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E l’arbitrato per i risparmiatori della vecchia banca Etruria che fine ha fatto?

La cialtroneria che ha contraddistinto sin dall’inizio la vicenda della “risoluzione” della vecchia Banca Etruria sta toccando un’altra vetta con la scadenza del termine per la richiesta di rimborso automatico dell’80% dell’importo delle...

La cialtroneria che ha contraddistinto sin dall’inizio la vicenda della “risoluzione” della vecchia Banca Etruria sta toccando un’altra vetta con la scadenza del termine per la richiesta di rimborso automatico dell’80% dell’importo delle obbligazioni subordinate senza che sia stato ancora pubblicato il regolamento per gli arbitrati. In altre parole in sostanza non è stata data a molti risparmiatori la facoltà di poter tutelare al meglio i propri diritti impedendogli, di fatto, di poter valutare se richiedere il rimborso automatico dell’80%, oppure se andare in arbitrato a difendere le proprie ragioni. E questo darà di sicuro altro lavoro agli avvocati. Per inciso le domande di rimborso automatico non sono state poche visto che la sola Cgil Federconsumatori di Arezzo ne ha presentate quasi duemila. La vicenda del regolamento fantasma sull’arbitrato, poi, è stata prima ridicola e poi triste. Ricordiamo tutti che alcuni mesi fa la bozza di regolamento era stata rispedita al mittente dalla Corte dei Conti perché scritta in maniera dilettantesca, almeno all’apparenza. Sono passati mesi, ed anche di questo ci sarà da comprenderne le ragioni, e niente è avvenuto, sommando ingiustizia ad ingiustizie. Alla cialtroneria nostrana poi si aggiunge la strategica, e preordinata, carognaggine europea. Non si può essere così fessi da credere che sia un caso che non appena il Governo si è finalmente deciso a provare a difendere il risparmio dei cittadini su Monte dei Paschi, anche se è troppo presto per capire come andrà a finire, dall’Unione Europea, cioè dalla Germania, sono arrivate bordate di varia natura. Che hanno interessato anche la vicenda di Banca Etruria. Pare infatti, seppur con la consueta omertà nella circolazione delle informazioni, che l’Unione Europea, o chi per essa, avrebbe imposto di non cedere de plano la banca al possibile acquirente del quale tutti parlano ma di interpellare anche i fondi speculativi che si erano fatti sotto nei mesi scorsi. Naturalmente come tutte notizie importanti, ma ormai non ci meravigliamo più, anche questa si è dovuta desumere leggendo qualche trafiletto criptico nella stampa economica, perché nessuno sente il dovere di informare non solo la pubblica opinione, ma neanche i vecchi azionisti ai quali è stata espropriata la banca, sempre se l’esproprio dovesse reggere all’eventuale vaglio giudiziario. Insomma, con la scusa della segretezza assistiamo ad un altro passaggio di una vicenda tutta da chiarire. Vicenda nella quale le stranezze si sommano. Per esempio su Monte dei Paschi il Governo ha sbandato per mesi e per anni commettendo fesserie, per non pensare ad altro, di ogni tipo quali solo per esempio la restituzione dei “Monti Bond” per quattro miliardi di euro o l’aver politicamente legato apertis verbis l’aumento di capitale “privato”, poi naufragato, all’abortito referendum costituzionale con le immaginabili conseguenze sulla banca. Tuttavia bisogna ammettere che il Governo ha dato nelle ultime settimane l’impressione di voler tutelare i risparmiatori che avevano investito su Monte dei Paschi. Invece su Banca Etruria lo scorso anno è stato fatto tutto il peggio che era possibile fare. Se per incapacità, se per debolezza o se per altre ragioni resta da decifrare visto che, come è stato giustamente notato, i risparmiatori che hanno acquistato le obbligazioni subordinate sono tutti uguali. La giustificazione in punto di diritto sarebbe che la vecchia Banca Etruria era insolvente, mentre Monte dei Paschi no. Cioè invece di buttarsi da un ponte con una pietra legata al collo si porterebbe, con il consueto autolesionismo, a giustificazione del disastro il susseguirsi di normative europee, e di derivazione europea ma sempre lesive degli interessi nazionali, inghiottite da Lorsignori senza colpo ferire, quando non con entusiastico apprezzamento. A questo proposito rinnoviamo l’auspicio che chi di dovere faccia ampia luce su cosa è realmente successo nei giorni nei quali veniva cucinato il patatrac della vecchia Banca Etruria. Insomma dopo oltre un anno dalla “risoluzione” della vecchia Banca Etruria ancora resta molto lavoro da fare. E non sono solo i risparmiatori di Monte dei Paschi e di Banca Etruria a meritare un risarcimento per i danni subìti senza colpa, ma è l’Intera Italia a meritarlo.

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