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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Cresce il numero di imprese nell'Aretino. Ma il ritmo è meno brillante del 2016

"Al 30 giugno 2017, nel territorio provinciale, la consistenza del totale delle imprese e delle unità locali (cioè le localizzazioni aretine di imprese aventi sede nella nostra provincia o in altre province) è di 45.454 unità". Ecco i dati...

"Al 30 giugno 2017, nel territorio provinciale, la consistenza del totale delle imprese e delle unità locali (cioè le localizzazioni aretine di imprese aventi sede nella nostra provincia o in altre province) è di 45.454 unità". Ecco i dati del rapporto Movimprese della Camera di Commercio di Arezzo.

Le sedi di impresa registrate in provincia è quindi pari a 37.652 unità, numero che rappresenta il 9,1% di quelle presenti in Regione e lo 0,6% di quelle nazionali. Le imprese artigiane sono invece 10.168, il 9,6% di quelle presenti in Regione e lo 0,8% di quelle nazionali.

Aumenta il numero delle imprese aretine nel primo semestre, ma ad un ritmo molto meno brillante rispetto allo stesso periodo del 2016. Nei primi sei mesi si sono iscritte 1.247 nuove imprese (contro le 1.339 di un anno fa), ne sono state cancellate 1.227 (contro 1.212) e il saldo si è attestato a 20 imprese in più (nel 2016 erano 127).

“Il bilancio – commenta il presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Andrea Sereni - non è né fra i migliori e neanche fra i peggiori degli ultimi anni. Rispetto al 2016 è in rallentamento il livello delle iscrizioni mentre aumenta, seppure di poco, quello delle cessazioni. Il tasso di crescita del primo semestre si attesta a +0,05%, leggermente più basso del dato medio nazionale (+0,33%) e di quello regionale (+0,23%). In Toscana le provincie che hanno una crescita negativa sono quelle di Siena (-0,03%) e di Pistoia (-0,05%). Per le imprese artigiane il semestre si chiude con un saldo negativo di 77 imprese ed un tasso di crescita di -0,75% peggiore sia del dato medio nazionale (-0,58%) che di quello regionale (-0,51%). Anche se il saldo negativo si colloca sostanzialmente sui livelli dello scorso anno occorre sottolineare la connotazione strutturale delle crisi del mondo dell'artigianato toscano che ormai da oltre 9 anni vede ridursi sempre di più il proprio tessuto imprenditoriale.”

Nati-mortalità primo semestre – provincia di Arezzo

Totale imprese

Imprese artigiane

Iscrizioni

Cess. NDU

Saldo

Iscrizioni

Cess. NDU

Saldo

2017

1.247

1.227

20

418

495

-77

2016

1.339

1.212

127

417

495

-78

2015

1.236

1.179

57

835

990

-155

2014

1.257

1.225

32

464

479

-15

2013

1.437

1.617

-180

514

682

-168

2012

1.477

1.500

-23

478

632

-154

2011

1.532

1.318

214

535

546

-11

2010

1.519

1.332

187

517

607

-90

2009

1.459

1.392

67

526

654

-128

Imprese registrate in provincia di Arezzo per forma giuridica

Per quanto riguarda l'andamento dei vari settori di attività economica sono in flessione rispetto ad un anno fa le imprese del settore agricolo (-0,7%), di quello manifatturiero (-1,3%), di fornitura di servizi pubblici (-2,9%), delle costruzioni (-1,8%), del commercio (-0,9%), dei trasporti (-2,7%), delle attività finanziarie ed assicurative (-0,3%), delle attività immobiliari (-0,7%) e delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-0,4%). Crescono al contrario varie specializzazioni del comparto dei servizi: i servizi di alloggio (+2,2%), quelli di ristorazione (+1,3%), i servizi di informazione e comunicazione (+1%), le attività professionali e tecniche (+1,3%), i servizi di supporto alle imprese (+2%), l'istruzione (+3,6%), sanità ed assistenza sociale (+2%) e le altre attività di servizi (+0,1%). All'interno del manifatturiero troviamo pochi settori in crescita numerica: stampa e riproduzione di supporti registrati (+2,2%), fabbricazione di articoli in gomma e plastica (+2,2%), fabbricazione di macchinari (+2,2%) e riparazione, manutenzione ed installazione di di macchine (+1,6%). In flessione invece il comparto della moda (tessile -0,7%, abbigliamento -2,3%, pelletteria-calzature -1,3%), industria del legno (-1,7%), fabbricazione di prodotti di carta (-2,7%), prodotti chimici (-4,1%), lavorazione di minerali non metalliferi (-3,7%), metallurgia (-3,5%), fabbricazione prodotti in metallo (-1,1%), computer ed elettronica (-6,3%), apparecchiature elettriche (-2,7%), mobili (-2,8%) e gioielleria ed oreficeria (-0,5%). Nel commercio crescono il commercio e riparazione veicoli (+1,5%) mentre diminuisce il numero di imprese del commercio all'ingrosso-intermediari del commercio (-0,4%) e del commercio al dettaglio (-1,8%).

“Fra le varie forme societarie – evidenzia il segretario generale Giuseppe Salvini - le società di capitale sono sempre il motore della crescita imprenditoriale: nel corso dell'ultimo anno sono infatti aumentate del 2,6% a dimostrazione di come sia in atto un processo di consolidamento del tessuto economico provinciale, processo che deve comunque essere ancora sostenuto e rafforzato. Sostanzialmente stabili le altre forme (+0,1%) mentre continua a diminuire il numero delle imprese individuali (-1,0%) e soprattutto delle società di persone (-3,9%).”

“Nonostante la frenata registrata in questo ultimo semestre (-0,6%). – prosegue Salvini – l’imprenditoria femminile continua a rappresentare una solida realtà che ha ben resistito a questo lungo periodo di crisi. Per quanto concerne le imprese giovanili in questo primo semestre si attestano a 3.173 unità. Il loro numero risulta inferiore del 5,1% rispetto a quello della metà del 2016: nonostante che nei dodici mesi considerati il saldo fra le 582 nuove iscrizioni e le 282 cessazioni sia ampiamente positivo (+300), l'ingresso di nuovi giovani non è riuscito a compensare il contemporaneo invecchiamento della classe imprenditoriale aretina. Al contrario, invece, cresce del 2% il numero delle imprese straniere. Analizzando il numero delle persone nate all'estero, titolari di carica al Registro delle Imprese, si osserva la crescita sia degli imprenditori comunitari (+1,6%) che di quelli extra-comunitari (+2,9%). Fra le principali nazionalità comunitarie, crescono i romeni (+1,3%), i britannici (+10,4%) ed i polacchi (+5,5%) mentre tra le nazionalità extra-comunitarie, crescono gli albanesi (+0,8%), i pachistani(+12,9%), i marocchini (+3,9%), i cinesi (+4,8%) e gli indiani (+8,7%). Diminuiscono invece gli svizzeri (-0,4%) ed i bengalesi (-0,3%). La ‘vivacità’ imprenditoriale delle comunità straniere presenti sul territorio ha consentito in parte di controbilanciare il calo generalizzato delle imprese a conduzione italiana registrato nel corso degli ultimi anni confermando come si tratti di una risorsa preziosa per l'economia del nostro territorio e , più in generale, come il lavoro e l’impresa costituiscano uno dei cardini dell’integrazione sociale”.

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