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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

E’ giunta l’ora di diventare soci di Ubi Banca

Parliamoci con chiarezza: ormai la cessione di Banca Etruria ad Ubi Banca dovrebbe essere pressoché scontata. Quindi è giusto che il territorio inizi a partecipare alla vita di una banca che sarà molto importante da queste parti negli anni a...

Parliamoci con chiarezza: ormai la cessione di Banca Etruria ad Ubi Banca dovrebbe essere pressoché scontata. Quindi è giusto che il territorio inizi a partecipare alla vita di una banca che sarà molto importante da queste parti negli anni a venire. Ed anche nel semplice ruolo di socio è possibile svolgere una funzione utile.

Ma non per l’illusione illegittima e donchisciottesca di poter piegare Ubi Banca ad interessi territoriali, o peggio ancora a biechi interessi di bottega, ma per fornire un contributo ad un istituto che conterrà anche quella che è stata la nostra banca per oltre un secolo. Oddio, se proprio si vuol essere maliziosi, tutt’al più per eliminare ogni eventuale timore che altri interessi territoriali non abbiano involontariamente il sopravvento. In effetti nello statuto di Ubi Banca c’è la curiosa previsione che le assemblee dei soci si tengano alternativamente a Bergamo ed a Brescia.

Però una previsione statutaria di assemblea itinerante in una banca non è poi così frequente, e fa pensare di risentire dell’anima di banca popolare quale è stata Ubi Banca sino ad un anno fa, o poco di più. Quindi visto la scelta di diventare membri di una nuova e più grande famiglia serve anche per vedere meglio come vanno le cose fugando, o almeno così ci auguriamo, nell’interesse della banca il diffuso timore che serpeggia nel territorio di stare per diventare il confine estremo di un regno che attinge il risparmio da queste parti per poi investirlo nei propri territori storici. Tra l’altro dovremmo essere accolti con gioia dal resto del corpo sociale visto che dal giorno della “offerta” per l’acquisto di Banca Etruria e delle sue consorelle il titolo Ubi banca ha segnato un significativo rialzo.

Questo nuovo impegno naturalmente non allenta minimamente la battaglia del rimborso dei nostri risparmiatori espropriati, tanto gli obbligazionisti subordinati quanto gli azionisti, per i quali continueremo ad impegnarci quanto e più di prima. Ed anche se tutti insieme siamo riusciti a far rimborsare un sacco di soldi agli obbligazionisti subordinati delle quattro banche, a dimostrazione che le buone maniere spesso funzionano, se l’ormai mitologico regolamento sull’arbitrato verrà partorito nei termini che ci aspettiamo, a molti altri obbligazionisti subordinati non resteranno altro che le vie legali. Come del resto agli azionisti ai quali non è mai restata altra soluzione che chiedere una valutazione da parte dei tribunali in ordine alla legittimità della nebbiosa operazione di “risoluzione” che ha portato all’esproprio della banca, comprese le attività preparatorie e tutte le sue conseguenze pratiche.

D’altra parte è anche una irrinunciabile battaglia civile visto che emerge in maniera sempre più chiara come, seppur per motivi tanto inspiegabili quanto inspiegati, Lorsignori si inventarono una procedura ad hoc per Banca Etruria e per le sue compagne di sventura. Procedura dove, tanto per dirne una, con valutazioni discutibilissime, e molto singolari, la banca si sarebbe trovata di punto in bianco in stato di insolvenza nonostante quasi nove mesi di commissariamento, così giustificando l’esproprio dei risparmiatori e della banca. Se la sono cantata e se la sono suonata, come si usa dire. Ma queste sono cose che ripetiamo da oltre un anno, non sono novità: la parola ormai è solo ai tribunali considerando anche che la procedura di “risoluzione” è stata falsamente spacciata come obbligatoria, oltre che infarcita di scelte non chiare, quale quella di togliere i crediti in sofferenza e conferirli in una società terza della quale si sono perse le tracce, mentre invece pochissimi mesi dopo sono state trattate altre banche in situazioni assimilabili con metodi del tutto diversi.

In poche parole da una presunta totale subordinazione ai diktat europei - se poi veri o chissà perché propalati per tali sarà da vedere anche perché le versioni rese a caldo da Governo e Commissione europea si contraddicevano - che avrebbero imposto lo sterminio retroattivo dei nostri obbligazionisti subordinati e dei nostri azionisti e la confisca della banca, Lorsignori sono addirittura passati a consentire l’emissione di obbligazioni garantite dallo Stato con l’amorevole benedizione della Commissione europea. Comunque, per tornare al punto senza divagare ancora, è bene che il territorio inizi a partecipare prima possibile alla vita di Ubi Banca. Diamoci quindi appuntamento alla prossima assemblea dei soci.

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