo Universitario con il sostegno di Unioncamere Nazionale. 

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