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E' Gabriele Veneri il nuovo Presidente degli orafi CNA Arezzo

E' Gabriele Veneri il nuovo Presidente degli Orafi di CNA. E’ stato eletto dall'assemblea della categoria che rappresenta oltre 400 imprese, un terzo dell'intero settore aretino. 45 anni, sposato con due figlie, alla guida di Sem.Ar, azienda di...

E' Gabriele Veneri il nuovo Presidente degli Orafi di CNA. E’ stato eletto dall'assemblea della categoria che rappresenta oltre 400 imprese, un terzo dell'intero settore aretino. 45 anni, sposato con due figlie, alla guida di Sem.Ar, azienda di famiglia leader nei semilavorati in oro ed argento con 50 addetti e un indotto di oltre 100. Notissimo ex giostratore di Porta del Foro a cui ha regalato 8 lance d'oro.

Assumere la guida degli Orafi di CNA – ha commentato Veneri – vuol dire accettare una sfida e un impegno per questa attività e questa città. Quello orafo è un comparto che investe in tecnologie e capitali, mantiene posti di lavoro, ma rischia ogni giorno in un mare in tempesta. Con un mercato interno immobile, viviamo di export ma gli scambi risentono del difficile quadro economico e politico internazionale. Occorre un impegno su più fronti: l’oro costa in modo eguale in tutto il mondo ma le nostre produzioni, contrariamente a quelle di altri paesi, sono sottoposte a dazi che ne limitano fortemente la capacità concorrenziale”.

Veneri ha annunciato di voler ripartire dalle eccellenze aretine: “nell’oreficeria esprimiamo qualità, ampiezza di gamma, design, stile, innovazione e artigianalità, un grande patrimonio da tutelare. Prima di tutto con un brand che lo identifichi a livello nazionale ed internazionale, un marchio collettivo che valorizzi le imprese ed il territorio. Ma penso anche a strumenti di tutela delle creazioni orafe contro le copie e la guerra al ribasso dei prezzi. Lavorare l'oro alla maniera artigianale significa poi scommettere sulla scuola ma anche sugli orafi in pensione ricchi di manualità ed esperienza”.

Quanto a CNA, “penso ad una comunità che esprime bisogni e condivide progetti. Una rete di aziende che fa business, esercita il suo potere contrattuale verso i fornitori di prodotti e servizi, ottimizza costi e risorse per acquistare sia beni strumentali che tecnologie d'avanguardia, per investire in marketing e comunicazione e valorizzare il made in Arezzo”.

Una riflessione sulle fiere: “penso a forme di promozione integrata (oro, moda, agroalimentare) nel nome dell'eccellenza aretina. Ma penso anche al dialogo e alla collaborazione tra poli espositivi e a tutte quelle sinergie che possono creare opportunità per le imprese e sostegno al made in Italy. La collaborazione è alla base dello sviluppo di un territorio. E una città come Arezzo deve puntare a progetti come il Museo dell'Oro per proiettare all'esterno la sua vocazione naturale”.

E infine la banca: “Buona parte del settore si regge sul meccanismo di approvvigionamento legato al prestito d'uso che ha avuto il suo perno su Banca Etruria. Come non guardare con preoccupazione agli scenari futuri?”.

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