rotate-mobile
Economia

"Esportare la dolce vita", oreficeria e gioielleria nei mercati emergenti

Confindustria Toscana Sud Delegazione di Arezzo, in collaborazione con Federorafi, organizza un Convegno sulle opportunità di crescita che i nuovi mercati esteri offrono al settore orafo. Interverranno Luca Paolazzi Direttore Centro Studi di...

Confindustria Toscana Sud Delegazione di Arezzo, in collaborazione con Federorafi, organizza un Convegno sulle opportunità di crescita che i nuovi mercati esteri offrono al settore orafo. Interverranno Luca Paolazzi Direttore Centro Studi di Confindustria e il Prof. Maurizio Masini della Facoltà di Scienze della Comunicazione - Università di Siena. Il convegno sarà aperto e concluso da Ivana Ciabatti, Presidente Federorafi e da Giordana Giordini, Presidente sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana sud.

Nel corso del convegno verrà presentato il nuovo studio “Esportare la Dolce vita” del Centro studi di Confindustria e Prometeia, con un focus speciale sul settore della gioielleria, prendendo in esame le importazioni nei nuovi mercati fino al 2021.

“Lo studio- afferma il Direttore del Centro Studi di Confindustria Luca Paolazzi, conferma le grandi potenzialità di crescita dei prodotti – Belli e Ben Fatti - (BBF) nei prossimi 6 anni nei 30 paesi emergenti più dinamici presi in considerazione. Si stima che nel 2021 i nuovi ricchi saranno 212 milioni in più rispetto al 2015. Tra i principali importatori di BBF italiano, il paese più promettente sia per supporto delle policy sia per propensione al consumo nel lungo periodo è la Cina. Gli Emirati offrono ottime prospettive nonostante la non vivace dinamica demografica; Russia e Brasile, nonostante le enormi criticità, conservano una buona propensione al consumo di BBF. Anche la Turchia è divenuta un importante snodo logistico soprattutto con destinazione Russia e anche il mercato interno è interessante per i produttori italiani”.

Nel 2021 le esportazioni italiane di oreficeria-gioielleria nei nuovi mercati raggiungeranno i 2,7 miliardi di euro, 904 milioni in più rispetto al livello del 2015, con un incremento del 51%.

I legami commerciali tra produttori di BBF e nuovi mercati continuano a consolidarsi nonostante il rallentamento (recessione in alcuni casi) di molti paesi emergenti L’acquisto di BBF soddisfa i bisogni di qualità, sicurezza, moda, design, originalità della nuova classe benestante mondiale.

“I nostri prodotti sono apprezzati nel mondo, anche e soprattutto per quell'intangibile valore aggiunto di saper fare, creatività, capacità del territorio di cui siamo portatori- afferma Giordana Giordini, presidente Sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana Sud- ed è anche con progetti come questo che si contribuisce a promuoverli su mercati che possono offrire interessanti prospettive per le nostre imprese. Come Sezione Oreficeria e Gioielleria stiamo lavorando a progetti che possono facilitare e favorire le nostre realtà produttive, soprattutto medio-piccole, a cogliere tutte le opportunità offerte dai nuovi mercati emergenti”

Secondo Ivana Ciabatti Presidente di Federorafi “l’obiettivo è come sempre quello di studiare i mercati e le strategie per dare maggiori opportunità di scelta alle imprese senza però dimenticare il nostro DNA che è “il saper fare”. Iniziative come queste vanno in tale direzione e sono un’occasione per dialogare con gli imprenditori ed informarli su strumenti e azioni. Mi piace ricordare, oltre ai contenuti presentati con la ricerca “Esportare la dolce vita”, il report che è stato fatto da Federorafi con ICE sulle principali piattaforme USA di e-commerce dedicate al gioiello così come l’attenzione che la federazione sta dedicando alle altre formule distributive come i concept store, dando anche una svolta negli investimenti pubblici per le politiche promozionali: non più contributi “a pioggia” ma azioni mirate e soprattutto misurabili. Siamo ancora deboli sul fronte della capacità di comunicare al meglio le qualità dei nostri gioielli e l’unicità delle storie imprenditoriali ma ci stiamo lavorando con un occhio di riguardo all’utilizzo dei nuovi social media. Allo stesso tempo, la capacità di innovare deve continuare a rappresentare un driver per le nostre imprese. In questo incontro abbiamo appunto cercato di enfatizzare questa leva che è coerente con il progetto Federorafi rivolto al coordinamento ed al rilancio delle scuole e degli istituti tecnici orafi. Dobbiamo saper raccordare - conclude Ivana Ciabatti - le innovazioni tecnologiche e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo con gli obiettivi educativi della scuola per puntare sul talento e sulla qualità e quindi comunicarli e promuoverli perché il valore del saper fare è la ricchezza meno imitabile da parte dei concorrenti.”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Esportare la dolce vita", oreficeria e gioielleria nei mercati emergenti

ArezzoNotizie è in caricamento